La Fondazione MAST, senza tradire la propria vocazione espositiva incentrata sui temi del lavoro e dell’industria, presenta una mostra sul 1968 in USA, non solo per ricordare un anno simbolo, ma anche per rendere omaggio al fotogiornalismo degli anni Sessanta.
Attraverso 54 immagini iconiche di alcuni tra i più celebri fotoreporter dell’epoca, la mostra racconta la data simbolo di una delle rivoluzioni culturali più significative di sempre, da una parte per restituire uno spirito del tempo segnato da disordini e sogni, dall’altra per celebrare un genere fotografico glorioso, sul punto di cedere il passo alle prime trasmissioni in diretta televisiva a colori.
Il 1968 segna una trasformazione radicale nel modo di vivere e di pensare della società. Il fotogiornalismo gioca un ruolo decisivo nel determinare questi cambiamenti: senza le foto in bianco e nero dei quotidiani, incisive e fortemente contrastate, senza le prime sezioni a colori nelle riviste, non si potrebbero nemmeno immaginare i Beatles e i Rolling Stones, lo sbarco sulla Luna e la guerra in Vietnam, Courrèges e Twiggy, la liberazione sessuale e politica, il femminismo e il movimento delle Black Panthers. Nemmeno le immagini catastrofiche di Andy Warhol, le sue infinte sequenze di Jacqueline Kennedy e Marilyn Monroe sarebbero mai esistite senza le immagini della stampa. Gli assassinii di John Kennedy, di suo fratello Robert e di Martin Luther King vengono coperti con servizi fotografici dalla stampa di tutto il mondo.
L’esposizione, oltre alle immagini iconiche provenienti dalla Monroe Gallery di Santa Fe (New Mexico), presenta un racconto sul 1968 e gli anni Sessanta, anche attraverso videoinstallazioni proiettate a 360° in ciclorama e proiezioni video di documentari storici dagli archivi della Cineteca di Bologna.