La Dorothy Circus Gallery prosegue la sua primavera romana presentando “Printemps Parisien” Special Event dedicato all’artista iraniana Afarin Sajedi.
Facendo seguito alla sua residenza a Parigi, la Dorothy Circus Gallery esporrà 10 nuove chine su carta, realizzate da Sajedi durante la sua permanenza presso La Citè Internationale Des Arts, insieme ad alcuni disegni inediti e all’opera acrilico su tela “The Chef” dalla serie “Chef Offer”.
Nelle opere di “Printemps Parisien” Sajedi capovolge i contenuti e le iconografie della sua recente produzione, scoprendo nuove storie ispirate dalla seducente e ironica influenza della cultura globale. Le donne sono ancora una volta attrici di una bizzarra e surreale vita quotidiana: cucendo, pescando, viaggiando, cucinando, prendendosi cura di tutto ciò che le circonda con un irreprensibile pazienza e amore.
Stuzzicandoci con il “Complesso di Cenerentola”, l’artista smaschera la favola del romanticismo contemporaneo, con una lunga e dolce risata, in sintonia con la consapevolezza delle donne, delle loro radici e del loro possibile futuro.
Accanto ai nuovi lavori, verranno esposti nove meravigliosi disegni realizzati a matita, tra i quali spicca la versione di Sajedi della “Crucifixion” e il gatto “Marvel”, simbolo della Metamorfosi, icona di Reincarnazione e Rinascita.
A questo evento farà seguito la prima personale italiana di Afarin Sajedi, prevista per Marzo 2016, che porterà in scena nel panorama artistico italiano un nuova ricerca composta da otto nuove opere di acrilico su tela di enormi formati.
Afarin Sajedi nasce nel 1979 a Shiraz in Iran, e completa i suoi studi a Teheran, dove consegue la laurea in Graphic Design all’ Università Azad. La creatività e la tecnica ineccepibile di Afarin Sajedi le hanno assicurato una posizione di grande rilievo nel mondo dell’arte iraniana.
Tra i diversi soggetti che Sajedi ama ritrarre, siano essi di ispirazione giapponese o clown o personaggi teatrali, vengono quasi sempre raffigurate immagini femminili. I suoi splendidi dipinti sono caratterizzati da una figura centrale, una donna su sfondo nero, che viene spesso interrotto da pesci dorati che attraversano un mistico scenario. Le donne di Afarin, dipinte da scuri pennelli su enormi formati, sono come immerse in un mare profondo di quiete e rassicurante silenzio. Il simbolismo dei pesci allude all’instabilità e alla mutabilità dei sentimenti, e al desiderio di potersi muovere liberi nella propria immaginazione, senza filtri né restrizioni. In tutte le sue opere, le figure escono letteralmente fuori dal buio, manifestando la volontà dell’artista di descrivere le emozioni delle donne: sia il dolore che la gioia di abbandonare la sicurezza delle loro case per scoprire la vita nel mondo esterno. Volti enigmatici, per scelta o necessità, che oltrepassano i confini etnici, culturali e religiosi, rappresentano la metafora universale della complessità della personalità femminile ed esprimono quello che spesso le donne non riescono a dire. La Donna è il tema chiave, introversa e a volte infelice ma sempre forte. La Donna che filtra le esperienze dai suoi occhi, lucidi o talvolta coperti da buffi occhiali. Occhi, chiusi o aperti, come simbolo del desiderio di guardare oltre ciò che vediamo, uno sguardo rivolto all’anima, che lascia entrare la luce e il dolore come da una fessura invisibile fino nelle sue parti più oscure. In ogni suo progetto, Sajedi rappresenta un diverso scorcio di vissuto, sottolineandolo con marcati e bizzarri makeup.
“Le donne amano usare il make up poiché permette loro di indossare un altro volto” dice l’artista. La sua palette, in qualche modo ispirata dalle atmosfere del “Clown” di Heinrich Boll e dalle suggestioni delle opere di Gustav Klimt, intende animare la sensazione di dolore e la capacità della donna di sostenere qualsiasi ruolo e situazione in cui decida di avventurarsi. I dipinti e i personaggi di Afarin Sajedi, intensi e ironici, evocano nello stesso momento le sfumature elaborate dei drammi shakespeariani, e di Lars von Trier, e delle surreali avventure di Cervantes e Calvino.
Sajedi ha partecipato a numerose mostre collettive e personali a Teheran con la Etemad Gallery. Ha avuto la sua prima mostra europea a Roma, quando è stata invitata a esibire il suo lavoro nella prestigiosa location di Palazzo Valentini per “Inside Her Eyes”. Nel 2013 i suoi dipinti sono stati esposti accanto ai rinomati artisti americani Colin Christian e Sas Christian, insieme all’artista italiana Francesca di Nunzio, in un four person show “God is Her Deejay”, curato dalla Dorothy Circus Gallery a Roma. Nel 2015 Sajedi è stata invitata dalla La Citè Internationale Des Arts per una residenza artistica di tre mesi a Parigi. Vive e lavora a Teheran.