Con le partite di ritorno delle due semifinali, la Coppa Italia volge al termine e si prepara a eleggere la vincitrice del trofeo nella finale che si terrà il prossimo 21 maggio a Roma allo stadio olimpico.
Martedì 1 marzo si erano affrontate Milan e Alessandria allo stadio Giuseppe Meazza; per la verità il risultato appariva abbastanza scontato, dati i valori tecnici in campo e sebbene la partita di andata fosse finita con il risultato di 1-0 per i rossoneri. L'Alessandria, proveniente dalla lega Pro nel corso della competizione, ha compiuto un cammino straordinario, tenuto conto che è riuscita a eliminare squadre ben più blasonate come Palermo, Genoa e Spezia di categoria superiore. Ma la favola della compagine piemontese è terminata alla soglia della finale seppur molto onorevolmente, per opera dei rossoneri. Bisogna comunque riconoscere i meriti di Mr. Gregucci e dei suoi ragazzi, interpreti di un ottimo calcio che li ha portati alla ribalta nazionale con pieno merito.
Nonostante il pronostico fosse scontato, l'Alessandria non accetta il ruolo di agnello sacrificale; i grigi iniziano subito la partita con grande aggressività nel tentativo di sorprendere i rossoneri che non si aspettano probabilmente tanto furore agonistico, concedendosi incursioni pericolose, che solo un attento e preciso Christian Abbiati sventa con esperienza e tranquillità in un paio di occasioni. Dopo i primi dieci, dodici minuti, necessari al Milan per registrare i meccanismi di gioco, sono i rossoneri a salire in cattedra e dominare la partita. Il divario tra le due compagini è schiacciante, i rossoneri chiudono gli spazi controllando agevolmente.
Mihajlovic schiera dal primo minuto Menez per far rifiatare Bacca e Balotelli al posto di Niang, vittima dei postumi di un incidente stradale che lo terrà fuori per un po' di tempo. L'Alessandria fa quello che può mettendo in campo il cuore, il coraggio e tutte le energie di cui dispone per dare del filo da torcere al Milan, ma non basta. Anche se ancora non al massimo della condizione, è il francese Geremy Menez a dominare la scena e lo si nota subito; ha voglia di fare, si impegna su ogni pallone, lotta, propone e si propone fornendo un'ottima prova incorniciata da un gol per tempo. Lo stesso fa Romagnoli: il difensore è un baluardo insuperabile in difesa, ma si inserisce in avanti come un attaccante trovando anche lui due reti che valorizzano la sua partita.
È un Milan diverso da quello di un mese fa, diverso nella testa, nell'approccio della partita, è un Milan affamato che non concede nulla, e a farne le spese è l'Alessandria. Nel finale i rossoneri chiudono la pratica con il gol di Balotelli che fissa il risultato sul 5-0, ma è un bel successo di tutta la squadra, protagonista di un'ottima prova corale che la porterà a Roma a giocarsi la Finale contro la Juventus, che nella serata di mercoledì ha sofferto non poco contro l'Inter, dopo che sembrava aver chiuso il discorso qualificazione con un secco 3-0 inflitto ai nerazzurri nella partita di andata a Torino.
Invece a Milano, l'Inter ha tirato fuori dal cilindro una prova d'orgoglio sfiorando l'impossibile: subito aggressivi i nerazzurri appaiono fin dai primi minuti più determinati, più rabbiosi e vogliosi di vincere. Trovato il gol al 16° l'Inter ci crede e raddoppia gli sforzi: pressa a tutto campo, arriva prima su tutti i palloni e crea un numero considerevole di occasioni sfiorando il raddoppio al 25°, cogliendo una traversa con Ljajic. La Juventus però non riesce a scuotersi e subisce, tanto che alla ripresa del secondo tempo all'Inter servono solo 4 minuti per raddoppiare. La Juventus è in bambola, e a parte un palo colto da Zaza al 9° non riesce mai a rendersi davvero pericolosa. Al minuto 36, Perisic ruba il tempo a Rugani che lo stende in area causando il penalty che Brozovic trasforma, portando l'Inter sul 3-0. Inter euforica e tutto da rifare per i bianconeri.
Per la Juventus sembra svanire una qualificazione acquisita: si va ai supplementari. I tempi supplementari diventano una battaglia: le squadre si allungano, si aprono spazi a causa della stanchezza ma nonostante tutto il risultato non si sblocca. Ultimo atto i rigori: l'unico a sbagliare dal dischetto è Palacio che manda la Juventus a Roma a giocarsi la finale del 21 Maggio contro il Milan per una grande classica del calcio italiano. All'Inter non è bastato il cuore.