"...E quindi uscimmo a riveder le stelle” è l'ultimo verso dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. Dopo aver faticosamente attraversato la “natural burella” che collega l'Inferno alla spiaggia dell'Antipurgatorio, Dante e Virgilio alla fine contemplano lo stellato cielo notturno dell'altro emisfero: è un presagio del nuovo cammino di luce e di speranza dopo le tenebre precedenti, "come pura felicità dello sguardo".
(Bianca Garavelli, in D. Alighieri, Inferno, Milano, Bompiani, 1993, p. 501)
La galleria The Flat - Massimo Carasi riapre le porte al pubblico, dopo la protratta chiusura dovuta al Covid 19, con una collettiva che auspica una ripartenza.
Convinti che lo spazio fisico della galleria resisterà alle bordate delle innovazioni e rimarrà essenziale in quanto punto imprescindibile di incontro e condivisione con il pubblico, riconosciamo che Nessun uomo/donna è un’isola anche nella propria solitudine (una solitudine affollatissima).
L’arte, in tutte le sue discipline, rimane il mistero più trascinante ed assistere in prima persona alle sue rappresentazioni rimarrà semplicemente di VITALE importanza.
Identifichiamo le opere d’arte con le stelle, a cui fa riferimento Dante, che illuminano il buio e in tale contesto abbiamo scelto per la mostra di fine stagione, una carrellata di lavori che vorrebbero plasmare una fisionomia dell’uomo contemporaneo con le sue passioni ed ossessioni in bilico tra dannazione e santità, sconcerto e speranza; sono opere che si riferiscono all’uomo ma non lo ritraggono direttamente. Ne evocano invece la presenza interpretando i feticci che egli lascia come tracce.
Gli artisti invitati, utilizzando nuovi e tradizionali media, adottano le più svariate tecniche per cogliere la dimensione umana con gesti talvolta semplici, altre volte categorici.
Pittura , scansione botanica, installazione, impiego di parti elettroniche, ready made reinterpretato, esplorano la dimensione dal buio verso una ritrovata via d’uscita.