Mappa-mondo. Fotografie di dieci paesi in Sicilia è un progetto di ricerca fotografica contemporanea, voluto dall’Accademia di Belle Arti di Palermo e sostenuto da Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Curato da Roberta Valtorta, il progetto ha preso avvio in seguito al ritrovamento a Palazzo Butera, nel corso dei lavori di restauro al piano nobile, di dieci mappe estremamente dettagliate di proprietà feudali della famiglia dei Branciforte, corrispondenti ai paesi di Mazzarino, Santa Lucia, Pietraperzia, Niscemi, Barrafranca, Grammichele, Butera, Raccuia, Militello e Scordia. Sparsi tra quattro province, Caltanissetta, Catania, Enna e Messina, disseminati in un paesaggio agrario che oggi mostra evidenti processi di urbanizzazione, le dieci città del Principe parlano sia di identità resilienti alle trasformazioni avvenute nel tempo, sia di snaturamento.

Giorgio Barrera, Martina Della Valle, Sebastiano Raimondo, Moira Ricci, Sandro Scalia, Maria Vittoria Trovato sono i sei fotografi incaricati dall’Accademia di Palermo di produrre dei progetti fotografici a partire dalle dieci mappe. Dipinte a olio da più artisti (ad oggi se ne conosce solo uno, Filippo Giarrusso) intorno alla metà del 1700, queste opere antiche sono portatrici di importanti indizi che hanno permesso una lettura del presente e una ricognizione in situ delle permanenze, un dialogo con la storia e l'attualità dei luoghi, vuoi con ricognizioni fotografiche esperienziali e puntuali, vuoi con creazioni immaginifiche di nuovi paesaggi.

L’intero corpus di fotografie realizzate (72 stampe, dodici stampe per ciascun autore) è entrato a far parte della Collezione dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.

In mostra fino all’11 dicembre a Palermo, presso Palazzo Butera, è esposta una selezione di opere realizzate dai sei autori coinvolti, allestita luogo il percorso espositivo che ospita la ricchissima collezione di Francesca e Massimo Valsecchi.

Un volume edito da Dario Cimorelli documenta il lavoro di ricerca e le opere prodotte. I testi sono di Claudio Gulli, direttore di Palazzo Butera, Monica Maffioli, storica della fotografia e Roberta Valtorta, storica e critica della fotografia e curatrice del progetto.

Il catalogo contiene, oltre alle fotografie realizzate dai sei autori (9 per ognuno) e le immagini delle mappe settecentesche, alcune fotografie, in forma di omaggio, che Giovanni Chiaramonte – a sua volta coinvolto nel progetto ma mancato nell’ottobre 2023 - realizzò in uno di questi paesi, Raccuja, nel 1999.

«Per Giovanni Chiaramonte la Sicilia diventa il luogo del ‘ritorno’ - scrive Monica Maffioli nel catalogo -, la terra alla quale sente di appartenere e dove, non a caso, svolge gran parte del suo lavoro sia come fotografo sia come docente presso la facoltà di Architettura dell’Università di Palermo, formando una generazione di fotografi siciliani che hanno introiettato i principi del suo percorso intellettuale e professionale; allievi che, in alcuni casi, condividono con il ‘maestro’ le sue giornate siciliane trascorse alla ricerca dei luoghi del racconto umano, testimoniato dal paesaggio, dalla natura e dall’abitare».

Il lavori dei 6 fotografi. Giorgio Barrera, Martina Della Valle, Sebastiano Raimondo, Moira Ricci, Sandro Scalia, Maria Vittoria Trovato

«Il titolo Mappa-mondo non è privo di ironia, come sottolinea Roberta Valtorta nel suo testo in catalogo. Le mappe ci raccontano di 10 paesi in Sicilia e non dell’intero mondo, così la fotografia, come la intendiamo oggi, non potrebbe mai darci una rappresentazione fedele e completa di un territorio.

Ecco, quindi, che il trattino esprime la singolarità di questo progetto fotografico: unisce ma soprattutto distanzia la mappa dal mondo, cioè la rappresentazione dei luoghi, il fenomeno artistico, dalla loro realtà fenomenologica, diventa espressione dei diversi possibili mondi visivi nati dai progetti dei sei artisti impegnati in questo lavoro siciliano».

Giorgio Barrera, Martina Della Valle, Sebastiano Raimondo, Moira Ricci, Sandro Scalia, Maria Vittoria Trovato, hanno sviluppato sei diverse riflessioni sul territorio che cambia e sul senso dei luoghi nel tempo partendo quindi dai 10 feudi dei Branciforte principi di Butera, rappresentati nelle dieci grandi e affascinanti mappe settecentesche conservate a Palazzo Butera.

Non si è trattato però di una “documentazione” ma di indagini completamente libere, in senso fisico e soprattutto mentale. I sei fotografi coinvolti hanno esplorato il territorio con approcci liberi e personali, utilizzando la fotografia come mezzo per costruire immaginari e narrazioni uniche. Questo ha permesso di affermare la soggettività nella rappresentazione e di evidenziare il potenziale della fotografia nel reinventare e re-immaginare il paesaggio, intrecciando storia, memoria e visione contemporanea.

Giorgio Barrera (Cartofotografica) ha realizzato un polittico di richiamo pittorico con immagini del solo paesaggio intorno alla città, e non dell’agglomerato urbano come accade nelle antiche mappe, mettendo in discussione l’impianto prospettico tradizionale e creando, attraverso il collage digitale e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, un insieme visivo credibile ma non realmente esistente.

Martina Della Valle (Di ricotte ed altre cose) ha raccontato “di ricotte ed altre cose” riunendo immagini tra loro molto diverse (paesaggi, antichi oggetti della tradizione, ricotte, strumenti di lavoro, pecore, figure di pastori presenti nelle mappe di Palazzo Butera) e approdando a un teatrino al cui centro sta, protagonista, la ricotta siciliana.

Sebastiano Raimondo (Il mappamondo di Palazzo Butera) ha ricercato il mistero dei luoghi, le tracce della storia e insieme lo stato delle cose nella contemporaneità, raccogliendo solitari frammenti di realtà, talvolta di valore iconico, in un vagare visivo di forte tono interrogativo-esistenziale.

Moira Ricci (È in gioco la verità) ha inventato, attraverso prelievi da Google street view e interventi di intelligenza artificiale, un paese siciliano contemporaneo abitato da figurine, simile a un presepe, con i segni dell’urbanizzazione incontrollata e della distruzione del territorio, un luogo “somigliante”, ma assolutamente non esistente.

Sandro Scalia (L’eredità dei Branciforte) ha compiuto lunghi e meticolosi viaggi per individuare punti simbolici nel paesaggio antropizzato, incluso Palazzo Butera stesso, sottolineando l’importanza, in fotografia, dell’incontro con i luoghi e del ripetuto ritorno.

A Maria Vittoria Trovato (PRG) dobbiamo un’esplorazione di schietta matrice “topografica” di una serie di odierni uffici comunali di alcuni di questi paesi (così diversi dal Palazzo), in cerca di piante legate ai piani regolatori che mostrano soprattutto l’espansione urbana contemporanea, in un importante confronto tra mappe di ieri e mappe di oggi.

Alle origini di questo progetto c’è il puntuale lavoro di documentazione delle dieci città, una volta feudi dei Branciforte, compiuto dal 2016 al 2019 da circa venti studenti dell’Accademia di Belle Arti di Palermo sotto la guida di Sandro Scalia, in un confronto tra la descrizione fornita dalle mappe settecentesche e l’attualità dei territori. Le loro fotografie sono state i primi importanti materiali che hanno permesso ai sei fotografi incaricati di incontrare per la prima volta i dieci paesi siciliani.