In concomitanza con l’esposizione del Mart dedicata a Margherita Sarfatti, la mostra di Casa Depero approfondisce un tema specifico legato all’attività della nota critica d’arte: il suo rapporto con Filippo Tommaso Marinetti.
Il confronto è tra due figure di spicco nel panorama del primo Novecento che hanno fortemente associato il proprio nome e il proprio volto a due principali movimenti dell’arte italiana: il Futurismo, di cui Marinetti fu mentore, e Novecento, concepito da Sarfatti sull’idea di moderna classicità.
Figli della medesima generazione, colti e cresciuti in famiglie agiate, Marinetti e Sarfatti solcano la scena artistica internazionale accomunati da una forte attitudine alla comunicazione: entrambi sono consapevoli dell’impatto di giornali, fotografie, carta stampata e non esitano a promuovere in prima persona le proprie iniziative.
Di segno opposto, gli artisti da loro sostenuti si contendono la presenza in alcune tra le principali manifestazioni, come la Biennale di Venezia: se Sarfatti cura la mostra di Novecento nel 1924, è Marinetti ad organizzare l’esposizione futurista del 1926 che vede protagonisti Fortunato Depero, Giacomo Balla, Luigi Russolo, Gerardo Dottori, Enrico Prampolini, Pippo Rizzo e Benedetta Cappa.
La mostra ripercorre i principali momenti di questo confronto, avvalendosi di un nucleo di opere delle Collezioni museali, di alcuni prestiti provenienti da musei nazionali e della documentazione presente nell’Archivio del ’900.