Ancora una volta riaccendiamo la luce sui luoghi di quel mediterraneo fondativo della storia occidentale e sui 4 temi ormai ineludibili per il nostro tempo e fortemente connessi: fare Cultura, favorire la Pace, valorizzare la Natura e proteggere la Salute: così il direttore artistico di Armonie d'Arte Festival, Chiara Giordano, presenta la XXI edizione del Festival che si pone sempre più come un ineludibile strumento per rappresentare la Calabria e un Sud positivo che, nonostante il drammatico periodo, continua a credere e scommettere sul futuro.
Un programma di prestigio che da agosto a settembre vedrà in scena musica, teatro e danza, ribadendo il profilo internazionale del Festival che coniuga la creatività contemporanea – non pop commerciale - ai repertori classici, nel solco di quelle “armonie d’arte” che nelle intersezioni di linguaggi, tempi e luoghi, hanno trovato da sempre la cifra connotativa del Festival; soprattutto con la volontà di non essere casuali e solo giustapporre spettacoli a secondo di opportunità di agenzia o di botteghino.
Un Festival – ribadisce Giordano – è un pensiero, innanzitutto; il pensiero di Armonie d’Arte oggi è creare un distretto del Patrimonio di straordinario valore materiale e immateriale in questo territorio del medio ionio; e cioè vivere dello storico sito del Festival, il Parco Archeologico di Scolacium a Borgia (Cz), le cui imponenti pietre millenarie in un vasto uliveto secolare celebrano l’incantevole connubio fra Natura e Cultura, e che, per raro fascino, condivide con molte regioni del Mediterraneo un senso di intima antica appartenenza. Ma da quest’anno, per un bisogno etico nuovo, aggiungere un ulteriore particolarissimo spazio: il Parco internazionale della scultura e della biodiversità Mediterranea a Catanzaro; un luogo che si distingue per la sua unicità a livello globale, per l’inedita e preziosa compresenza di quattro simboli dal valore fortemente contemporaneo, che rimandano alla Natura, alla Cultura, alla Salute e alla Pace. Infatti all’interno dello stesso parco, un vasto rigoglioso polmone verde di biodiversità mediterranea, in cui risiedono le monumentali installazioni permanenti di 13 artisti contemporanei di fama mondiale (Tony Cragg, Mimmo Paladino, Jan Fabre, Antony Gormley, Marc Quinn, Wim Delvoye, Stephan Balkenhol, Dennis Oppenheim, Michelangelo Pistoletto, Mauro Staccioli, Daniel Buren, H.H. Lim, Gianfranco Meggiato). Sul Parco si affacciano anche un Ospedale e un prezioso Museo storico militare, come un unico silenzioso monito per la Salute e per la Pace rivolto a noi tutti.
In cartellone artisti stellari, lavori di intrigante interesse, con prime assolute, esclusive italiane, produzioni e coproduzioni. Ogni spettacolo rimanda ad una “Rotta”, lungo latitudini geografiche e culturali, perché Armonie d’Arte Festival è parte del più ampio innovativo progetto “Nuove rotte Mediterranee”, una rinnovata narrazione del mare nostrum nel segno di un possibile ripensato umanesimo.
Si parte il 10 agosto con il prodigioso chitarrista americano Stanley Jordan; a seguire, l'11, l'intrigante concerto di Mario Stefano Pietrodarchi e il suo Ensamble con un concerto in mondovisione con 200 Paesi, grazie al progetto speciale siglato “Estate all’Italiana Festival” del Ministero degli Esteri e ItaliaFestival; il 12, la “Bestiale comedìa” di Vinicio Capossela, concerto tra musica, pensieri e poesia, in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri; il 17 agosto un coinvolgente lavoro di Roberto Castello (Mbira) che rimanda ai temi delle rotte africane; il 19 agosto è di scena l'eccellenza assoluta della musica internazionale, i Berliner Philarmoniker (nella formazione da camera) e la strepitosa icona del violinismo internazionale Victoria Mullova; il 20 e il 21 agosto, per una prima italiana in esclusiva, la Malpaso Dance Company, compagnia di danza contemporanea tra le più interessanti, cubana ma con attività residente al Joyce di New York; il 22 la performance tutta fatta di emozionanti nuance di Elina Duni. Il 24 sarà la volta della superba Maria João Pires, la pianista portoghese di fama internazionale che incanta letteralmente con il suo apollineo pensiero e gesto musicale. Per il teatro un poker d’assi con una marcata connotazione innovativa: il 25 agosto la più accreditata compagnia di teatro contemporaneo, la tedesca Rimini Protokoll, con una coproduzione internazionale fortemente tecnologica “The Walks”; il 27 agosto il lavoro scritto e diretto da Elio Germano “Segnale d'allarme”; il 28 agosto, sempre per le celebrazioni dantesche, una nuova coproduzione “Il Paradiso” di Salvatore Sciarrino con in scena Anagoor che il Festival ha già molto applaudito lo scorso anno; infine, il primo settembre, il potente lavoro, Il Terzo Reich, di Romeo Castellucci che si conferma uno dei più straordinari artisti italiani viventi. Molto altro, compresa la sezione dedicata all’arte visiva e alla ricerca siglata “Art Screening e Residenze artistiche 2021” a cura di Maria Luigia Gioffré, e quella Armonie OFF che, fuori dall’identità connotativa del festival, in, collaborazione con EsseEmmeMusica, ospita eventi pop e di beneficenza (il 6 agosto Francesco De Gregori, il 16 agosto Francesco Renga per la IV edizione di Artisti in Corsia, il 26 agosto Gianna Nannini) .
Con l’edizione 2021 il Festival attiva anche una serie di importanti partnership: con My World, società di cash back, sviluppo territoriale e internazionalizzazione, per favorire la sostenibilità e potenziare la distribuzione del brand Armonie d’Arte e, nel contempo, veicolare concretamente l’immagine della Calabria positiva, bella ed efficiente; con la Consulta dei Calabresi del Mondo, grazie al protocollo approvato dagli 8 Consultori in rappresentanza di tutti i Paesi e dal suo attivissimo coordinatore e vice presidente Salvatore Tolomeo. Il Maestro orafo Michele Affidato realizzerà gli speciali riconoscimenti per alcuni personaggi del Festival.
Abbiamo creduto che davvero la “bellezza salvasse il mondo" – sottolinea, infine, Chiara Giordano – ma alla bellezza non interessa affatto salvare il mondo. E siamo noi a dover salvare lei, per avere l'illusione dell'eternità nel nostro umanissimo (o umanistico) anelito di infinito e nel nostro olimpico desiderio di spiritualità. Nonostante le tante difficoltà e problematiche economiche, ancora purtroppo in parte non risolte, anche se risoluzione - per criticità amministrative e burocratiche non imputabili alla Fondazione - noi proseguiamo con determinazione e anche tanta pazzia, convinti che la Cultura è una sorta di Chiesa laica che, quindi, non può fermarsi. L’Arte, in ogni tempo di durezza e incertezza, ha sostenuto la resistenza, contrastato la deriva, confortato la fiducia, acceso la speranza, inventato il futuro. In ciò il Festival assume un ruolo “di servizio”, imprescindibile.