Simbolo di vita, nutrimento e protezione nella civiltà mesopotamica, il germoglio della palma da dattero è diventato l’emblema della famosa Maison italiana “Etro”, che fino al quattordici ottobre festeggia cinquant’anni con l’esposizione “Generation Paisley”, in mostra al Mudec di Milano.
Ad accogliere il visitatore ci sarà un gigantesco Albero della Vita con radici di idee, esperienze e viaggi, ben sedimentate e interpretate dalla famiglia Etro in tutti questi anni nelle varie sfilate. Cinquanta abiti delle diverse collezioni immergono lo spettatore in un’atmosfera magica, una wunderkammer caleidoscopica, dove effetti digitali, specchi e pareti ricoperte di tessuti raccontano la storia di un’identità con una forte consapevolezza culturale.
Le cinque stanze allestite nelle sale del Mudec costruiscono un percorso analogico e stilistico senza soluzione di continuità, testimoniando la grande ricerca antropologica che i fratelli Veronica e Kean, rispettivamente direttori creativi delle linee donna e uomo Etro, sottintendono alla produzione. La passerella per loro rappresenta un territorio onirico, un luogo – non luogo, dove viene raccontato un viaggio, una tradizione, una cultura e una storia diversa e ogni capo sfila come un pezzo da collezione. “Ricordo che abbiamo presentato la collezione Donna Autunno Inverno 14 -15, “Folk Couture”, come un omaggio alle leggendarie vie della Transiberiana, - ci racconta Veronica, - dove in un patchwork di pattern e texture contrastanti si intrecciavano tartan scozzesi, pellicce di Mongolia e ricami bohémien. Era una collezione viaggio, estremamente ricca di dettagli, ricami, trame dorate, che creavano un decorativismo esotico, dal sapore folk”.
Anche nelle sale espositive del museo delle culture si respira questo amore etnico per la conoscenza e il ripetersi all’infinito del motivo Paisley sulle pareti esprime un senso di eterna rigenerazione e un legame magico con il simbolismo. “Nella Collezione Etro Donna, Primavera Estate del 2001, Sign Symbol, mi ricordo avevamo fatto tutto uno studio sui segni, dove era nata una linea di borse e scarpe con la lettera E, molto particolare”.
Questa ricerca attenta e costante si è rivolta negli anni anche verso la manifattura come ci spiega Kean Etro: “Ho passato e passo oramai trenta e futuri anni lungo e per le strade del nostro meraviglioso territorio a occuparmi anche di materie prime e produzione e sono riuscito nel tempo a spostare il grosso della produzione in Puglia, in particolar nella Valle d’Itria. Amo questa regione, l’ospitalità della gente e del luogo, e ho voluto omaggiare con la Collezione Etro Uomo Autunno Inverno, 2014-2015, Sartoria Felice, le grandi maestranze pugliesi e tutta la sartoria italiana”.
L’attenzione per i materiali ha avuto enorme successo anche nella Collezione Etro Uomo, Autunno inverno 2001-2002, S-Upper Market dello Stile: “La Sfilata Supermercato Esselunga, in collaborazione con la famiglia Caprotti è stata presentata in un supermercato, visto come l’agorà, luogo di incontro per eccellenza dopo le otto, - afferma Kean Etro, - in quell’anno lavorammo molto bene con l’azienda biodinamica, Demeter, che certificò tutta l’operazione per delle polo piquet, dando vita alla nostra prima Collezione Organica”. In effetti, anche tutti gli abiti e le varie creazioni, esposte in mostra al Mudec, danno vita ad un’esperienza organica, unica e irrepetibile per il visitatore, che invitiamo a vivere, con animo ludico e spirito libero.