Dal 23 al 30 gennaio riprendono gli appuntamenti con l'arte contemporanea presso Le Artigiane a Roma: dopo Radiate Diffraction è la volta della Minigallery di Assisi, che presenta le opere di Sonia Agosti, Stefano Frascarelli, Sergej Glinkov, Giancarlo Savino e Angelo Zanella. La mostra, dal titolo Fierae, rientra nel progetto, voluto dalle padrone di casa Livia Carchella e Bruna Pietropaoli assieme alla Takeawaygallery, di ospitare con cadenza mensile, sotto il famoso lucernario, gallerie e non profit, ciascuno con un progetto ad hoc, per attivare un dialogo e uno scambio tra i due distinti settori di competenza: l’arte contemporanea e l’artigianato.
La Minigallery nasce alla fine del 2009: partita originariamente con un nucleo di artisti umbri e da un forte radicamento sul territorio, vanta oggi interventi sempre più estesi, sia coinvolgendo artisti nazionali - che espone nella sede di Assisi - sia muovendosi all'esterno del proprio spazio, organizzando mostre e installazioni in luoghi pubblici della regione, in Umbria, o fuori. Alla base dello spirito della MInigallery vi sono le frequenti collaborazioni con altre gallerie o Istituzioni, che le hanno permesso di diventare una delle realtà più attive della zona, e di cui questa presso le Artigiane rappresenta la prima occasione di sortita “ufficiale” a Roma.
Fierae - il cui titolo gioca anche con l’idea di fiera, intesa come momento di visibilità, considerando il passo dalla provincia alla capitale – racconta non tanto una tematica comune “affidata” ai singoli artisti, quanto un’attitudine complessiva nell’approccio all’arte degli autori seguiti dalla galleria: un'idea "animalesca (fiera)" della pittura, che si riscontra nei soggetti, nei colori dissonanti, nelle superfici infiammate. Ciascuno espone pezzi significativi della propria produzione, riproponendo in piccolo la filosofia della MINIGALLERY: l’eterogeneità come gesto che vada incontro al visitatore; creare un panorama diversificato in grado di includere, con una sua coerenza, espressioni diverse tra loro come dialogo con l’osservatore.
Sonia Agosti (Fiorenzuola d'Arda, 1973) ha frequentato l'Accademia di belle Arti di Firenze. Allieva di Gianfranco Asveri e di Giancarlo Bargoni, vive e lavora a Villanova sull'Arda, in provincia di Piacenza. Di lei scrive Pietro Bellasi, antropologo, sociologo e critico d’arte: «La tua pittura è tutta espressionista, tu in fondo sei un'espressionista e questo tuo espressionismo unito al dubbio ti dà la possibilità di cogliere la realtà facendoti camminare su questo scrìmolo […]. La tua pittura è sofferente, non ci sono dubbi. Questo orlo tra l'informale, che è la liberazione totale delle forme e un figurativo appena abbozzato, dove appaiono volti, mi suggerisce l’idea dell’incontro tra l'organico e l'inorganico, il minerale e il biologico e non è mai deciso, perché è talmente doloroso che è impossibile deciderlo […]».
Stefano Frascarelli (Assisi, 1981) ha fatto dell’astrazione dal dato reale – quasi sempre il paesaggio – e dello studio dei limiti del linguaggio pittorico – intesi come barriera entro la quale organizzare una composizione in grado di annullare i suoi stessi confini – il centro della propria ricerca, sviluppata attraverso una coerente sperimentazione sul colore, puro, primario; sui materiali, principalmente gli smalti e il plexiglass; e sulla sua loro libera possibilità di rivelare qualità e proprietà, avanzando tra caso e autorialità. «Dipingo paesaggi astratti. Una costante di molti lavori è la linea che descrive l’orizzonte, a volte netta ed evidente, altre meno marcata e più sfuggente. Un confine tra i colori, un luogo dove si concentra l'occhio. Con gli smalti ed il plexiglass la linea e la sintesi ordinata si rompono e lasciano spazio all'invadenza dei colori netti e vitali».
Sergej Glinkov nasce a Kiev nel 1963. Nel 1981 si trasferisce in Italia, dove compie gli studi di pittura presso l'Accademia di Belle Arti e di architettura presso lo IUAV di Venezia. Dal 1984 ad oggi ha allestito numerose mostre personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti. «Partendo dall'intima passione per le architetture e per le ambientazioni bucoliche, fino all'importante serie dei nudi e allo studio sui cavalli ed in particolare sui tori, Glinkov porta all'estremo la sua ricerca sulla materia pittorica soffermandosi sulla consistenza del colore degli elementi ancor prima che sulla sua tonalità, che di conseguenza si adegua. La pittura ad olio sulla tela convive in forma fluida, quasi liquida, ed in forma materica; l'accostamento di diverse densità dello stesso elemento determina la possibilità di percepire la terza dimensione, la profondità che è alla base dell'illusione della pittura» (S.F.).
Giancarlo Savino (Napoli, 1947), dopo aver passato molti anni tra Milano, Copenaghen e Monaco, si trasferisce a Roma nel 1997, dove attualmente vive e lavora. La sua ricerca si concentra sulla figura umana ed è dedicata al mistero dell’anima. Scrive Paolo Balmas nel catalogo Mal di terra a Palazzo dei Sette, Orvieto: «Le cancellazione e le distorsioni, appunto, saranno lo strumento chiave per quella nuova operatività di Savino, che attraverso questa modalità taglia i ponti con ogni tipo di immagine che allontani l'arte dall'ideale di uno scavo continuo all'interno dell'esistenza, alla ricerca di un tempo interiore del divenire, che non può più permettersi di confondere l'elaborazione del dolore con l'eliminazione dello stress, la tensione verso la felicità con l'acquisizione di merci e beni, la maturazione sociale con la condivisione di mitologie collettive […]».
Angelo Zanella (Lovere,BG, 1960) si diploma all’Accademia di Brera, e a inizio anni ’90 apre uno studio a Parigi, viaggiando tra Italia, Francia e Stati Uniti. Il suo Bestiario «è una raccolta di anime, diversamente dai bestiari medievali dove venivano suggeriti riguardo agli animali simboli teologici, filosofici e morali […]. L’animale è l’essere complesso che vive del vivente». «Gli occhi si dice siano lo specchio dell’anima e con Zanella tali occhi diventano l’espressione di qualcosa di profondo, di emozioni umanizzate. La sensibilità, nel tirar fuori parte di sé, affiora. È come se l’uomo si facesse bestia e la bestia si facesse uomo. La Bestia è stata la prima agghiacciante paura dell’uomo. Nei dipinti dell’artista questa paura è svanita perché non si coglie l’apparente distinzione fra le razze. L’anima li accomuna e li distingue dal regno vegetale» (Laura Bartoli).