Dal 25 luglio al 13 settembre la Galleria Civica Cavour di Padova ospita “incantocorpo”, personale dell’artista Stefano Reolon promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, a cura di Barbara Codogno. La mostra, a ingresso libero, è aperta al pubblico il giovedì e il venerdì dalle 15.00 alle 19.00 mentre il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00.
In esposizione una ventina di tele firmate dal pittore padovano, tutte di grandissime dimensioni, che creano nella Galleria Cavour un suggestivo impatto immersivo.
“Siamo lieti di proporre la mostra di Stefano Reolon – afferma l’Assessore alla Cultura Andrea Colasio- nella sede padovana da sempre deputata alla ricerca e alla sperimentazione. Reolon è un artista che racconta l’uomo contemporaneo con forme innovative che si nutrono della tradizione classica”.
Stefano Reolon ama tutto il passato classico. Suoi “maestri” sono il Buonarroti, Rubens, Van Dick e il mondo barocco fiammingo. L’artista è un dotatissimo disegnatore, conosce e padroneggia magistralmente l’anatomia e la sua pittura è inequivocabilmente classica, nel senso più alto del termine.
L’autore propone una carnalità tipicamente barocca ma resa attuale dallo sguardo dell’uomo di oggi, ponendo quindi l’accento sull’intimità delle diverse relazioni. La carnalità del barocco diventa perciò strumento per rappresentare le dinamiche interpersonali dell’oggi.
Reolon racconta l’uomo contemporaneo: le sue relazioni, le sue paure, i suoi desideri, i suoi drammi. Le vittorie raggiunte a partire dall’intelligenza della fisicità, dall’elaborazione del vissuto del corpo. Al talento, l’autore affianca un esercizio costante che coinvolge anche lo studio delle materie pittoriche tipiche del passato. Reolon “costruisce” i colori come si faceva un tempo, per poi abbinare questa antica tecnica a un gesto pittorico libero e che mescola svariati linguaggi visivi.
L’artista dipinge corpi nudi applicando alla tela ulteriori porzioni di tela. Per realizzare questo “collage” di stratificazioni utilizza lo scotch, un materiale contemporaneo di largo consumo che crea una interessante frizione con la plasticità classica del dipinto.
Le applicazioni talvolta replicano - e vi si sovrappongono - l’immagine originaria. Talvolta Reolon agisce invece innestando porzioni di corpo (che possono essere arti, tronchi, mani, volti) apparentemente incoerenti rispetto all’immagine di partenza, e sulla quale avviene l’innesto.
Usa l’immagine “a livelli”, ama la stratificazione come tecnica narrativa. La tela piatta, bidimensionale e chiusa all’interno del telaio gli risulta limitante. È per questo che Reolon ama lavorare a collage “aperti” dove vari strati si sovrappongono e sbordano dal classico perimetro del quadro.
Scrive Barbara Codogno nel testo critico che accompagna il catalogo: “I soggetti pittorici di Stefano Reolon evidenziano una costante ossessiva e perturbante: l’esposizione monumentale di corpi che popolano lo spazio e ne valicano la tradizionale superficie di confine. Sono nudi debordanti – debordano infatti anche dalla tela - composti e ricomposti nel loro agglomerarsi e dai continui interventi di innesto e sovrapposizione a collage che l’autore opera sul dipinto. Lo spettatore ne è massimamente coinvolto: il corpo che fuoriesce dallo spazio deputato contagia con impeto anche l’ambiente circostante. Si è poi travolti dalla potenza fisica della pittura che, anche per temperatura cromatica, rimanda costantemente alla carnalità del corpo. E infine, si accende il dialogo tra il soggetto dipinto e l’interlocutore grazie a quelle continue triangolazioni di sguardi che traghettano lo spettatore nella profondità di senso della narrazione”.
L’esposizione, a ingresso libero, sarà inaugurata il 24 luglio alle 18.00 con ingressi contingentati in ottemperanza alle direttive ministeriali anti Covid-19.
Stefano Reolon si laurea in Scenografia e Costume nel 1988 all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Fa esperienze importanti in qualità di collaboratore personale di Maria Letizia Amadei nell’allestimento di spettacoli all’Arena di Verona. Per alcuni anni lavora come scenografo a RAI UNO - Roma in qualità di assistente del Maestro Gaetano Castelli. La grande passione per l’arte lo riporta a Padova dove comincia la sua personale ricerca e riflessione sulla pittura e sul corpo. Da qualche anno è docente di Disegno e Storia dell’arte. Ha collaborato con alcune gallerie d’arte e con diversi enti in qualità di docente in workshop sul colore e sull’anatomia. Ha al suo attivo alcune importanti partecipazioni a esposizioni collettive di rilievo nazionale e alcune personali in Veneto.