E’ una fotografia di grande impatto visivo, emotivo/emozionale quello che si presenta ai nostri occhi, e che determina un quadro visivo di grande efficacia e di assoluto stupore.
E’ la fotografia naturalistica attraversata nelle sue migliori interpretazioni ora di scena al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, - prosegue fino al 5 giugno - con l’anteprima italiana della 57esima edizione di “Wildlife Photographer of the Year”, il più importante riconoscimento dedicato alla fotografia naturalistica. E’ una rassegna di grande prestigio, e non a caso è promossa dal Natural History Museum di Londra. In mostra sono le cento migliori immagini selezionate tra gli oltre 50.000 scatti provenienti da fotografi di 95 Paesi del mondo che immortalano la natura e gli animali non solo nella loro bellezza accattivante che investe un mondo naturale con habitat ricchi di sfumature e di specie straordinarie, ma anche nella loro fragilità, in una condizione spesso di difficoltà dentro la quale si esprime la propria identità, come anche l’importanza a difendere e a salvaguardare il nostro Pianeta, un territorio spesso violato e non sempre ripsettato.
Ma veniamo all’immagine vincitrice assoluta della nuova edizione del Premio internazionale: è Creation del biologo francese e fotografo subacqueo Laurent Ballesta. E’ uno scatto che ritrae un branco di cernie che nuotano in una nuvola lattiginosa nel momento della deposizione delle uova a Fakarava, nella Polinesia francese: un momento unico, che si verifica solo una volta all’anno, durante la luna piena di luglio, per una specie sempre più in via di estinzione minacciata com’è dalla pesca intensiva. La laguna polinesiana è uno dei pochi posti in cui questi pesci riescono a vivere ancora liberi, in quanto è una riserva.
Rosamund Roz Kidman Cox Obe presidente della giuria, scrittrice ed editore afferma: «L'immagine funziona su così tanti livelli: è sorprendente, energica, intrigante ed ha una bellezza ultraterrena. Cattura anche un momento magico - una creazione di vita davvero esplosiva - lasciando la coda dell'esodo delle uova sospesa per un istante, come un simbolico punto interrogativo».
E altro ambito premio è quello per l’immagine Dome Home di Vidyun R Hebbar, - un bambino di dieci anni di Bengaluru, in India - che ha scattato una foto spettacolare di un ragno sospeso all’interno di una fessura in un muro.
E da menzionare sono di certo “Reflection” di Majed Ali – vincitore nella categoria “ritratti” – con un gorilla di montagna sotto la pioggia; “Testa a testa” di Stefano Unterthiner, che rappresenta due renne delle Isole Svalbard nel mare glaciale artico, che si sfidano animatamente, un elefante sott’acqua in uno zoo thailandese immortalato da Adam Oswell, il quale ha inteso denunciare questa sorta di “spettacolo” per i turisti che in realtà è una tortura per gli elefanti. E assai potente è anche la foto “Il morso del ragno” di Gil Wizen che ha ritratto il “ ragno errante brasiliano”, uno dei ragni più velenosi al mondo, del quale risalta la tessitura della ragnatela. Mentre di Brent Stirton è “prendersi cura”, un’immagine che ritrae un centro di riabilitazione dove vengono presi in cura degli scimpanzè che sono rimasti orfani a causa del commercio di carne selvatica.
E della categoria “Animals in their Environment” vincitore è l’americano Zack Clothier che ritrae un orso grizzly accanto ai resti di un maschio di alce, a cui fa da contrapunto il “corteggiamento dei corvi” di Shane Kalyn – con i due animali in un loro momento di intimità mentre si scambiano quali doni d’amore: muschio, ramoscelli e piccolo pietre.
Ma giova menzionare tra i fotografi italiani premiati, oltre a Stefano Unterthiner, I riconoscimenti speciali per Mattia Terreo (categoria Under 10 anni), Giacomo Redaelli (categoria 15-17 anni), Georg Kantioler ( “Urban Wildlife”) e da Bruno D’Amicis (Fotogiornalismo), a conferma della qualità e di una singolare progettualità per la fotografia naturalistica.