“Lasciate ogni tristezza voi ch’entrate” è il motto che accompagna Videos, radios, cianfrusaglies una grande mostra dedicata a Renzo Arbore, ai 50 anni della sua emblematica carriera, alle sue trasmissioni televisive e radiofoniche che hanno influenzato la storia della televisione e del costume del nostro Paese, alle sue amicizie e alle sue scoperte, ai suoi percorsi musicali e ai concerti dell’Orchestra Italiana, alla sua straordinaria collezione di oggetti e memorabilia, ma anche ai suoi amici, ai suoi viaggi, al sostegno non episodico alla Lega del Filo d’Oro e alla sua sensibilità verso i più deboli, alla travolgente esperienza umana e in definitiva al suo contributo di intelligenza e di ironia alla cultura italiana.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 19 dicembre 2015 al 3 aprile 2016, negli spazi espositivi della Pelanda al Macro di Testaccio. Ironia, leggerezza, gioco, umorismo, una capacità intelligente e sottile di rilevare e rappresentare l'aspetto comico della realtà, sono gli ingredienti del successo di Arbore. Far ridere, del resto, è una cosa seria, è un modo per alleggerire il peso della vita. Arbore lo ha compreso a fondo, permeando il suo mondo della volontà di strappare sempre un sorriso, una risata, una voglia di giocare che il tempo adulto ci ha fatto dimenticare. Anche il gioco, per dirla con Hegel, «nella sua indifferenza e nella suprema leggerezza è la serietà più elevata e quella unicamente vera».
A trent’anni, quindi, da Quelli della notte (1985), una delle “invenzioni” di Renzo Arbore che hanno più inciso nella storia della cultura e dell’intrattenimento, come del resto Indietro tutta! (1988), siamo in grado di comprendere l’importanza delle risate che il genio di Albore ha saputo regalare al pubblico italiano che, in quegli anni, dal 1969 al 1988, aveva visto il Belpaese attraversato da un ventennio di violenza politica, di stragi, di catastrofi, di terrorismo, di strategia della tensione.
In questo senso Arbore è stato lo sciamano capace di donare leggerezza a un popolo appesantito dalla storia. Infatti: «Ironia e pietà sono due buoni consiglieri; una con il sorriso rende amabile la vita; l’altra piangendo, la rende sacra. L’ironia che invoco non è crudele… Il suo riso calma l’ira, e ci insegna a canzonare quei farabutti e pazzi – che altrimenti potremo avere la debolezza di odiare», scriveva Anatole France. Tutta una carriera, dedicata a un vasto e affezionato pubblico, scorre attraverso un percorso espositivo sorprendente. Saranno esposti gli oggetti testimoni di questa straordinaria avventura: dalle copertine dei dischi alle sue collezioni più improbabili, dalle radio d’epoca alle cravatte più strane, dagli oggetti in plastica collezionati in modo quasi maniacale alle memorabilia dei suoi viaggi, dagli strumenti musicali agli elementi scenografici che hanno caratterizzato le sue trasmissioni televisive.
Accanto a loro saranno protagonisti i documenti audio e video delle performances di Arbore, da Quelli della notte ai concerti dell’Orchestra Italiana, da Bandiera Gialla e Alto Gradimento ai suoi film e perfino ai suoi sketch pubblicitari, in un percorso articolato in “stazioni” che corrispondono alle passioni di Renzo: la Musica, l’America, il Collezionismo e la Plastica, il Cinema, i Viaggi, la Televisione, le Città e gli Amici, la Moda e il Design, la Radio e infine la Lega del Filo d’Oro. Sarà come salire su un treno delle meraviglie che a ogni fermata mostra la magia di un oggetto, un suono o un’immagine capaci di rivelare l’intricato puzzle della personalità di Renzo Arbore e di scoprire nel contempo una tappa della storia d’Italia e degli italiani.
Alida Cappellini e Giovanni Licheri, autori delle scenografie della maggior parte degli spettacoli di Arbore, hanno allestito la mostra con l’intento di non limitarsi a mettere in risalto solo i materiali esposti, ma con la volontà di accogliere il visitatore come se fosse intimamente a casa di Renzo, avvolto nella sua “inconsueta” quotidianità. La regia e il montaggio dei filmati è stata affidata a Luca Nannini che si è avvalso della collaborazione di Sabina Arbore e Adriano Fabi. L’Evento è promosso dall’Assessorato Cultura e Sport di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la mostra è prodotta da Civita in collaborazione con la RAI e con il contributo di RAI Teche. Media partner: RAI 1, RAI 2, RAI 3, RAI Cultura, Tgr, RAI Radio 1, RAI Radio 2. Sono previsti una serie di eventi collaterali da affiancare alla rassegna che saranno programmati d’intesa con il MACRO.
La mostra sarà accompagnata anche dal volume di Renzo Arbore E se la vita fosse una jam session? Fatti e misfatti di quello della notte, a cura di Lorenza Foschini, edito da Rizzoli, un libro in cui per la prima volta Renzo Arbore si racconta facendo emergere ricordi, incontri, oggetti legati alle sue passioni fondamentali: la musica, la radio, la televisione, il collezionismo. Del resto la performance musicale improvvisata su griglie di accordi e temi conosciuti è stata una caratteristica dell’arte di Renzo: il suo amore per la musica, per il jazz, il suo desiderio di "Jamu", una parola Youruba (Africa occidentale) che significa "insieme in concerto", ha caratterizzato anche le sue rappresentazioni, o forse sarebbe meglio dire “improvvisazioni” radiofoniche e televisive.
In realtà una jam session in genere non ha lo scopo di intrattenere il pubblico, ma è un incontro tra musicisti che provano materiali musicali nuovi e mettono alla prova la loro abilità di improvvisatori, così Arbore e i suoi amici danno la sensazione non solo di suonare e interagire con un pubblico, ma di far spettacolo a partire da se stessi e, oserei dire, divertendosi in primis loro stessi. Non che questo determini una minore attenzione nei confronti degli spettatori, sembra però che il loro show sia strutturato come un gioco tra amici che si svolge in presa diretta. L’arte dell’Improvvisazione di Arbore è, altresì, spesso ammantata di teatralità, sia perché sembra che lui non segua un copione definito, sia per le scenografie, i costumi e la spettacolare coralità delle perfomance che egli si “inventa”. Talvolta si percepisce, anche legato alla sua napoletanità, il vortice originario della Commedia dell'Arte, come se un invisibile canovaccio incastonasse la recitazione dei personaggi. Si potrebbe pensare che, dietro a quell’apparente leggerezza e divertimento, i protagonisti dei suoi spettacoli fingano di improvvisare testi che in realtà conoscono a memoria, parti perfettamente note e provate infinite volte, tanto da sembrare spontanee e naturali.
Emerge così una grande comunicatività, una sensibile creatività e il coraggio di rischiare di non sapere cosa dire e fare, come se gli attori non sapessero neppure cosa faranno i loro compagni in scena e decidessero rapidamente adattandosi alle situazioni impreviste che si possono verificare durante gli spettacoli. Se pensiamo poi alle jam session degli anni venti dei giovani come Thelonious Monk, Charlie Parker e Dizzy Gillespie, incontri che spesso si trasformavano in vere e proprie competizioni fra virtuosi, si può comprendere come l’improvvisazione sia sostenuta da una lunga e per niente "spontanea" vasta conoscenza dei testi, in perfetta linea con la personalità di Renzo che probabilmente studia con approfondimento e scrupolosità ogni minuzioso dettaglio delle sue creature, regalando abbondanza, ricchezza e colore. Nel bookshop della mostra, infine, sarà proposta al pubblico proprio una serie di oggetti ispirati al variopinto e festoso universo iconografico del nostro grande artista.