Nata a Palermo nel 1935 e conosciuta in tutto il mondo per le sue foto di mafia, Letizia Battaglia è stata ed è tutt’ora uno dei più straordinari e acuti testimoni visivi della vita e della società italiana, in particolare della Sicilia. Riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea per il valore civile ed etico del suo lavoro, Letizia Battaglia non è solo la “fotografa della mafia” ma anche, per il suo lavoro artistico e come fotoreporter nella redazione del quotidiano l’Ora, la prima donna e fotografa europea a ricevere il prestigioso The W. Eugene Smith Award a New York nel 1985, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life.
A poca distanza dalle celebrazioni per i suoi ottanta anni, il MAXXI organizza Letizia Battaglia. Per pura passione, una grande mostra a cura di Paolo Falcone, Margherita Guccione e Bartolomeo Pietromarchi, che dal 24 novembre 2016 al 17 aprile 2017 porta al MAXXI oltre 200 fotografie, provini e vintage print inediti provenienti dall’archivio storico di questa grande autrice, insieme a riviste, pubblicazioni, film e interviste.
Testimone visiva dei più cruenti fatti di mafia, così come della realtà sociale e politica del nostro Paese, alcuni suoi scatti sono saldamente presenti nell’immaginario collettivo: Giovanni Falcone al funerale del Generale Dalla Chiesa; Piersanti Mattarella assassinato tra le braccia del fratello Sergio; la vedova Schifani; il boss Leoluca Bagarella dopo l’arresto; Giulio Andreotti con Nino Salvo.
“Sono particolarmente lieta di questa mostra – dice Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI - con cui non solo celebriamo il lavoro straordinario di Letizia Battaglia fotografa, ma anche il suo impegno civile, la sua passione militante che l’ha vista incessantemente in prima linea per cause diverse: la legalità, la questione femminile, i problemi ambientali, i diritti dei carcerati. Un impegno che le è valso molti premi e riconoscimenti in tutto il mondo”.
La mostra, articolata in due macro aree, vuole esplorare a 360 gradi tutti gli aspetti della poliedrica, coraggiosa, infaticabile personalità di Letizia Battaglia e restituire la complessità dei suoi interessi tra fotografia, editoria, teatro sperimentale, politica.
Questi aspetti sono approfonditi nella sezione documentaria che apre la mostra e che racconta la sua intensa e varia attività, sempre all’insegna dell’impegno civile. Ci sono i lavori da fotoreporter a Palermo e a Milano, tra cui il suo primo servizio per L’Ora di Palermo, pubblicato nel 1969, dedicato alla prostituta Enza Montoro, le fotografie delle occupazioni, degli scontri di piazza, delle manifestazioni politiche negli anni Settanta e quelle della nuova scena creativa milanese che la porta a conoscere e ritrarre Pier Paolo Pasolini e Franca Rame, immagini che oggi escono per la prima volta dai suoi archivi. Un’altra serie inedita che viene esposta al MAXXI per la prima volta è quella realizzata nel 1983 all’ospedale psichiatrico di via Pindemonte a Palermo: con la “Real Casa dei Matti" Letizia Battaglia collabora a lungo, organizzando laboratori teatrali e attività che confluiranno nei filmati Festa d’agosto e Vatinni, qui presentati per la prima volta dopo trent’anni. Questo nucleo di opere sarà acquisito dal MAXXI per la sua collezione.
E poi il racconto della sua lunga esperienza editoriale, con riviste come Grandevu’, Edizioni della battaglia, Mezzocielo e anche della sua esperienza come regista.
Su un tavolo da lavoro al centro della sala, altri materiali inediti dal suo archivio: provini e schede, note, pagine storiche del quotidiano L’Ora con cui ha collaborato per oltre vent’anni.
In mostra anche il film, prodotto dal Comune di Palermo e presentato in anteprima al MAXXI, La mia Battaglia. Franco Maresco incontra Letizia Battaglia, un racconto intenso e inedito di Palermo, città che l’artista ha fatto conoscere al mondo.
Si procede con la grande installazione Anthologia, che raccoglie la summa del lavoro di Letizia Battaglia: un labirinto di oltre 120 fotografie in bianco e nero di grande formato (66x100 cm) che calano dall’alto e scandiscono un percorso visivo intenso, offrendo al visitatore la possibilità di immergersi in una foresta di immagini sospese che ripercorrono quarant’anni di lavoro e di vita politica e sociale dell’Italia. Tra immagini divenute icone e scatti meno noti, sono ritratti i luoghi e le vittime delle stragi di mafia ma anche la vita e i volti della società palermitana. Immagini di dolore, povertà, morte, ricchezza, speranza e ribellione disegnano un percorso narrativo polifonico.
Nelle foto d’inchiesta sulla mafia, Letizia Battaglia fotografa giudici, poliziotti e uomini delle istituzioni in prima fila nella lotta contro Cosa Nostra: da Giorgio Boris Giuliano a Ninni Cassarà, dal giudice Cesare Terranova al Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella fino al Generale Dalla Chiesa. Giovanni Falcone, Paolo Borsellino.
Della serie Politici e mafia sono presenti in mostra numerosi scatti, tra cui quelli a Salvo Lima e Vito Ciancimino, o la foto Giulio Andreotti con il mafioso Nino Salvo, trovata dalla Direzione Scientifica Antimafia negli archivi della Battaglia, che sarà poi uno dei principali capi d’accusa nel processo contro l’esponente democristiano.
Tra i principali mafiosi, ci sono sia nomi poco noti, sia personaggi come Leoluca Bagarella, ritratto durante il suo arresto, immagine divenuta un’icona nella lotta contro la criminalità mafiosa.
Gli anni Ottanta sono particolarmente fecondi, oltre ai fatti di cronaca: il suo sguardo ritrae la società civile, momenti di vita quotidiana, donne e bambini nei quartieri popolari della città. Insieme ad essi immortala la borghesia e la nobiltà palermitana, protagonista di feste e ricevimenti, così come le processioni, i riti funebri, le feste religiose. La sua sperimentazione prosegue negli anni Novanta, con le rielaborazioni in cui la figura femminile è sovrapposta a scatti storici cruenti.
Letizia Battaglia fotografa con un grandangolo che da forte enfasi al primo piano rispetto allo sfondo, è sempre in stretto contatto con i suoi soggetti e suscita nell'osservatore la sensazione di essere con lei sulla scena. Il suo stile personale, istintivo, la sua geometria compositiva, evidenziano sguardi e gesti, sottolineano emozioni, determinando intense relazioni tra soggetto, spazio e tempo.
Molte delle fotografie in mostra sono tra le 240 pubblicate nel grande volume Anthologia edito da Drago (2016). In occasione della mostra al MAXXI, lo stesso volume è corredato da un secondo libro relativo all’esposizione Letizia Battaglia. Per Pura Passione.
Letizia Battaglia (Palermo 1935). Per trent'anni ha fotografato la sua terra, la Sicilia, con immagini in bianco e nero crude e dolorose, denunciando l'attività mafiosa e i ripetuti attacchi alla società civile.
Come responsabile dei servizi fotografici de «L'Ora» di Palermo ha realizzato alcuni tra i reportage più coraggiosi e incisivi. Nel corso degli anni ha messo il suo al servizio di cause diverse, dalla questione femminile, ai problemi ambientali, ai diritti dei carcerati. Un impegno che le è valso molti riconoscimenti, come il premio "W. Eugene Smith" per la fotografia sociale (1985), il Deutschen Gesellschaft für Photographie (2007) o il Cornell Capa Infinity Award di New York (2009), per citarne solo alcuni tra i più prestigiosi. È cofondatrice del centro di documentazione "Giuseppe Impastato".