Dal 5 marzo al 30 giugno 2015 le Porte e le Sagome in ferro di Rossana Borzelli sono esposte da Materia in Corso Vittorio Emanuele II 191 a Roma. Numerose grandi figure di 2 metri di altezza, in prevalenza femminili, formano una sorta di esercito che in prossimità dell’8 marzo invade lo spazio e le vetrine di Materia, spazio d’eccellenza di rivestimenti e componenti di pregio con il quale già da anni la Galleria Fondaco collabora nel comune obbiettivo di proporre un’accurata selezione di opere d’arte per l’architettura di interni.
Ho avuto la fortuna di nascere alla fine degli anni Cinquanta in una famiglia romana in cui creatività ed intraprendenza erano gli elementi fondamentali del vivere. Ricordo la bottega di mio nonno Umberto Borzelli, ebanista: l’odore del legno, i compensati su cui erano raffigurati schizzi di mobili disegnati e poi realizzati da lui, e i momenti passati ad ascoltare le sue poesie in dialetto. Ricordo lo studio di mio padre, Cesare Borzelli, con i tavoli da disegno pieni di progetti e lui – in continuo movimento con i suoi rotoli di carta sotto il braccio – andare e venire per trovare sempre nuove soluzioni. Sono stati i miei riferimenti. Gli stimoli che ho ricevuto da loro mi hanno dato quel tanto di coraggio nella vita che mi ha consentito di avventurarmi nel cammino dell’arte, in cui la tenacia e l’intraprendenza sono fondamentali."
(Rossana Borzelli)
Le porte
… forza, provocazione e violenza contrapposte a femminilità, accoglienza e dolcezza: tutto questo vive ed emerge contemporaneamente nel mio lavoro istintivo, che nasce di getto e contiene le infinite emozioni dell’esistere.
Così Rossana Borzelli presenta il suo lavoro sulle Porte che dal 2005 ha cominciato a dipingere per se stessa con personali ritratti, per entrare in relazione con le persone a lei vicine e, da allora, dipinge dovunque.
Artista istintiva, di getto, ha individuato in porte e sportelli di legno dismessi un magnifico supporto per la sua pittura ad olio che, senza filtri e senza alcun trattamento, imprime sul legno sguardi, ombre d’espressione, tratti di volti, creando così opere che sono una sorta di fusione tra tecnica, materiale ed emozioni. Le opere di Rossana Borzelli entrano in relazione con il soggetto e con il pubblico, il supporto “porta” invita ad andare oltre la sua superficie, consente di entrare, quasi ad evocare un discreto, timido e riservato avvicinamento emotivo, uno scambio di anime.
Al di là del ritmo binario che ne scandisce gli estremi, ogni porta sussurra infinite ipotesi di possibili oltre. Accostata, socchiusa, spalancata oppure serrata, forse custodita da guardiani della soglia, la porta è sempre una via di comunicazione tra mondi, un varco a dimensioni interiori che segna il limite tra il dentro e il fuori: è il luogo perfetto della non appartenenza dove tutto può essere ancora celato o svelato. E quanto più a lungo una porta ha vissuto, quanto più la trama materica ne assorbe l'essenza simbolica e comunica il senso della pienezza tanto quanto il richiamo del vuoto. Anche per questo, i volti che Rossana Borzelli dipinge su porte intrise di storia hanno il medesimo, straordinario potere: trasmettono l'energia viva della presenza insieme alla struggente e irrimediabile nostalgia dell'assenza.
(Alessandra Barducci)
Le porte di Rossana Borzelli con il loro legno vissuto sono un archetipo senza tempo; il simbolo stesso del femminile nel loro alludere all’aprirsi, fare entrare, contenere, lasciare andare. I ritratti di donna sulla porta sono un vero e proprio “canto alla porta”, il fatto dietro un altro fatto, l’arte dentro l’arte.
(Paulina Miranda)
Le sagome
Adesso è il momento del ferro. Rossana non ha mai smesso di cercare, di reinventare e utilizzare materiali, ma soprattutto non ha mai smesso di proporre visioni del reale. Ma adesso è il ferro. Sempre più intransigente, sempre più disincantata, sempre più attenta ad intuire quelle fessure artistiche che le permettono d'intravedere e rappresentare cosa o chi c'è aldilà del fatto, dell'accadimento, della cronicità del tempo. Non è mai stato determinante il supporto, ha sempre cambiato: pietra, tela, legno. Ma adesso è il ferro.…. Palesemente consapevole dell'età che stiamo vivendo, età del ferro appunto, dei volti ferrosi, dell'uomo ferroso, fine e tramonto di un ciclo, dove si esprimono gli istinti più bassi dell'uomo. Prigioni di ferro che rinchiudono i sogni e la bellezza del vivere. Proiettili di ferro che uccidono anime e corpi. Cose di ferro che coprono il nostro essere. Regole di ferro che hanno dimenticato e non riconoscono più nessuna persona. Fine di un ciclo, ma ogni fine è anche l'inizio di un qualcosa che ancora non si fa intuire o capire e Rossana per questo inizio continua ancora a creare, a dipingere anche su lamiere di ferro opaco e stende colori di volti che non smettono mai di vivere e che lei conosce da sempre.
(Esper Russo)
Rossana Borzelli è nata a Roma, vive e lavora a Manziana (RM). Ha studiato arte con Leonardo Aprea a Napoli e con Giovanni Crisostomo a Roma. Realizza opere a grande scala: quadri e scenografie, dipinti ad olio su svariati supporti, dalla tela al legno. Numerose le sue esposizioni in Italia e all’estero: Francia, Belgio, Finlandia, Germania.