“Voglio dipingere la pittura, spero sempre di fare quadri senza inutili volontà di spiegazioni”. Sicuramente tutte le opere che sono scaturite dalle mani e dai colori di Mario Schifano comunicano e trasmettono una bellezza che non ha bisogno di spiegazioni.
Affascinato dalle nuove tecnologie, dalla pubblicità, dalla sperimentazione e dalla fotografia, fu trai i primi ad usare il computer per creare opere ed elaborare immagini su tele emulsionate. Perfettamente inserito nel panorama culturale internazionale degli anni Sessanta, è sempre stato un punto di riferimento importante della Pop art italiana ed europea. Per la prima volta Milano presenta allo Spazio Roseto, in corso Garibaldi 95, alcune delle sue grandi opere, realizzate tra il 1966 e il 1968, mai esposte al pubblico, nella mostra “Mario Schifano. Compagni in un’oasi sotto il cielo stellato”, a cura di Monica Schifano e Marco Meneguzzo, visibile fino al 19 maggio.
“La mostra riguarda un periodo breve e intenso di Schifano, che lo vedeva da un lato impegnato a vivere, a condividere e a registrare in pittura i cambiamenti nel costume – a partire dalla conquistata libertà nelle relazioni e dalla liberazione sessuale – dall’altra a sondare i movimenti della contestazione politica, a partire dagli slogan di ispirazione maoista” – afferma il curatore della mostra, Marco Meneguzzo. Visibili in mostra la serie “Compagni, compagni” del 1968, imponenti dipinti in cui Schifano è appunto influenzato dalla cronaca del suo tempo, il polittico “Inevitabile viaggio a Marrakesh”, composto da otto tele e ispirato ai colori intensi e vibranti della città marocchina, visitata dall’artista nel 1969 e le otto tele “Tutte stelle”, mai fotografate e mai esposte fino ad oggi, realizzate dall’artista per coprire pareti e soffitto di una stanza in casa della principessa Patrizia Ruspoli a Roma.
Le stelle, di diverse dimensioni e colori, rievocano l’infanzia dell’artista ad Homs, in Libia, un paesaggio circondato da palme e stelle luminose. Ancora oggi “Tutte stelle” è considerato uno dei capolavori dell’arte contemporanea italiana ed uno dei punti di riferimento per gli studiosi di Schifano.
La mostra è stata promossa da Roseto, società milanese specializzata nella locazione immobiliare, e Harves, nuova società specializzata nell'intermediazione di proprietà di pregio del segmento luxury real estate sostenuta da Hopafin, holding leader in Italia e una delle più importanti in Europa a governo di un gruppo con core business nel settore immobiliare e creditizio. In occasione dell’inaugurazione della mostra abbiamo incontrato Rocco Alessandro Roggia, Amministratore Delegato di Roseto.
Come nasce la collaborazione con l’Archivio Schifano e il progetto sulla mostra?
Rocco Alessandro Roggia, AD Roseto: La collezione Roseto Artwork è stata allestita concentrando volutamente l’attenzione su arte contemporanea e Pop Art con particolare focus su nomi emergenti. Tuttavia, il nostro gusto personale e l’esperienza in materia maturata nel tempo, ci catturano e orientano ad apprezzare il lavoro di grandi artisti del calibro di Mario Schifano.
In questo senso, un primo avvicinamento all’arte del maestro lo abbiamo avuto diverso tempo fa, quando la passione e l’esperienza costruita negli anni ci hanno condotto all’inserimento in collezione di opere dell’artista. Ragionando in prospettiva dell’edizione 2024 del Fuorisalone, la nostra volontà era di quella sviluppare, all’interno di uno scenario prestigioso nel cuore di Brera, connessioni e relazioni tra il contesto cittadino e quello internazionale mediante il valore della visione artistica di Mario Schifano.
Al fine di concretizzare l’impegno preposto, Roseto è stata affiancata da Art Relation di Milo Goj e dalla casa d’aste Capitolium Art, attraverso cui è stato possibile sviluppare il legame con l’Archivio Schifano, istituzione che dopo aver approvato il progetto è stata protagonista non solo della scelta della opere, alcune delle quali mai esposte e mai pubblicate, ma anche responsabile della realizzazione del catalogo della mostra. L’archivio ha inoltre contribuito a dare vita ad un eccezionale percorso inedito attraverso la realizzazione di un video, presente in mostra, che rappresenta un montaggio di dettagli delle opere esposte, di alcune fotografie e diapositive realizzate da Mario Schifano per le proiezioni durante la serata-concerto del 28 dicembre 1967 al Piper di Roma, utilizzate in seguito anche per la realizzazione del film Satellite del 1968. Le musiche sono tratte dal disco “Le Stelle” di Mario Schifano del 1967.
La mostra su Mario Schifano è ospitata all’ex convento di Sant’Anna dei Teatini, un ordine religioso ormai demolito e sconosciuto alla maggior parte dei visitatori che sta apprezzando tantissimo questo gioiello nascosto nel cuore di Milano. Pensate di dedicare altri spazi immobiliari alla pianificazione di un’offerta culturale in città?
Rocco Alessandro Roggia, AD Roseto: Perseguire la nostra vocazione per l’arte essendo promotori di ponti creativi con la città di Milano è sicuramente un obbiettivo che fa parte di un disegno che sviluppa il legame tra settori a noi familiari come il design, l’architettura o il lifestyle.
Parallelamente ad occasioni come la Milano Design Week in cui siamo stati coinvolti nella condivisione di percorsi artistici, le società Roseto e Harves sono attivamente impegnate a favorire interconnessioni che arricchiscono il tessuto sociale nel suo insieme stimolando la creazioni di eventi ed esperienze che coinvolgono i sensi e nutrono la mente.
Dopo il successo ed il coinvolgimento generato da queste occasioni è sicuramente nostro interesse essere a nostra volta stimolati dall’accogliere i nostri clienti ed il nostro network in dimore in grado di suggellare innovazione ed espressioni artistiche sempre diverse pur mantenendo la ricercatezza che contraddistingue la nostra essenza.
Dal 2009 ad oggi la vostra società specializzata nella locazione immobiliare ha avuto una crescita continua con un investimento in nuovi progetti in grado di differenziare l’offerta abitativa: avete creato Roseto Prestige, Roseto Wine e Roseto Experience. Come si inserisce l’arte nel vostro contesto e nel vostro business?
Rocco Alessandro Roggia, AD Roseto: Ancora prima di inserirsi nel nostro contesto come opportunità di business, l’arte prima di tutto rappresenta una passione personale e familiare. Proprio grazie al progetto Roseto Experience abbiamo sentito l’esigenza di arredare la selezione di immobili di lusso dedicata alle vacanze decorandola con opere d’arte con l’obbiettivo di riscaldare l’ambiente rendendolo unico e peculiare. Da qui i nostri consulenti del settore ci hanno incoraggiato a investire nell’arte per essere riconosciuti non solo per il nostro segmento, che è quello immobiliare, ma anche per la promozione di un concetto lifestyle caratterizzato oggi dall’arte così come parallelamente dal mondo del vino, progettando ogni soggiorno su misura di ciascun ospite con Roseto Wine. Stiamo quindi lavorando con l’intento di rendere l’arte fruibile e aperta al pubblico tramite l’organizzazione di mostre. In questo senso, l’investimento in modo più sistematico nell’arte oltre che conferire identità ai nostri immobili, alimenta questa visione attraverso la creazione di eventi dedicati al networking e apre i nostri spazi all’arte tramite progetti “site specific”.
L’arte come bene volatile, inserita nel mercato di lusso, secondo Lei rappresenta un buon investimento? Personalmente compra o investe in opere d’arte?
Rocco Alessandro Roggia: Seguiamo attivamente da anni il mercato dell’arte contemporanea attraverso l’acquisizione di diverse opere che oggi popolano la collezione Roseto Artwork. Per la selezione delle opere lavoriamo affiancati da un team di consulenti, ovvero persone competenti ed esperte del settore. Con loro abbiamo deciso di investire sia su artisti internazionali sia su nomi emergenti non solo come segno tangibile di estetica e creatività ma anche come promozione del talento. L’idea, nel caso di investimento su artisti emergenti, è quella di contribuire alla loro crescita sul mercato anche attraverso le nostre attività con l’aspettativa che tra qualche anno ottengano sempre più successo e riconoscimento. Per noi è molto importante lavorare in modo organico coltivando gli artisti e il valore delle loro opere.