Il CRS - Centro Studi e iniziative per la riforma dello Stato – Archivio Pietro Ingrao presenta, dal 19 aprile al 10 maggio 2015, presso il Casino dei Principi di Villa Torlonia, Per un ritratto di Pietro Ingrao. Acrilici, olii, disegni di Alberto Olivetti, a cura di Silvia Litardi, che rientra nel programma di eventi organizzati in occasione delle celebrazioni I cento anni di Pietro Ingrao (Lenola, 30 marzo 1915).
L’esposizione intende rendere omaggio alla vita e all’opera di Ingrao, mostrando un ampio corpus di opere pittoriche e disegni realizzati da Alberto Olivetti – legato a lui per ragioni affettive e culturali. Sarà presentata, inoltre, un’inedita documentazione (fotografie della sua casa natale e dei luoghi d’infanzia, corrispondenze, appunti e scritti), messa a disposizione dalla famiglia e dall’Archivio Pietro Ingrao e relativa al suo mondo privato e familiare – evocato da Ingrao nel volume autobiografico Volevo la luna (Einaudi, 2006).
Il titolo Per un ritratto di Pietro Ingrao allude al duplice senso racchiuso nel termine “ritratto”: restituisce la fisionomia individuale del soggetto in posa – Ingrao nelle opere di Olivetti – e, allo stesso tempo, fa riferimento a una dimensione d’ordine spirituale e morale. Le opere concorrono a delineare un ritratto del mondo di Pietro Ingrao negli anni in cui l’uomo politico rende pubblica la sua costante ricerca poetica. Infatti, è proprio nell’estate del 1984 a Lenola, in provincia di Latina, che Olivetti ritrae Ingrao mentre lavora alla sua prima raccolta di poesie, Il dubbio dei vincitori (Mondadori, 1986) dando origine a una prima serie di opere. Un secondo corpus di lavori, composto da nove tavole a olio, trae ispirazione dalla seconda raccolta di poesie L’alta febbre del fare (Mondadori, 1994).
Per un ritratto di Pietro Ingrao, che ospita oltre quaranta tra dipinti – suddivisi nei due cicli pittorici del 1984 e del 1994 – e disegni, nasce quindi da un incontro tra Pietro Ingrao e Alberto Olivetti, in cui i due accantonano i rispettivi ruoli, di personaggio politico, esponente dell’ala sinistra del Partito Comunista Italiano, e del professore di Estetica. Il progetto intende raccontare un periodo e un rapporto di amicizia attraverso una produzione pittorica rigorosa e lucida, in cui emerge una particolare “sospensione” – che spesso caratterizza Ingrao – in cui le vicende e le inquietudini personali, la storia dell’Italia degli ultimi trent’anni, si intrecciano, dando origine a un’unica narrazione.
La mostra si compone di una serie di nove ritratti di Pietro Ingrao di grandi dimensioni acrilico su carta riportata su tela, eseguiti tra giugno e ottobre del 1984 a Lenola; diciotto studi preparatori e quattro ritratti acrilico su carta di minor dimensione, studi legati alla realizzazione dei ritratti maggiori; una serie di nove olii su tavola relativi a nove componimenti poetici raccolti in Pietro Ingrao. L’alta febbre del fare. Presentati, inoltre, quattro ritratti: i primi due (matita su carta e olio su tavola), eseguiti nel 1984, raffigurano Civita Colantone, tata di Pietro Ingrao, alla quale è dedicata una delle nove poesie citate. Un terzo ritratto (olio su tavola), realizzato a Ginostra nel 1981, rappresenta Rossana Rossanda, interlocutrice assidua di Ingrao e coautrice del volume Appuntamenti di fine secolo (Manifestolibri, 1995). Il quarto ritratto raffigura Franco Fortini, autore con Alberto Olivetti e Gianni Scalia del volume Conversazione su Il dubbio dei vincitori (Cadmo, 2002).
Le opere sono accompagnate da una serie di fotografie inedite eseguite da Sergio Castellano, che ritraggono Olivetti e Ingrao nel corso delle sedute di posa nello studio allestito a Lenola nel 1984, restituendo gli ambienti e le luci della casa natale. Infine, fogli di corrispondenza, appunti e manoscritti costituiscono materiale di approfondimento per acquisire una coscienza intima e diretta dell’uomo, mentre pubblicazioni rilevanti evidenziano l’opera dell’intellettuale e del politico.
Nell’ambito della mostra è previsto un evento di approfondimento, martedì 5 maggio 2015, alle ore 17.00 nel Teatro di Villa Torlonia. Ettore Scola e Nicola Campiotti parleranno di Film come arte. Rudolf Arnheim e Pietro Ingrao a Villa Torlonia [1935-1936]. Seguirà la proiezione di Tempi moderni di Charlie Chaplin.
Alberto Olivetti, nato a Siena nel 1945, vive e lavora tra Siena e Roma. È professore ordinario di Estetica all’Università degli Studi di Siena. Ha insegnato, nel medesimo Ateneo, presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia e Storia dell’Arte e ha diretto la Scuola di dottorati Logos e Rappresentazione. La sua ricerca pittorica, che corre parallela a quella nota di studioso di Estetica, è oggetto della collana Album. Disegni e dipinti di Alberto Olivetti, edita da Silvana Editoriale, che conta finora tre volumi: Nove ritratti di Pietro Ingrao. Nell’estate del 1984, contenente un testo di Rossana Rossanda; Inizi. Disegni, oli, acquarelli. 1951-1956; Il tramonto del 24 settembre 2004 a Ginostra. Con un diario. Nella medesima collana usciranno prossimamente Il ciclo di Tobia e Ritratti. Tra le numerose pubblicazioni di Olivetti, legate a questioni di teoria dell’arte e di estetica, si ricordano: Sul dipingere (Cadmo, 1990), Oro in penombra (Cadmo, 2003), Costruito instabile. Pio II e la caducità dell’opera d’arte (Cadmo, 2003), Qui e ora. Figurare il presente (Cadmo, 2003), Figura e altre note di estetica (Cadmo, 2007). Suoi studi su Pietro Ingrao sono stati pubblicati in: Franco Fortini, Pietro Ingrao, Alberto Olivetti, Gianni Scalia. Conversazione su Il dubbio dei vincitori (Mondadori, 2002) e in Pietro Barcellona, Andrea Camilleri, Alberto Olivetti, Edoardo Sanguineti, Mario Tronti. Lezioni per Pietro Ingrao (Ediesse, 2003).