“Los Olvidados” affiora in superficie, su carte tratteggiate con matite nere e grasse, un corteo di creature ferite dalle leggi della selezione, relegate ai margini della storia per una fragilità congenita. Poetica è la riflessione che alimenta la collezione “Anima Donna”, dove spicca Lucy, la prima Eva, un omaggio alla donna vissuta sulla terra tre milioni di anni fa, un tuffo – permeato di fonti di ispirazione tribali – nel nostro trascorso ancestrale, in cui la testimonianza sposa l'utopia. Nella collezione “The monsters under my bed” l'attualità torna al centro del discorso: lo sguardo acuto, critico, militante verso episodi di violenza (Ti mangio! Te como!) e sopraffazione (Desaparecidos), verso personaggi dal potere molesto (I signori della guerra - Los señores de la guerra), verso vizi e corruzione, ricorda in sottotraccia – anche nel segno affilatissimo della matita – le condanne di Goya, i cicli leggendari de I Disastri della guerra o I Capricci.
La formazione sui grandi classici della sua cultura d'origine, dalla scuola di Madrid (da El La Galleria Deodato Arte di Milano presenta dal 19 ottobre al 26 novembre una personale dell'artista spagnolo José Molina dal titolo “Uomini e altri demoni”. Ricca di circa quaranta opere, fra dipinti, disegni e sculture, si compone di un nucleo importante di opere recenti e inedite, esposte accanto a lavori storici.
Curata da Chiara Gatti, la mostra mira a raccontare il mondo sommerso della ricerca di Molina, il suo interesse, in bilico fra psicanalisi e antropologia, per i moti dell'animo umano, le pulsioni più intime che distinguono l'inconscio collettivo e nutrono quella genealogia di archetipi primari radicati nella esperienza dell'uomo, sin dalle origini. In un viaggio dentro le anse della nostra mente, Molina scava – forte di una certa lezione junghiana – a caccia di istinti primordiali che traduce in immagini totemiche e primigenie, selvatiche e archeologiche, in una commistione di passato e presente, improvvisamente incontrati sul limite del tempo.
Anime e volti si mescolano in un flusso di memoria. L'uomo e i suoi progenitori. La vita, la morte, il cerchio dell'esistenza. La realtà, i sogni, gli incubi. La pittura di Molina è un grande specchio teso a svelare ciò che siamo nel profondo, quello che mostriamo agli altri e quello che invece nascondiamo. È una pittura colta che, nei ritratti, si dimostra erede della scuola fisiognomica rinascimentale; nei soggetti, tradisce altresì una matrice fortemente letteraria: attinge infatti dai miti e dalle leggende della letteratura mondiale, e intesse storie popolate di dei, eroi e demoni spesso attualizzati sullo sfondo di un panorama contemporaneo.
L'uomo di oggi e le sue relazioni con gli altri, con l'ambiente che lo circonda, è il protagonista di una monumentale saga del potere nelle opere già note, più volte esposte in occasione di mostre pubbliche e private, della collezione “Predatores”; qui il demone sociale si manifesta nella propensione atavica di dominare i deboli, in quella ruota del potere dove chi lo subisce si alterna a chi lo esercita. Un atto di forza sgorga da impulsi basici, dalla volontà di conferma, di accettazione e di gratifica. Nella collezione Greco a Solana) fino al surrealismo spagnolo, si intravede oggi, ancor di più, negli esemplari della nuova serie “Peccati e virtù”. Si tratta di dipinti di medie e grandi dimensioni, oli su tela e disegni a matita grassa, studiati come allegorie di perversioni capitali che scuotono le coscienze. La pittura, fatta di modulazioni di colore impercettibile, tratti minuti in punta di pennello su superfici ampie, indaga in modo infinitesimale corpi sospesi in bilico fra bene e male, la loro indole segreta, messa a nudo da un linguaggio espressivo visionario e insieme introspettivo.
Sarà esposto per la prima volta, in occasione di questa importante personale milanese, anche il nucleo inedito di quattro sculture legate a temi analoghi del ciclo “Predatores”, con un gusto per il reperto paleontologico, il fossile, la vita calcificata nella roccia e nella materia.
José Molina nasce a Madrid nel 1965, José Molina vive e lavora in Italia, a Gravedona, sul lago di Como. Giovanissimo, all’età di unici anni, comincia il suo percorso artistico, frequentando varie scuole d’arte. A diciotto anni si impiega nel settore pubblicitario mentre conclude gli studi all’Università delle Belle Arti di Madrid, coltivando, in parallelo con la passione per l'arte, la ricerca nei campi della psicomotricità, della psicologia transazionale, della filosofia e della storia antica. Si dedica all'illustrazione per il mondo della televisione e dei cartoni animati, operando come consulente nella comunicazione di grandi aziende multinazionali. A trentacinque anni, decide di tornare alle radici e di dedicarsi totalmente alla pittura. Le sue opere sono il frutto di una ricerca sull'uomo, che affronta con grande sensibilità, mettendo in luce gli aspetti più bui della nostra natura. Una abilità tecnica applicata ai linguaggi della pittura e del disegno si unisce a una profonda conoscenza dei diversi materiali, riscontrabile nella cura e nell'attenzione ai dettagli che contraddistinguono le sue opere.