Dalla collezione dellʼIsrael Museum di Gerusalemme giungono per la prima volta in Italia 140 lavori di uno degli artisti più amati del Novecento, Marc Chagall, il cui linguaggio è così universale da essere amato da tutti e da tutti conosciuto e riconosciuto e che, tra tutti gli artisti del secolo scorso, è rimasto fedele a se stesso pur attraversando guerre, catastrofi, rivoluzioni politiche e tecnologiche. Attraverso disegni, olii, gouache, litografie, acqueforti e acquerelli, la mostra racconta la sua poetica influenzata dal grande amore per la moglie Bella e dal dolore per la sua morte prematura avvenuta nel 1944, ripercorrendo la sua vita e la sua arte che fu commistione delle maggiori tradizioni occidentali europee - dallʼoriginaria cultura ebraica a quella russa, allʼincontro con la pittura francese delle avanguardie.
Fondato nel 1965, lʼIsrael Museum ospita collezioni di opere dʼarte che attraversano la cultura ebraica dalla preistoria al contemporaneo. Allʼinterno della collezione non poteva mancare lʼopera di Chagall, i cui lavori sono stati donati al museo dallʼartista stesso, dalla figlia Ida e da sostenitori dellʼistituzione che proprio questʼanno compie 50 anni e per lʼoccasione concede eccezionalmente i prestiti per la mostra romana al Chiostro del Bramante.
Le 8 sezioni tematiche della mostra disegnano una mappa artistica e spirituale complessa e caleidoscopica che sta a fondamento del profilo apolide dellʼartista; lʼoriginalissima lingua poetica di Chagall nasce infatti dallʼassimilazione delle tre culture cui appartiene: la cultura ebraica (dalla cui tradizione visiva dei manoscritti ornati egli trae gli elementi espressivi, non prospettici a volte mistici della sua opera); la cultura russa (cui attinge sia attraverso le immagini popolari dei luboki che attraverso quelle religiose delle icone); la cultura occidentale (in cui assimila grandi pittori della tradizione, da Rembrandt agli artisti delle avanguardie che frequenta con assiduità).
Ma lʼopera di Chagall è anche altro, perché la sua meraviglia di fronte alla natura, il suo stupore di fronte alle creature viventi conferisce quellʼarcaicità quasi medievale alla sua poetica novecentesca. La mostra raccoglie in particolare lavori grafici e ripercorre i temi fondamentali della produzione di Chagall: dalle radici nella nativa Vitebsk (Bielorussia), descritta con amore e nostalgia nella serie Ma vie (My Life), allʼincontro con lʼamata moglie Bella Rosenfeld, della quale illustrò i libri Burning Lights e First Encounter, pubblicati dopo la morte prematura dellʼamata.
Unʼintera sezione è dedicata alle illustrazioni della Bibbia con temi che esercitarono sempre un grande fascino su di lui e che rivelano unʼinterpretazione straordinariamente “umanista” delle Scritture come il ciclo dʼincontri storici tra lʼuomo e Dio, interpretazione dellʼAntico Testamento.
Oltre alla varietà di temi molto più ampia rispetto alla maggior parte dei suoi contemporanei, molti erano i campi nei quali Chagall esprimeva la sua arte quali la pittura, la scultura, il mosaico, la scenografia, la scrittura e lʼincisione: questʼultima è ampiamente approfondita nel percorso espositivo che mostra le peculiarità delle opere eseguite con le diverse tecniche litografiche e di incisione. Nella terza sala una gigantografia riproduce anche lʼambiente della celebre stamperia Mourlot di Parigi con i suoi antichi torchi dove lavorava Chagall, stamperia frequentata anche da Picasso, Matisse, Braque e Giacometti.
La rassegna mette in luce anche il rapporto esistente nellʼopera di Chagall tra arte e letteratura, tra linguaggio e contenuto. I lavori esposti riflettono lʼidentità poliedrica dellʼartista, che è al tempo stesso lʼebreo di Vitebsk (in mostra Sopra Vitebsk), autore e illustratore che correda di immagini i libri dellʼamata sposa, artista che illustra la Bibbia (in mostra Lʼangelo caduto, gouache del 1924), originale pittore moderno che attraverso lʼiconografia cristiana piange la sorte toccata al popolo ebraico (in mostra la Crocifissione, gouache del 1944), profondo conoscitore di Le Anime morte dello scrittore russo Nikolaj Gogol (in mostra il frontespizio eseguito da Chagall e 15 delle 96 tavole - acqueforti - del 1948) e francese di adozione che disegnò le illustrazioni delle favole di La Fontaine anchʼesse in mostra (18 tavole tra acquerelli, acqueforti e gouache).
Artista grande conoscitore dellʼanima “ritraeva le debolezze umane, senza emettere giudizi” (Susan Compton, dal catalogo della mostra alla Royal Academy of Art, 1985), Chagall celebra lʼamore come dono divino (in mostra Gli amanti, olio del 1937, Coppia di amanti e fiori, litografia del 1949, Coppia di amanti con gallo, litografia del 1951, Gli amanti, gouache del 1954-55) e ritrae la famiglia, gli amici (in mostra Ritratto del Dottor I.A. Eliashev e quello di Ala Eliashev, entrambi grafite su carta del 1919) e se stesso (in mostra Autoritratto con sorriso e Autoritratto con smorfia, entrambi acquaforte del 1924-25) dimostrando di essere un maestro della linea e della superficie oltre che un eccellente colorista.
Lʼambiente espositivo pone una particolare attenzione alla scenografia delle sale e una forte considerazione della comunicazione ai visitatori dei contenuti durante il percorso di mostra. In una sala la proiezione di quattro opere che prendono forma e si completano sulla parete permette al visitatore di osservare le fasi di composizione di unʼopera di Chagall, come se il quadro stesse materializzandosi proprio in quel momento. Un sottofondo sonoro rende multisensoriale lʼintera esperienza percettiva.
Inoltre, affinché tutti possano entrare a pieno nel mondo di questo grande del Novecento, ci si potrà immergere in un quadro dellʼartista e comporre con dei magneti mobili su uno sfondo “classico” di unʼopera di Chagall il “proprio Chagall”, allʼinterno della quale poi immortalarsi con uno scatto fotografico.
E per “immedesimarsi” nella sua appassionante poetica, nellʼultima sala vi è la proiezione a parete di una delle sue opere più importanti La passeggiata (di cui in mostra è presente una gouache del 1919) che invita il visitatore a immergersi nellʼatmosfera del dipinto e a immortalare il proprio viso al posto di quello degli amanti, per portare con se un ricordo personale della visita alla mostra e del grande amore di Marc e Bella, dei quali proprio questʼanno cade il centenario del matrimonio.
La mostra Chagall. Love and Life attraverso le opere dellʼIsrael Museum illustra la sua arte, tra le più innovative del Novecento, nonché la poetica dellʼartista ebreo più apprezzato e ammirato del secolo scorso.
Parafrasando il titolo del libro della moglie Bella, le luci di Chagall risplendono ancora, di colui che non è mai stato un “artista tormentato”, anzi ha mantenuto fino alla fine della sua lunga esistenza ottimismo e gioia di vivere.