Dall’11 novembre al 30 dicembre 2016, la sede milanese della Galleria Giovanni Bonelli (via Porro Lambertenghi, 6) ospita la mostra “Un dialogo non intercorso. Omaggio a Luigi Ghirri e Andrea Di Marco”. La rassegna, a cura di Angela Madesani, mette in relazione alcune fotografie di Luigi Ghirri (1943-1992) che ritraggono i soggetti più tipici del Bel Paese, realizzate principalmente negli anni Ottanta, e i dipinti di Andrea Di Marco (1970-2012).
La mostra proposta dalla Galleria Bonelli non è una collettiva o una doppia personale, ma il tentativo di costruire un dialogo che nella realtà non è mai avvenuto e che non potrà mai avvenire se non attraverso le opere presentate.
Ghirri e Di Marco sicuramente non si sono mai conosciuti. Ghirri non può avere visto il lavoro dell’artista siciliano, ma quest’ultimo ha sicuramente visto il lavoro del fotografo emiliano, del quale certo non si è sentito allievo, epigono. Di Marco ha fotografato la sua terra, la Sicilia, le sue spiagge più o meno desolate, le pompe di benzina, le saracinesche, gli Apecar che tanto lo affascinavano, e tali immagini sono state utili ai suoi lavori, per comprendere lo spazio e trasferirlo sulla tela, per fissare le idee.
In mostra saranno presentate immagini tipicamente italiane, in cui il colore ha una funzione dominante. Sono l’Italia di Ghirri e la Sicilia di Di Marco, che tanto hanno in comune e che, al tempo stesso, vivono una vita autonoma, influenzate da immaginari comuni dalle radici lontane. Sono paesaggi della mente e del cuore che diventano opera attraverso linguaggi differenti.
Luigi Ghirri (Scandiano, 1943-1992) è riconosciuto oggi come uno dei più importanti artisti-fotografi italiani della fine del XX secolo. Inizia a fotografare nel 1970 lavorando principalmente per artisti concettuali. Del 1972-1974 è il lavoro “Colazione sull’erba”; nel 1973 realizza “Atlante” e tiene la prima mostra personale a Modena. Nel 1978 pubblica, in Italia e in Francia, Kodachrome, frutto di una ricerca intrapresa all’inizio del decennio. Negli anni '80 inizia un intenso lavoro finalizzato all’analisi dell’architettura e del paesaggio italiano realizzando volumi su Capri (1983), con Mimmo Jodice, l’Emilia Romagna (1985-1986), Aldo Rossi (1987); collabora inoltre stabilmente con la rivista “Lotus International”. I suoi lavori sono esposti in sedi prestigiose quali il Maxxi di Roma, l'Aperture Foundation di New York e il Fotomuseum di Wintenthur. Sue opere sono state esposte in gallerie di livello internazionale quali: May36 (Zurigo), Anne de Villepoix (Parigi), Mattew Marks (Los Angeles).
Andrea Di Marco (Palermo, 1970-2012) è considerato uno degli esponenti della “Scuola di Palermo”. Nonostante la sua prematura scomparsa ha avuto immediato apprezzamento per la sua pittura dedicata a scorci della città e a dettagli di ambientazione urbana. Principali mostre personali: Gam di Palermo (2011), Museo di Arte Contemporanea di Lissone (2013), Fabbriche Chiaramontane di Agrigento (2015). Suoi lavori sono stati esposti anche presso il Goethe Museum di Dusseldorf (2013), il Museo Riso di Palermo (2009-2011), al Pac di Milano (2000 e 2007) e a Palazzo Reale di Milano (2013).