Lo sbarco in Normandia si stava studiando da tempo, tra chi ne era fautore e chi non era d’accordo, come Winston Churchill e il generale Harold Alexander, comandante delle forze alleate in Italia, che ritenevano l’operazione inutile e dispendiosa, preferendo continuare la campagna italiana, con l’avanzata verso Nord, oltre la Linea Gustav. Per quel motivo si era intensificata la battaglia in Italia, con forze fresche, superando l’ostacolo di Cassino ritenuto avamposto tedesco insormontabile senza l’annientamento (fatto che comportò l’inutile sacrificio del monastero benedettino).
Lo sbarco in Normandia venne preparato con una serie di incontri e dibattiti in proposito dunque. Con la Conferenza di Casablanca (14-24 gennaio 1943) e di Teheran del 28 novembre – 1 Dicembre 1943 tra Stalin, Churchill e Roosevelt, ma anche con importanti vittorie ottenute sui tedeschi sia con la guerra sottomarina, che con quella aerea. L’imponente esercito nazista era battibile e questo animava gli animi nella ormai certezza che si poteva vincere la guerra. Quindi, venne messa a punto l’Operazione Fortitude, tra il dicembre 1943 e il marzo 1944, che avrebbe dovuto preparare e camuffare il vero e proprio sbarco. Che questo fosse fattibile era stato chiaro grazie allo sbarco di cinquemila commando britannici e canadesi a Dieppe, avvenuto il 19 agosto 1942: le perdite furono 4360 di cui millecento caduti, ma ci si poteva contare di aprire un altro fronte in Europa.
Soltanto nell’agosto 1943 venne deciso che lo sbarco sarebbe avvenuto in Normandia. Intanto i tedeschi, aspettandosi un’azione dal mare, avevano costruito l’Atlantikvall tra il 1940 e il 1944, che avrebbe dovuto essere difeso da quindicimila bunker e oltre trecentomila uomini, a partire da Capo Nord fino al confine spagnolo, poi realizzato sulla Manica, soprattutto intorno a Pas-de-Calais dove era più probabile che i nemici avrebbero tentato un colpo di mano. Era quindi indispensabile condurre, da parte alleata, l’Operazione Fortitude con lo scopo di convincere il nemico sull’intenzione di sbarcare proprio a Pas-de-Calais, oppure in Norvegia. Vennero costituite delle formazioni fantasma, la Ghost Army e il First United States Army Group, mentre si approntavano dei finti carri armati che dovevano essere ammassati nei pressi del futuro sbarco.
Erano mezzi finti, così come erano di cartapesta degli aeroporti nell’Inghilterra del Sud da dove sarebbero decollati i caccia, e i due porti artificiali. Il depistaggio venne condotto in modo attento e accurato, con tanto di comunicazioni radio e di movimenti fasulli di militari. Inoltre, il servizio di controspionaggio aveva catturato le spie tedesche sostituendole con doppiogiochisti capaci di convincere su intenzioni false allo scopo di liberare le spiagge del vero sbarco da mezzi e uomini che avrebbero falcidiato i militari in arrivo con i mezzi anfibi, mentre la resistenza francese operava con sabotaggi contro i tedeschi occupanti.
L’operazione funzionò e così la vera Operazione, detta Overlord, lanciata il D-Day, 6 giugno 1944, venne protetta. Vennero sbarcati 156mila uomini, con 10440 velivoli utilizzati, diecimila mezzi corazzati, 672 navi da guerra, 2807 navi da trasporto e 1191 mezzi da sbarco. Lo sbarco in spiagge come Omaha Beach, avvenuto all’alba, vide una feroce resistenza tedesca al punto che ci vollero sette-otto ore per raggiungere ripari. Naturalmente il D-Day non era pensato per la sola occupazione delle spiagge di sbarco, quindi gli angloamericani si avviarono rapidamente verso l’interno.
Il 12 giugno venne occupata Carentan, mentre l’avanzata verso Caen fu ostacolata; i tedeschi distrussero il porto di Cherbourg per renderlo inutilizzabile al nemico che lo aveva raggiunto verso la fine del mese, mentre si procedeva alla conquista del fiume Orne e di Caen. I tedeschi tentarono il contrattacco a Mortain, mentre verranno poi respinti nella Sacca di Falaise che verrà chiusa il 21 agosto con la cattura di circa cinquantamila soldati tedeschi. Finalmente il 25 agosto verrà liberata Parigi, con un 1944 che vedeva sempre più vicina la fine del giogo nazista sull’Europa.