Giacomo Guidi è lieto di presentare le personali in galleria di Duskmann, Gerald Bruneau (Andy Warhol's dust), Maurizio Donzelli (Drawings) e Edoardo Dionea Cicconi (Layers).
Duskmann nasce da un movimento di persone che, unite dalla stessa visione di stile, creano un mondo trasversale che unisce arte e design.
Attraverso la fotografia si evidenzia una porzione di realtà in cui viene svelato un mistero. La natura è fonte di ispirazione e diventa, come missione, una continua ricerca al simbolismo.
La sala è un’installazione dove i quadri vengono assemblati, in modo da formare incastri a parete, con la consapevolezza che possono essere anche scomposti.
La magia dell’unione tra elementi, la sua possibile divisione.
Tutte le linee nascono in modo radiale dalla stessa radice, una forza energetica esplosiva e creativa. Big bang.
Il sottile filo di scambio di esperienze creative e di vita che unisce il fotografo “ritrattista" Gerald Bruneau e il padre della Pop Art per la prima volta viene raccontato in una mostra fotografica "Andy Warhol's dust" (La polvere di Andy Warhol) a cura di Agnieszka Zakrzewicz, nella galleria Giacomo Guidi Arte Contemporanea a Roma, dal 10 Giugno al 30 Agosto 2015.
Nella Hallway della galleria saranno esposte otto fotografie scattate nel periodo tra 1978 e 1988. Gerald per due anni (1978-80) ha fatto “l’operaio” della Factory di Andy Warhol, e da questo periodo provengono due scatti del “maestro” mentre dipinge da solo. Nel 1982 Bruneau tornò da Warhol per fotografarlo. I suoi ritratti hanno la magia del realismo pittorico dei dagherrotipi degli anni Quaranta del 1800, che ritraevano gli uomini in un atteggiamento di sicurezza e dignità che derivava loro dal raggiunto status sociale: Andrew Warhola (il suo nome originale) seduto sulla sedia, serio e solenne. Un’inquadratura che ne mostra la figura intera in una sequenza psichedelica. Un ritratto quadruplo a mezzo primo piano, virato in blu, che richiama il “Self Portrait“ del 1963. Un campo totale dove in una grande stanza buia la faccia chiara e il parrucchino grigio del soggetto fotografato diventano un forte contrappunto. In queste tre opere il ritrattista francese è riuscito a catturare l'aura di Andy Warhol per la quale così tanti volevano sempre pagare molto.
Dopo la morte del padre della Pop Art nel 1987, Gerald è tornato a fotografare la sua casa e gli oggetti di sua proprietà venduti poi all'asta da Sotheby's. Questa serie è diventata oggi preziosa perché ci riporta nell'intimità warholiana: la camera da letto di Andy, il salotto della sua casa con i quadri di pittori contemporanei famosi, un cavalluccio di legno che teneva in scantinato; anche uno slide show life col fotoreportage di Bruneau sul Chelsea Hotel e sul nightclub Tunnel di New York degli anni Ottanta. Edoardo Dionea Cicconi ha supervisionato l’editing fotografico e collaborato artisticamente al progetto.
In occasione della mostra Andy Warhol’s Dust è stato realizzato un vinile dalla band The Language come sonorizzazione per le foto inedite dell’artista Gerarld Bruneau.
Il disegno, tecnica con cui l’artista ha realizzato le opere in mostra, è lo strumento intellettuale e tecnico che permette la riflessione artistica e filosofica sui temi dell’immaterialità e della temporalità dell’immagine, della trasfigurazione e della trasformazione. Gli elementi poetici del lavoro di Maurizio Donzelli sono da sempre concentrati su alcuni punti focali del processo artistico: il disegno, la rivelazione dell’immagine, l’ineluttabilità dell’osservatore nella definizione dell’opera e la relazione tra luce e colore.
Negli acquerelli prende vita un segno mobile, fluttuante, che si espande sovrapponendosi a se stesso lungo tutta la superficie del foglio, facendo perdere così allo spettatore ogni idea di centralità dell’opera; in altri soggetti i disegni sembrano comporsi di gocce di colore puro, che si condensano concentrandosi sulla carta, generando nell’accostamento tra l’una e l’altra forma, nuove e inedite immagini.
A proposito di disegno si ricordano le performance della sua Macchina dei disegni che tra il 1999 e il 2004 sono state ospitate in varie città italiane, in Germania e negli Stati Uniti; la performance intitolata Il contorno delle cose presso la GAMeC di Bergamo, 2003; la mostra intitolata La natura delle cose a cura di Francesco Poli alla galleria Caterina Tognon di Venezia, 2009.
Maurizio Donzelli è nato nel 1958 a Brescia, dove vive e lavora. Ha insegnato per sette anni Teoria della percezione, Psicologia del colore, all’Accademia NABA di Brescia. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni tra cui: Spettacolo di niente, Mazzotta, 2003, stampato in occasione della sua omonima mostra presso la Calcografia Nazionale di Roma, a cura di Luigi Ficacci; Lo sguardo del disegnatore, edizioni l’Obliquo, 2003; Metamorfosi, Mousse Publishing, 2012; Maurizio Donzelli, Shin edizioni, 2014.
Si muove tra simbolismo e psichedelia la ricerca artistica di Edoardo Dionea Cicconi che presenta una serie di opere inedite all’interno della galleria. Le farfalle, soggetto delle opere ed emblema di bellezza e caducità, vengono catturate in diversi luoghi del mondo, e private, ante tempo, della loro vita fugace mettendo in atto un sacrificio: eternizzare la loro bellezza con la morte.
Attraverso teche in vetro e fotografie su lastre trasparenti Dionea rappresenta sotto forma visiva il suo universo tramite la stratificazione, leitmotiv delle opere.
Veri insetti vengono posizionati creando, attraverso la stratificazione dei fogli in vetro, effetti caleidoscopici che rimandano, insieme alle dimensioni delle teche, a una geometria quasi mai casuale, quella della natura, raffigurata anche nella geometria sacra.
Le opere rappresentano un mondo, dentro una teca o uno scrigno, in cui un insetto è il punto tridimensionale che si distingue all’interno dello spazio.