Diego Scroppo ha scisso La deriva delle forme, un'indagine condotta sulla natura dei suoi stessi dipinti, racchiudendola nelle pagine di due singolari libri: Stele, stampato nero su nero, custodito in un blocco di resina scura scolpito in bassorilievo e La Deriva Delle Forme stampato a colori, su carta patinata e brillante. Le pagine non contengono parole, su di esse si espande il linguaggio visionario delle forme in mutazione, dove l'occhio di chi guarda oscillerà tra il riconoscimento del concretarsi di una forma materica e il suo improvviso dissolvimento.
Si tratta di un’esperienza estetica capace di lasciare affiorare gli elementi costitutivi dell'immaginario di ognuno, perché quelle forme non sono al di fuori di noi, ci appartengono al punto che scrutarle sulle pagine equivale a contemplarci in uno specchio, o meglio in uno “speculum", e vedervi emergere, invece del nostro volto, le immagini che il tempo ha sedimentato nella nostra mente.
Questa emersione d'immagini avverrà in modo duplice: “Se nell’elemento nero le immagini sono barlumi percepibili nei riflessi sulla carta e nei rilievi scultorei, quasi celate tra il nascondimento delle ombre e le fenditure della luce, il libro a colori traccia un flusso primigenio e originario da cui provengono e verso cui scorrono tutte le forme. Forme che nell’istante della loro individuazione, parziale o totale, scompaiono, rientrando nel tutto che le comprende”.
Si tratta di un metalavoro, dunque, di un'indagine che Scroppo conduce sulla natura della sua stessa pittura e sul convergere di tecniche classiche e nuove tecnologie applicate all'arte. Ma non siamo semplicemente di fronte a una sequenza modello che riproduce in piccolo una sequenza più grande, perché racchiusa nella corteccia sintetica della Stele, la fibra della Deriva Delle Forme ha i connotati di una viva materia organica, soggetta al tempo, al cambiamento, formatasi a poco a poco, in continuo movimento.
Le opere in edizione di Diego Scroppo sono presentate da Adelinquere arte contemporanea in collaborazione con Silvia Mangosio, Roberto Padovano, Luca Pilutza e Gilda Scaglioni, saranno in mostra dal 19 al 26 maggio da 515 Creative Shop in via Mazzini 40 a Torino.
Diego Scroppo nasce a Torino nel 1981 dove si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti nel 2005. Tra le esperienze più significative uno stage di formazione curatoriale Presso Unidee, Città dell’arte, Fondazione Pistoletto a Biella e un progetto artistico in collaborazione con l’istituto LeFresnoy a Lille. Fa parte del gruppo di studenti della Fondazione Spinola Banna per l’arte.
Ha al suo attivo due mostre personali presso la galleria Guido Costa Projects e due presso il suo “ghost space” e varie mostre collettive internazionali tra cui la Biennale di scultura di Carrara “Nothing but Sculture” nel 2008, la Biennale Internazionale dei giovani artisti alla RuArts Foundation and Gallery of Contemporary Art di Mosca nel 2008 e Videocontaminazioni. Fiction / Reality, al Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea nel 2015.