Rita Urso è lieta di presentare Va, pensiero..., la prima personale di Emanuele Becheri negli spazi della galleria. L'artista presenta 35 autoritratti che appartengono alla serie inedita Va, pensiero..., un ciclo composto da 110 disegni realizzati nel corso del 2013.
In questo corpo di opere per la prima volta Becheri sembra condividere quanto nella sua ricerca artistica è sempre rimasto celato: la genesi dell'opera, il momento creativo.
L'artista si mette a nudo raffigurandosi in una serie bizzarra e divertita di autoritratti. Una rassegna di personaggi singolari, eccentrici, malinconici, ad esibire l'infinita possibilità di metamorfosi dell'autore.
La figura è al centro del foglio, ripetutamente, spesso si tratta di una miniatura di pochi centimetri. Il personaggio è vertice di ogni messinscena e si presenta in maschere continuamente diverse. Clown, equilibrista, folle, burattino, santo, mendicante, manichino, profeta, figure definite sempre da un tratto crudo, diretto, estraneo ad ogni accento decorativo.
L'artista gioca seriamente, protagonista di un mondo capovolto sperimenta ogni possibile travestimento. L'atto creativo diventa così il luogo dell'indeterminatezza fisica, dell'ambiguità sessuale e dell'eccesso. Le figure sembrano impegnate in spettacoli acrobatici, riti d'iniziazione o nella semplice ostentazione della propria eccentricità, dando vita ad un universo gremito di marionette irriverenti che ridono di se stesse e del proprio pubblico.
Ricorre in questa opere la rappresentazione dell'artista come mutilato, gli arti dei personaggi vengono sostituiti da lunghi bastoni che, sostenendoli, tracciano nella pagina al tempo stesso i confini della rappresentazione. Il disegno è la condizione in cui le figure possono esperire e definire il proprio mondo. Le aste permettono ai personaggi di mantenere il loro fragile equilibrio divenendo, in alcuni casi, dei veri e proprio trampoli per esibirsi in pose ieratiche. La ricorrente mostruosità morfologica di queste figure, la loro menomazione, va ricondotta al significato originale della parola mostro, il monstrum latino, ossia la manifestazione improvvisa di un aspetto straordinario, divino e dunque epifanico. L'artista disvela nuove realtà, uno spazio altro, così come racconta il primo disegno della serie in cui un personaggio viene raffigurato con un braccio che attraversa letteralmente la superficie di un quadro.
Va, pensiero..., titolo di ogni lavoro così come dell'intera mostra, è la frase che l'artista compone orinando su di un muro in uno dei lavori esposti in galleria, un gesto irriverente e provocatorio che riconduce il processo creativo all'immediatezza di un bisogno fisiologico senza alcuna esigenza di complesse costruzioni concettuali.
Emanuele Becheri (1973) vive e lavora a Vaiano, PO. Tra le mostre personali ricordiamo: Future Perfect, 2014, Ex-Solvay Headquarters, Bruxelles, a cura di Marie Canet; Alcuni istanti del mio tempo, 2013, Elastic Gallery, Tempus edax rerum, 2012, LUMI Project, Roma, a cura di Gino Pisapia; Impressioni, 2010, Galerija Gregor Podnar, Berlino; Hauntology, 2010, MAN (Museo d'Arte Provincia di Nuoro), Nuoro, Italy, a cura di Saretto Cincinelli; Aprés coup, 2009, Museo Marino Marini, Firenze, a cura di Simone Menegoi; Time out of joint, 2008, PAC, Padiglione d'Arte Contemporanea, Ferrara, a cura di Maria Luisa Pacelli; Shuffling the same card, 2008, Galleria Enrico Fornello, Prato. Tra le collettive segnaliamo: L'immagine del tempo, 2014, RITA URSO, Milano, a cura di Gino Pisapia; La Magnifica Ossessione, 2013, MART, Rovereto, a cura di Denis Viva; Brightlight/Darklight, 2012, American Academy, Roma, a cura di Ludovico Pratesi e Valentina Ciarallo; Genealogia#1,(con Carlo Guaita), 2012, Galleria Fuoricampo, Siena, a cura di Ludovico Pratesi; Notturno, unosolo_project room, Milano, a cura di Paola Caravati; Le Méthode graphique et autres lignes, 2010, Galerie Edouard Manet, Gennevilliers, Parigi, a cura di J. Carrier e J. Neves; La Pesanteur et la Gràce, 2010, Collège des Bernardins, Parigi, a cura di Eric de Chassey, mostra itinerante presentata anche a Villa Medici, Académie de France, Roma; And yet it moves, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene, a cura di Pieternel Vermoortel, Inti Guerrero e Julia Klaering.