Giovedì 16 maggio la Galleria Bianconi inaugura “The Mating Season of Frenzy Breeze”, personale di Gioia Di Girolamo, artista italiana nata a Pescara nel 1984, trasferitasi negli Stati Uniti, a Los Angeles, dove vive e lavora. La mostra segna anche un momento molto importante per la galleria, con la pre-sentazione al grande pubblico dei locali completamente rinnovati della sede milanese di via Lecco 20; la scelta di inaugurare la nuova veste dello spazio con la personale di una giovane artista intende sottolineare la freschezza e l'energia alla base del processo di trasformazione e crescita della Galleria stessa.
Al centro della personale di Gioia di Girolamo, curata da Andrea Lacarpia, si pone il tema dell'affetti-vità nei rapporti sociali in un mondo dove lo sviluppo della tecnologia digitale ha portato a profondi mu-tamenti nelle modalità di comunicazione, che da un lato affrancano della presenza fisica e dall’altro ne evocano la presenza enfatizzando la dimensione emotiva. La possibilità di ottenere appagamento af-fettivo con mezzi fittizi determina nuove nevrosi e dipendenze, portando al progressivo isolamento in un microcosmo senza interlocutori reali, in cui anche la percezione di sé e della propria corporeità è com-promessa dalla mancanza di scambio con l'esterno. La solitudine affettiva condizione esistenziale sem-pre più attuale, è raccontata da Gioia Di Girolamo attraverso un personaggio immaginario, chiamato Frenzy Breeze, che diviene metafora di una contemporaneità in cui la dimensione fisica è sostituita da im-magini e narrazioni facilmente reperibili online, surrogati che procurano appagamento sensoriale sostituen-dosi all'esperienza reale.
L'ambiente di Frenzy Breeze è chiuso come una biosfera che si autoalimenta senza alcun contatto rea-le con l'esterno, in un circolo continuo di appagamento di desideri alimentati artificialmente. Interessa-ta alle attuali trasformazioni nelle modalità di percepire il corpo e gli affetti, in un mondo sempre più conno-tato dalla pervasività della tecnologia e della comunicazione digitale, Gioia Di Girolamo approfondisce con sarcasmo e capacità critica i fenomeni di dipendenza da internet che accompagnano la diffusione dei so-cial media e dei contenuti che forniscono esperienze sensoriali attraverso stimoli virtuali. La necessità di co-municare con gli altri, di creare rapporti affettivi e di aumentare l'autostima, nell'eccessivo utilizzo di modalità virtuali può assumere connotati grotteschi e paradossali, esprimendo inquietudine dietro l'apparenza più dolce e ovattata.
Gioia Di Girolamo rielabora le ambiguità dell'immaginario web orientato alla soddisfazione del deside-rio, dalle chat per incontri ai video di ASMR che procurano piacere e rilassamento attraverso partico-lari stimoli sonori, mostrandone le criticità per raccontare il presente nelle sue contraddizioni. Con un'at-titudine sperimentale nell'utilizzo dei materiali, Gioia Di Girolamo unisce nelle proprie installazioni diversi mez-zi, tra i quali il video, la scultura e la pittura, attivando esperienze sensoriali che rimandano ad una fisicità impalpabile, in grado di stimolare una sensibilità insieme tattile ed evanescente. Si genera così una realtà inaf-ferrabile, in cui l'unità di corpo e individuo si dissolve generando diverse identità senza peso.
The Mating Season of Frenzy Breeze unisce opere realizzate con materiali diversi, come argilla modella-ta, felpe, tessuti semitrasparenti, pittura ad olio, pigmenti, smalti per unghie, colla vinilica, silicone e ammorbidente, che vanno a formare un microcosmo di forme in cui la dimensione biologica, sia quella elementare delle cellule e dei microorganismi che quella complessa del corpo umano, si fa eterea e dominata dalle tonalità pastello.
I limiti della trascendenza spinta all'eccesso dall'utilizzo della tecnologia e il ruolo del corpo in tale pro-cesso, tra permanenza e abbandono, sono sondati da Gioia Di Girolamo come elementi fondamentali per la comprensione di una contemporaneità in cui la tecnica trasforma l'uomo ibridando gli opposti in forme post-umane.
La pelle e la testa, spazi interstiziali tra l'individualità e l'ambiente esterno, sono i soggetti principali. Il colore dell'epidermide risuona in ogni opera, esprimendo una corporeità che diviene membrana sen-za peso, identità virtuale che può essere cambiata come un vestito. Privata di concretezza fisica, la dimensione tattile assume una valenza spirituale, in cui si trascende la realtà in favore di un mondo magico. Parte del corpo ed insieme strumento della mente, le teste sono modellate da Gioia Di Girolamo con dei lineamenti essenziali che le rendono simili ad ancestrali raffigurazioni di idoli, o figure aliene dall'e-spressione dolce e sognante, in cui il terzo occhio posto nella fronte rende percepibile il volto anche se sottosopra. La percezione fisica e la dimensione dello spirito si compenetrano ed insieme formano la complessità di una realtà senza coordinate certe e senza gravità, in cui tutto è disposto in uno spazio evanescente come il mondo digitale. Le opere video riprendono lo stile dei filmati di autoguarigione reperibili su you tube enfatizzandone i cliché estetici per mostrane l'aspetto paradossale, insieme rassi-curante e conturbante. Nonostante l'immaterialità dei pixel e della comunicazione web, l'essere umano si mostra ancora nella sua fragilità fatta di necessità affettive che lo legano al mondo degli organismi viventi, di cui la tecnologia diviene parte integrante, tra pulsioni istintive e sublimazione.
Gioia Di Girolamo è nata nel 1984 a Pescara, attualmente vive e lavora a Los Angeles. È tra i fondatori dell’artist run space ULTRASTUDIO (Pescara). Tra le principali mostre recenti: The Mating Season of Frenzy Breeze. Prologue alla Galleria Bianconi (Milano), MIND BODY alla PetCokeGallery, 2019 (Detroit, U.S.A.), Through the Last Unicorn alla 55SP Gallery, 2019 (San Paolo, Brasile) Artist Puddle Project per HoldResidency, 2019 (Tokyio, Giappone) ASMR a Dimora Artica (Milano), Matter / Non Matter al MAH Museum Angra Do Heroismo 2017 (Terceira, Portogallo) e And if I left off dreaming about you? Like a Little Disaster. Foothold, 2017 (Polignano a Mare). Ha inoltre esposto presso: TAL Gallery (Cascais, Portogallo), PPROMOTION, 2016 (Parigi), Cité des Arts, 2016 (Parigi), The Format Gallery, 2015 (Milano), Museo Michetti, 2014 (Francavilla al Mare). Nel 2017 ha partecipato alla residenza Re_Act contemporary Art Laboratory a Terceira, Isole Azzorre (Portogallo).