Galleria Continua ha il piacere di accogliere nuovamente nei suoi spazi espositivi uno dei maggiori protagonisti del panorama artistico internazionale: Michelangelo Pistoletto.
Dopo la sua prima mostra nel 2008, Pistoletto torna oggi ad occupare lo spazio del distretto del 798, con nuovi ed interessanti progetti, che presentano agli spettatori alcune nuove proposte pur mantenendo uno sguardo rivolto ai precedenti lavori. Il tutto è pervaso da una coerenza espressiva che si declina naturalmente nell'utilizzo dello specchio.
Lo specchio, che in forma scultorea pervade il piano terra della galleria, si struttura in forme che auto-riflettono loro stesse, riproducendosi in multipli a seconda dell'angolo tra i due elementi che la compongono. Divisione e moltiplicazione, accumulazione ed esclusione, intese come basi universali di ogni sviluppo organico, sono le tematiche fondamentali di questa tipologia di opere; già esplorate dall'artista nel 1977 sono qui realizzate in scala maggiore per il grande atrio centrale della galleria.
Al secondo piano i visitatori potranno ammirare alcuni nuovi e bellissimi esempi di quadri specchianti dalla particolare nota autobiografica, presentati al pubblico per la prima volta. Attraverso la tecnica della serigrafia, la figura dell'artista è inserita all’interno della superficie in acciaio lucidato a specchio che invita lo spettatore a far parte della scena creando una quarta dimensione di partecipazione nel presente. Michelangelo Pistoletto pone la propria figura in prima linea, impugnando un martello di legno, simbolo di distruzione generativa ripreso dalle sue famose performance a partire da quella avvenuta in occasione della triennale di Yokohama nel 2008 e l’anno successivo alla Biennale di Venezia.
Il terzo piano ospita Metrocubo d'infinito, opera che sembra riprendere a pieno i concetti dell’Arte Povera: sei specchi assemblati grazie ad una semplice corda delimitano uno spazio vuoto di un metro cubo. La curiosità e la percezione dello spettatore vengono stimolate al fine di creare un’immagine mentale di infiniti e omnidirezionali riflessi all’interno di uno spazio che non può effettivamente essere fruito. Lo specchio, la cui capacità di riflettere permane anche quando celato da ogni sguardo, diventa l’intermediario tra l’invisibile e il visibile, estendendo le capacità dell’occhio dello spettatorestesso.