La prima grande retrospettiva di Paolo Manazza dal 2004 a oggi, presentata da Marco Meneguzzo e Robert Phillips.
È pittore, scrittore, giornalista e imprenditore culturale. Paolo Manazza è tutto questo ma la forma dei suoi colori prende luce più di vent’anni fa ed è un sintomo fin dall’inizio di quella maledetta passione – dedizione – esplorazione all’arte che lo accompagna da sempre.
Ha esordito nel 2008 con l’inaugurazione della sua prima personale presso la Fondazione Maimeri, la più grande azienda italiana di colori per artisti, con un titolo ironico e provocatorio ViceVersa: i dipinti di un critico presentati dagli artisti e da lì ha esposto in diverse sedi in Italia e all’estero. Per Marco Meneguzzo: “Parigi è il posto giusto per la pittura di Paolo Manazza. Me ne sono accorto entrando nel suo studio, e vedendo un grande lavoro verticale, astratto, cromaticamente solare, con stesure àplat ma ancora materiche, ancora con il ricordo della pennellata che ispessisce il colore nel momento in cui abbandona il contatto con la superficie. Un quadro felice e nostalgico assieme, come lo sono ad esempio i quadri di Pierre Bonnard e, soprattutto, di Nicolas De Staël”.
Come pittore, appartiene a quella generazione di artisti che ancora oggi tentano di esplorare le infinite possibilità della pittura, interrogandosi sul significato e sulla forza del colore rispetto al concetto di forma. Sensibile e profondo studioso della pittura antica e degli esiti informali della scuola newyorchese ed europea degli anni Cinquanta, oggi sperimenta le sovrapposizioni cromatiche in una pittura neoinformale che unisce la forza della gestualità alle vibrazioni del colore.
La forma dei colori, la retrospettiva dell’artista negli spazi della galleria d'arte e casa d'aste parigina ARP - Art Research Paris, nella sede di rue Faubourg Saint-Honoré, quartiere Matignon, presenta un corpus di trenta opere realizzate dall’artista milanese dal 2004 sino a oggi. E nello stesso tempo, rappresenta anche un sentito atto d'amore alla Francia e a Parigi, storica capitale dell'arte e imprescindibile crocevia di artisti provenienti da ogni angolo del mondo. Allestita fra due vie dedicate a Paul Cézanne e Paul Baudry, la mostra parigina può anche essere letta come un sincero omaggio alla tradizione pittorica francese che si rispecchia in alcune opere in mostra come: Study about Pierre Bonnard (2009), Hommage to Monet (2011) e Et voilà les premiers citoyen-consommateurs, À gauche l'esprit renaissant (2023), una rilettura dai colori sgargianti del celebre Le Déjeuner sur l'herbe di Édouard Manet.
Nel percorso altre tele e oltre a The Shape of colors (2004), che riprende il titolo della retrospettiva, sono esposti lavori come Untitled Brown (2004) e Pink Clouds (2008) e opera più recenti come Red Explosion (2020), Yellow Pink (2022), Untitled Magenta (2023), Untitled Green (2023) e il mosaico di colori intitolato Palette! More than Hundred Colours (2020).
Tante composizioni cromatiche che sprigionano una tensione, capace di emozionare e coinvolgere chi vi assiste. Come sottolinea Meneguzzo “Manazza ci invita a guardare ogni singolo quadro, e a scoprire che uno ci piace più di un altro, comprendendo così che ogni pennellata è unica e irripetibile, come gli individui”.