Sono interessato a scoprire e assimilare gli strati deteriorati di pubblicità abbandonate sulle pareti, sbiadite e appassite dal sole. Vedo le scritture sui muri e gli strati di vernice accumulata come la psicologia della società
(José Parlá - Brooklyn, NY)
Brand New Gallery è lieta di presentare “Mirrors” la prima mostra personale di José Parlá ospitata in galleria.
Con Mirrors Parlá crea una nuova serie di dipinti astratti e poetici che reinventano il paesaggio urbano attraverso parti di muro trovati e prelevati in Italia e portati nel suo studio di Brooklyn per creare un nuovo lavoro che interpone e re-contestualizza questi detriti presentandoli come objet trouvé, un’interpretazione poetica dei luoghi visitati dall’artista.
Parlá ha raccolto poster pubblicitari strappati utilizzandoli nei suoi lavori come collage. I dipinti divengono così vettori che traspongono il suo viaggio da Milano a Roma, Napoli, Matera, Bari, Lecce e Bologna.
In queste opere Parlá riflette sulle memorie dei suoi viaggi, riportandole in Italia attraverso le sue opere, cariche così di nuovi significati.
In questa mostra José Parlá rende omaggio a diversi artisti come Mimmo Rotella, Isidore Isou, Tristan Tzara e Burhan Dogançay e movimenti artistici vicini alla sua pratica pittorica come il Nuovo realismo e il Lettrismo.
Con queste nuove opere Parlá continua a esaminare le diverse strade che il suo processo artistico ha percorso negli anni: scrittura, texture, collage e Metagraphics secondo quello che l’artista rumeno Isidore Isou, fondatore del Lettrismo, definisce come: “[...] comprendente tutti i mezzi di notazione ideografica, lessicale e fonetica, e che integra i mezzi di espressione basati sul suono aggiungendo una dimensione specificamente plastica, un aspetto visivo irriducibile che sfugge all’etichetta orale”.
Lavorando dentro questa tradizione artistica Parlá abbraccia in tutta la sua arte una “poesia fonetica visiva”. Maurice, braccio destro di Isou e teorico del Lettrismo, ha aggiunto che l’Ipergrafia è un “insieme di segni in grado di trasmettere la realtà della coscienza più esattamente di tutte le pratiche frammentarie precedenti”.
José Parlá (1973, Miami, Florida) Vive e lavora a Brooklyn, New York.
Ha studiato al Miami Dade Community College, al New World School of the Arts e al Savannah College of Art & Design.
I suoi lavori sono stati esposti recentemente presso: SCAD Museum of Art, Savannah College of Art & Design, Georgia; National YoungArts Foundation, Miami, Florida; Goss-Michael Foundation, Dallas, Texas; High Museum of Art, Atlanta, Georgia; UMMA, University of Michigan Museum of Art, Ann Arbor, Michigan; The Neuberger Museum of Art, Purchase, New York; Van Every/Smith Galleries, Davidson College, North Carolina; The Havana Biennial, Havana, Cuba; Museo de Arte de Puerto Rico, San Juan, Puerto Rico; SECCA: Southeastern Center for Contemporary Art, Winston-Salem, North Carolina, etc.
Le opere di Parlá sono incluse in numerose collezioni pubbliche tra cui: The British Museum, Londra, Regno Unito; The Albright-Knox Art Gallery, Buffalo, New York; Pola Museum of Art, Hakone, Giappone; The National Museum of Fine Arts, Havana, Cuba; UMMA, University of Michigan Museum of Art, Ann Arbor, Michigan.
Tra le maggiori collaborazioni troviamo: 11th Havana Biennial con Wrinkles of the City: Havana, Cuba project, che è stato completato nel 2012 tra Parlá e l’artista francesce JR. Parlá ha lavorato con il Caldera Arts Program al Portland Art Museum per la sua Signature Roots.
Progetti pubblici permanenti includono: una commissione del ONE World Trade Center per il suo intervento murale, ONE: Union of the Senses, il più grande dipinto di questa tipologia a New York, nel più alto edificio dell’emisfero occidentale; Barclays Center di Brooklyn e la Brooklyn Academy of Music BAM Fisher; André Balazs’ Chiltern Firehouse, Londra, Regno Unito; North Carolina State University’s Hunt Library by Snøhetta; Concord City Place, Toronto, Canada.