Paradise Lost, il paradiso perduto: tre progetti inediti di tre artisti fotografi – Diego Artioli, Ziyah Gafić e Ludwig Thalheimer – raccontano i luoghi e le persone che da questi luoghi sono fuggite, vi sono giunte o vi resistono. Tra taglio documentaristico e approccio artistico, la serie di mostre ruota attorno al rapporto tra il linguaggio fotografico e il concetto di “terra perduta” da cui deriva il titolo della serie.
Dopo il bosniaco Ziyah Gafić sono in mostra ottanta scatti inediti di Diego Artioli ,in arte “Escapista”.
I lavori sono un foto racconto di un viaggio intrapreso da Artioli in Siria nella primavera del 2013. Bambini e adulti della regione di Idlib, nella zona nord occidentale della Siria, si sono posti davanti all’obiettivo di Artioli, giunto in quei territori con un volontario dell’associazione no profit Syrian Children Relief. Partito per documentare le attività dell’associazione, Artioli ha percorso in macchina, da clandestino, la frontiera turco-siriana, è stato testimone di un bombardamento e ha incontrato alcuni gruppi di combattenti che per lui hanno anche posato.
Il taglio è quello documentaristico per scatti nitidi e potenti. Tra le macerie e i resti di un territorio segnato dalla guerra, emerge tutta la dignitosa umanità degli abitanti, che negli occhi dei bambini trova ancora spazio per bagliori di speranza e gioco.
Le immagini si susseguono in loop su un monitor, una sorta di monolite silenzioso al centro dello spazio, mentre fa da sfondo la fotografia di un edificio bombardato e in macerie, che riveste completamente le pareti interne del Cubo.
Diego Artioli ,è nato a Bolzano da madre spagnola e padre mantovano. Ha vissuto a Bologna, in Germania, in Grecia. Attualmente vive tra Trieste e Bolzano. Alpino. Le sue foto sono apparse sul “Financial Times”, “El País”, “Stile”, “Lucky Peach”, “Visionaire”. Ha esposto in Italia e Spagna. Per Bompiani ha pubblicato il libro intitolato “I mari di Trieste”. Ha tenuto delle conferenze sul “Ruolo dell’immagine nella comunicazione”, ma ancora non capisce a che titolo.