Dal 23 febbraio al 30 marzo 2019 la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia (Viale dei Mille, 44/B), in la collaborazione dell’Archivio Tozzi, ospiterà una mostra monografica dedicata a Mario Tozzi, un grande maestro nel ‘900 che sta vivendo un felice e fortunato momento storico. Protagoniste dell’esposizione saranno diverse opere rappresentative del periodo più ricercato dell’artista, quello dei fondi bianchi di Suna (indicativamente da metà anni ’60 a metà anni ‘70), che prende il nome dalla località sul lago Maggiore nella quale Tozzi ha risieduto per tanti anni.
Si tratta di opere che fanno parte della maturità del pittore, caratterizzate da fondi bianchi, gessosi e spatolati, che ricordano l’intonaco e l’affresco. Accanto a questi dipinti trovano spazio in mostra opere precoci, del secondo decennio del ‘900, che mostrano già una grande perizia pittorica e una straordinaria sensibilità cromatica, come “Notturno” del 1912, una chicca per collezionisti.
La pittura di Tozzi è enigmatica e fuori dal tempo, la sua ricerca ruota intorno ad una gamma cromatica raffinata e selezionata che gioca sui toni del bianco e del rosa, tingendosi talvolta di nero e illuminandosi di azzurro.
Le sue figure femminili sono ieratiche e lontane come divinità, protette da una geometria silenziosa abitata da piccole figure stilizzate, oggetti e linee che costituiscono quasi un lessico misterioso dell’artista. Nato nel 1895 a Fossombrone, vicino a Urbino, Mario Tozzi vive gran parte della sua vita a Suna, sul Lago Maggiore, nella residenza di famiglia. Negli anni ‘20 si trasferisce insieme alla moglie, di origine francese, a Parigi. Artista colto e raffinato, grazie alla ricchezza della sua formazione, fonda il “Groupe des Sept” (conosciuto come “Les Italiens de Paris”) con Campigli, De Pisis, Paresce, De Chirico, Savinio e Severini. “Mostri sacri” dell’Arte Italiana, questi giovani artisti domineranno la scena artistica nella Parigi degli anni ‘20 e arriveranno ad affermarsi a livello internazionale.
Mario Tozzi (Fossombrone, 30 ottobre 1895 – Saint-Jean-du-Gard, 8 settembre 1979) è un artista chiave per il ‘900 italiano. Con uno stile dai volumi puri muove la sua ricerca sul corpo umano, quello femminile in particolare, studiandone la sacralità nelle forme geometrizzanti e lo sguardo, vuoto sul mondo esteriore e tutto rivolto a quello interiore.