Spazio Nuovo è lieto di presentare la mostra New Abstract di Carlo D’Orta (Firenze, 1955) che viene ad arricchire la ricerca della galleria nel campo della fotografia d’arte accogliendo 12 lavori recenti, tra installazioni e fotografie di grande e medio formato, in un percorso che rende omaggio alla forza prorompente della fotografia astratta. Ciò costituisce un cammino che arriva direttamente nel cuore della fotografia contemporanea, come un viaggio graduale verso l’astrazione dove i curatori salvaguardano un seducente equilibrio tra forme, linee e impressioni di colori.
Dagli anni 20 il mondo della fotografia astratta prende forma con Alvin Langdon Coburn e Man Ray fino a trionfare negli anni 50 e 60 con Otto Steinert e Gottfried Jäger. Con essi ci fu una svolta essenziale offrendo un territorio nuovo, praticamente infinito e sovente affascinante, facendo imporre la fotografia come arte a se stante.
“Sono spesso deluso dall’attuale ricerca dei terreni astratti della fotografia d’arte, mentre, di fatto, si tratta di un territorio essenziale, storico e infinitamente poetico” afferma Guillaume Maitre. “Ebbene, quando ho scoperto il lavoro di Carlo D’Orta ho finalmente trovato quell’energia creatrice, quella potenza immediata, quell’accuratezza nell’offrire un’immagine perfetta e senza finzione, mentre la realtà si dissolve lentamente”. Una nuova astrazione che conferisce il suo nome alla mostra e che parte da una ricerca sull’architettura delle città contemporanee, esaltandone la geometria, le linee e l’effetto del colore. Una specificità di Carlo D’Orta é la conoscenza approfondita della pittura che gli facilita la frequentazione dei volumi, la composizione e soprattutto un accurato utilizzo dei colori.
Il talento dell’artista risalta nel sottile equilibrio costruito in ognuna delle sue opere tra il reale e una nuova forma di astrazione. In esso la fotografia si offusca poco a poco di fronte all’evidenza delle forme e delle emozioni. Una tecnica artistica raffinata, una visione plastica che rende omaggio a Le Corbusier, Gaudi e Frank Lloyd Wright. L’autore costruisce le sue fotografie a seguito di numerosi viaggi, visioni e dubbi che alla fine sfociano in dolci certezze. La sua ricerca di una verità artistica propone una visione autonoma e purista dell’architettura, nella più semplice e naturale bellezza, privata del superfluo, chiave del lavoro d’avanguardia come insegna il grande fotografo Hiroshi Sugimoto.
La mostra dedicata a Carlo D’Orta è stata pensata come un’esperienza grafica che ripropone la fotografia come mezzo precursore di nuove emozioni artistiche. Uno spazio, un’architettura, un’emozione senza tempo.