Dietro un grande uomo, c'è sempre una grande donna.
Sicuramente abbiamo sentito questa frase molte volte e poche volte ci siamo fermati a riflettere sulla sua vera profondità. Forse sarebbe meglio dire: "C'è sempre una grande donna, che la storia ha nascosto dietro un uomo...". No, non è un'esagerazione. Ci sono troppi esempi per pensare che sia stata solo una disattenzione, un'omissione involontaria.
Come disse la scrittrice Virginia Woolf: "Per la maggior parte della storia, l'anonimo era una donna". Non stupiamoci, quindi, se è più facile trovare una donna nuda dipinta in un museo, piuttosto che vedere le sue opere esposte alle sue pareti.
Artiste, scrittrici, scienziate, compositrici di musica discriminate per il loro genere o rese invisibili dietro uno pseudonimo maschile.
Così, Maria Anna Mozart (Nannerl) (1751-1829), sorella del virtuosissimo Amadeus, fu messa a tacere essendo tanto o più talentuosa del fratello. È proprio lui, che in una lettera riconosce il suo grande talento. Il padre inizialmente porta i bambini prodigi ad esibirsi davanti a importanti personalità imperiali, ma presto arriva l'adolescenza e Nannerl è relegata all'insegnamento della musica per aiutare finanziariamente i viaggi artistici del fratello.
Ben noto è il caso delle sorelle Brontë (1818), Charlotte, Emily e Anne, poetesse e scrittrici britanniche che pubblicarono le loro opere con nomi maschili per paura di essere respinte dalla pacata società britannica dell'epoca.
Sicuramente tutti ricorderanno il classico della letteratura, Cime tempestose, l'unico romanzo di Emily Brontë pubblicato nel 1847. Dal canto suo, Anne scrive The Tenant of Wildfell Hall, romanzo che tratta del diritto di una donna sposata a separarsi, lasciare il marito abusatore, un argomento che all'epoca non era proprio affrontato.
Clara Schumann (1819-1896), pianista e compositrice prodigiosa, discende da una famiglia di musicisti, suo padre fondò anche una fabbrica di pianoforti; pertanto, sin dalla sua infanzia aveva piena padronanza dello strumento. Il padre riconosce il suo dono e crea un metodo di insegnamento speciale che sarà utilizzato anche dal suo futuro marito, allievo del padre, il grande Robert Schumann. La musica di Clara delizia le fine orecchie di Niccoló Paganini, Franz List e Goethe, solo per citarne alcuni. Non smette di comporre o esibirsi in diverse città, ma la malattia del marito la porta a prendersi cura di lui e di altri compiti, allontanandola dalla musica.
Se parliamo di Albert Einstein, viene subito in mente la famosa "teoria della relatività", ma pochissimi conoscono Mileva Marić (1875-1948), fisica e matematica prodigiosa, che, incoraggiata dal padre, si recò per proseguire gli studi a Zurigo, unica città ad accettare donne nelle sue aule. È qui che la sua vita si incrocia con quella del suo futuro marito, il Premio Nobel Albert Einstein. Si è parlato molto dell'importante ruolo di Mileva nelle pubblicazioni scientifiche del marito e soprattutto nell'approfondimento della teoria della relatività che lo portò a vincere il Premio Nobel per la Fisica. Ci sono giunti diversi aneddoti sulla complicità della coppia riguardo allo studio, si sapeva che il fisico aveva sempre difficoltà con le matematiche e che quando prestava i suoi appunti a Mileva, lei glieli restituiva corretti. Di grande aiuto nell’analisi è stato l'uso del pronome "noi" nell’epistolario con la moglie, poiché darebbe conferma che i risultati scientifici sarebbero di entrambi.
Al momento del ricevimento del famoso riconoscimento, la coppia stava divorziando e il fisico destina il denaro ottenuto completamente a Mileva e ai suoi due figli sopravvissuti, riconoscimento del contributo intellettuale della moglie nell'ottenere questo premio?
Ricordate il film Big Eyes (2014) diretto da Tim Burton e basato su una storia vera? Ebbene, non è altro che la storia di Margaret Ulbrich, che, dopo aver sposato Walter Keane, prende il suo cognome. Suo marito, agente immobiliare e pittore nel tempo libero, avverte subito il talento della moglie, riesce ad esporre alcuni dei loro quadri. Guidati dalla curiosità dei dipinti, gli osservatori mostrano un maggiore interesse per i dipinti di Margaret e siccome entrambe le creazioni erano firmate "Keane" le opere vengono attribuite a Walter, che naturalmente trae beneficio dal fraintendimento e ne approfitta. È così che a poco a poco lo stile delle figure di Margaret diventa un grande successo, i suoi personaggi dagli "occhi grandi" erano stati ispirati dalla figlia Jane, nata dal suo precedente matrimonio.
Come prevedibile, l'unione con Walter inizia a logorarsi a causa di tutte le bugie e gli inganni scoperti, è così che Margaret arriva ai tribunali delle Hawaii per la discussione dei suoi diritti d'autore sui suoi dipinti. Il marito cerca di continuare con l'inganno, ma viene smascherato in quanto durante la causa ad entrambi viene fornito il materiale per il realizzare un dipinto, e mentre Margaret riesce a realizzare un personaggio dai grandi occhi, Walter incapace di realizzarlo viene smascherato. Viene allora riconosciuta, indiscutibilmente, la maternità dei dipinti a Margaret Keane.
Se questa situazione, verificatasi a metà degli anni '50, ci sembra inconcepibile, cosa ve ne pare che a metà degli anni '90 alla scrittrice Joanne sia stato suggerito di firmare i suoi libri per adolescenti con uno pseudonimo con delle iniziali, perché così non si potesse identificare il suo genere? Incredibile, vero? Ma è così che Joanne raggiunse una "anonima" fama sotto lo pseudonimo di J.K. Rowling, madre della saga di libri sul piccolo mago Harry Potter che vede la luce nel 1997. La scrittrice confesserà in seguito che un altro motivo per usare lo pseudonimo sarebbe stata la paura provocata dal suo ex marito, con il quale era stata insieme poco più di un anno, finendo la convivenza con un'ordinanza restrittiva nei suoi confronti.
Siamo in pieno ventunesimo secolo e queste storie inconcepibili continuano ancora. Alcune cose sono cambiate, sempre più uomini apprezzano e rivendicano i risultati e gli obiettivi raggiunti dalle loro coetanee. Ci sono donne diligenti e impossessate che continuano ad aprire spazi e difenderne quelli che sono già stati conquistati.
Mai più anonime, mai più dietro nessuno, mai più discriminate per genere. Che l'unica ombra che ci nasconda sia quella dell'albero su cui ci appoggiamo per liberare la nostra creatività e i nostri sogni!