La Dorothy Circus Gallery è orgogliosa di presentare la prima personale Europea di Erik Jones, artista americano nato nel 1982 a St. Petersburg, in Florida, che spicca come uno dei più innovativi e apprezzati pittori della scena iper-contemporanea newyorkese.
La mostra creata appositamente per la Dorothy Circus Gallery sarà composta da opere inedite capaci di creare, attraverso il lavoro vibrante e riccamente colorato di Jones, un contatto tra il pubblico italiano ed europeo e la caleidoscopica Art Life Newyorkese.
Nell’arte di Jones, il raffinato senso realistico catturato nei soggetti femminili ritratti dall’artista è contrapposto a una struttura di elaborate forme astratte che sembrano dare vita a figure geometriche aliene ed esclusive. Tale effetto è ottenuto tramite l’utilizzo di differenti materiali, come acquerelli, matite colorate, acrilici, pastelli idrosolubili a cera e ad olio applicati su tela.
L’aspetto dolce ma determinato dei personaggi di Jones emerge da un uragano di colori che sembra contrastare con il serioso e talvolta malinconico sguardo di queste donne-sfinge. Mentre i corpi rimangono spesso nascosti dietro le molteplici forme colorate, gli occhi mantengono costantemente una forte presenza. Gli sguardi generano una connessione visiva ed emotiva con lo spettatore, quasi come a invitarlo all’interno del loro spazio infinito, dove non sono permessi spazi vuoti. Questi esseri umani, dipinti come figurazioni iper-realistiche e preziosamente incastonati da motivi geometrici e originali slanci artistici, sembrano ora vivere e respirare come organismi simbiotici. Così le forme astratte prendono vita e stabiliscono una profonda e intricata relazione con i soggetti, come se l’uno rivestisse l’altro, diventando quasi indivisibili.
I suoi ritratti sono accecanti celebrazioni della bellezza, incoronata da eleganti bouquet di colori che rivestono le immagini di ritrovata sacralità e romanticismo. Il lavoro di Erik Jones può apparentemente sembrare quello di un sognante universo parallelo ma, come l’artista stesso dichiara, le sue creazioni non sono sogni. Esse esistono dinanzi all’osservatore, si affacciano dalle grandi tele arricchite con abilità dalle elaborate fantasticherie, come degli esseri viventi veri e propri.
Per la sua prima personale in Europa, Jones esibirà più di quindici opere che rievocano l’incredibile forza delle più importanti opere a tecnica dripping risalenti agli anni ’50. Erik Jones spicca come l’unico rappresentante della corrente Pop Surrealista che, pur mantenendo fede alle radici del movimento, si estende per inglobare nelle sue opere il tratto dell’astrattismo. Il figurativo non alberga solitario nelle scene, ma va a intrecciarsi e a fondersi con gli straordinari colori che riempiono lo spazio. Jones ha assimilato le suggestioni dei maestri dell’Action Painting, primi tra tutti Jackson Pollock e Willem de Kooning, ma ha anche saputo spingere la sua arte al di là di una tale eredità per trasportarla nel campo iper-contemporaneo, dove le figure e le forme sia geometriche che astratte coesistono, andando a creare una strabiliante collezione di opere d’arte.
La nuova collezione, In Colour, rappresenta la naturale conseguenza dell’esplorazione di diversi mezzi e tecniche. Per creare queste opere sono stati utilizzati molti materiali, dagli acquerelli aerografati e gli adesivi in vinile, ai ritagli di compensato. Il processo creativo ha solitamente inizio con gli acquerelli, che vengono aerografati sulla carta, che a sua volta è montata su un pannello di legno. Gli acquerelli fungono da colori primari di base per la figura, che viene poi resa (solitamente nella sua interezza) utilizzando colori a matita e pastelli a cera idrosolubili. Questi materiali, una volta asciutti, vengono sigillati e poi rilavorati con materiali umidi come gli acrilici e gli oli idrosolubili. Con l'aiuto dello scotch carta, le forme grafiche prendono vita, principalmente tramite l’utilizzo di acrilici e pastelli a cera. Il racconto celato dietro ogni opera tende per lo più a sfidare lo spettatore nel vedere la bellezza all’interno del caos. Le figure sono utilizzate come un punto di riferimento grafico che, durante l’esplorazione delle colorate astrazioni, mantiene l’attenzione dello spettatore su forme riconoscibili. In un certo senso, le figure rendono il caos visibile in gamme di colori. Molti elementi grafici nell’attuale corpo di lavoro rappresentano un leggero distaccamento da alcune opere precedenti. Per questa serie, volevo che l’estetica grafica assumesse una qualità digitale e che apparisse più ingenua e infantile nel suo approccio. Come se una persona senza alcuna esperienza e senza alcuna base artistica stesse esplorando un programma di disegno digitale per la prima volta. L’intenzione è di presentare abilità e destrezza giustapposti al caos e al disordine. (Erik Jones)