Vecchiato Arte presenta Christian Verginer Legacy, l’artista altoatesino ri-torna a Padova con un’esposizione nella sede di Vecchiato Arte, in via Dondi Dall’Orologio. Lo scultore indaga il rapporto tra uomo e natura pre-sentando, questa volta, la sua eredità e il suo lascito alle generazioni future e concentrando la sua attenzione verso i soggetti che più gli sono cari, i bambini e la loro innocenza.
Artista internazionale nato ad Ortisei, dove vive e lavora, ha esposto nelle più importanti sedi museali e fiere di tutto il mondo. Più volte presente ad Arte Padova collabora con Vecchiato Arte dal 2014.
Arriva ora a Padova nel piccolo scrigno della Galleria Vecchiato, in via Dondi Dall’ Orologio con la mostra Legacy. La galleria, da sempre in prima linea nella ricerca di artisti contemporanei, in questa rinnovata sede propone una nuova indagine e selezione di opere d’arte.
Una decina di sculture in legno di tiglio, che pure non essendo considerato tra i legni più nobili, plasmato dall’artista però è il più incisivo per riprodurre quel rapporto tra uomo e natura, tema tanto caro all’artista. Il legno quindi come elemento naturale che rappresenta al meglio questo le-game: la natura viene plasmata, modellata, piegata e restituisce con l’ opera finita un soggetto, che con la sua innocenza non può che rappresentare la visione che l’artista ha della realtà.
I soggetti, insieme al materiale utilizzato, sono gli elementi più importanti per capire la poetica dell’artista. Sono bambini, lontani da tutto quello che suc-cede nel mondo degli adulti. Esseri ancora capaci di stupirsi, curiosi che guardano alla realtà con meraviglia.
Ma questa è una visione che potremo realizzare alla fine, quando avremo conosciuto in profondità l’animo delle opere e dell’artista perché la prima impressione è che lo scultore non voglia soffermarsi troppo sulle espressioni del volto o sui movimenti del corpo, ma vada dritto all’essenza e allo studio delle forme, anatomicamente precise e alla posizione dei corpi, dritti e ben ancorati al terreno.
Nel suo saggio alla mostra il critico Massimiliano Sabbion descrive “le figure di Christian Verginer come mimesi tratta dal mondo reale ma, a differenza di molti artisti internazionali quali George Segal, Duane Hanson, John De Andrea, Marc Sijan, Carole Feuerman, Ron Mueck che arrivano al risultato iperrealista attraverso l’impiego di materiali polivinilici e resine che consen-tono l’esecuzione di superfici perfettamente lavorabili, in lui si ritrova invece l’interpretazione e la concretizzazione della materia trattata che è scolpita ed estratta perché è in fondo ancora una materia viva”.
Con la mostra Legacy, l’artista non pensa più solo al presente ma si interroga sulle conseguenze future delle nostre azioni, l’importante eredità che l’uomo lascia alle generazioni future.