E così la verità delle mie figure, invece di essere superficiale, sembrava sbocciare dall'interno verso l'esterno come la vita stessa.
(Auguste Rodin)
Noi non vogliamo copiare la natura. Non vogliamo riprodurre, vogliamo produrre. Vogliamo produrre come una pianta che produce frutti e non riprodurre.
(Hans Arp)
Alla Fondazione Beyeler a Basilea in Svizzera, sede di una delle più interessanti collezioni d’arte moderna e contemporanea e luogo di eventi e mostre straordinarie che attirano un vasto pubblico, è in corso RODIN/ARP, un’esposizione museale unica. Infatti per la prima volta si assiste al dialogo artistico tra due colossi della scultura: Auguste Rodin (1840-1917) e Hans Arp (1887-1966) in un confronto tra l'opera pioneristica del grande riformatore della scultura moderna della fine del diciannovesimo secolo e il lavoro autorevole di uno dei maggiori protagonisti della scultura astratta del ventesimo secolo.
La potenza dell’innovazione artistica e il gusto spiccato per la sperimentazione sono i tratti eccezionali che legano i due artisti. Le loro opere hanno lasciato un'impronta profonda nella loro epoca, hanno attraversato un secolo e non sono mai passate di moda e oggi mantengono intatto sia il loro valore e sia il loro pregio. Le creazioni di Auguste Rodin e di Hans Arp illustrano in maniera impressionante ed esemplare gli aspetti fondamentali dello sviluppo della scultura moderna. Non si sa ancora con certezza se Rodin e Arp si siano mai incontrati, ma i loro lavori presentano legami di parentela artistica e riferimenti comuni, così come differenze formali ma il confronto diretto rende ogni loro creazione un'esperienza visiva particolarmente eloquente. E come preludio al percorso della mostra, nel Foyer s’incontrano due capolavori “che narrano un capitolo importante nella storia della scultura” come spiega Raphaël Bouvier, curatore alla Fondation Beyeler. Da una parte l’iconico Pensatore di Rodin, concepito nel 1880 e dall’altra l’imponente Tolomeo III, datato 1961 e firmato da Arp. Dalla figurazione all’astrazione.
Con la presentazione di 110 opere circa prestate dai musei e dalle collezioni private di tutto il mondo, RODIN/ARP è una tra le esposizioni di scultura più vaste organizzate fino ad ora dalla Fondazione Beyeler. Nella prima sala, ecco il punto di partenza: “Due omaggi di Arp a Rodin con la scultura Automatic Sculpture (Hommage à Rodin) di Hans Arp del 1938 e una sua poesia intitolata Rodin del 1952 e dedicata al suo predecessore” dice Bouvier. L’esposizione continua in un articolato dialogo tra i due protagonisti e conduce alla visione emozionante di sculture iconiche e potenti come Il bacio di Rodin o Torso di Arp. Guidati dallo studio e dalla sperimentazione, i due artisti sfidano i temi esistenziali, dal processo della creazione e della crescita dell’uomo che si incrocia e si fonde nella vita della natura fino alla metamorfosi, alla trasformazione, alla simbiosi tra gli esseri. “Se, per Rodin, la frammentazione dei corpi e le superfici complesse rappresentano un passaggio nella figurazione dell’uomo e del mito della perfezione umana, inteso come ideale artistico, le figure levigate di Arp riflettono il dilemma tra la perfezione artistica e la decadenza”, osserva Bouvier. Nel cuore della mostra gruppi scultorei di altissimo impatto e una monumentale scultura all'aperto nel parco del museo e, nel percorso, si possono ammirare anche i rilievi di Arp, nonché disegni e collage dei due artisti. La mostra è stata progettata dalla Fondation Beyeler, Riehen / Basel, in collaborazione con il Museo Arp Bahnhof Rolandseck, Remagen, e organizzata in collaborazione con il Musée Rodin, Parigi.