Dall’8 aprile al 10 giugno 2017, il Marca - Museo delle Arti di Catanzaro, diretto da Rocco Guglielmo, ospita la mostra Paesagginterni che documenta gli ultimi sviluppi creativi di Alessandro Papetti (Milano, 1958), una tra le voci più interessanti della pittura figurativa italiana.
L’esposizione, curata da Marco Bazzini, organizzata dalla Fondazione Rocco Guglielmo e dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, presenta 50 opere, tra oli su tela e tecniche miste su carta, tra cui, per la prima volta, il ciclo dei paesaggi. Si tratta di un ulteriore anello di quella infinita ricerca, come testimonia anche il titolo in cui si saldano, a formare un nuovo neologismo, le parole paesaggio e interno che in arte definiscono due diversi generi pittorici. Infatti, le ultime tele che si aprono verso orizzonti dal sapore naturalistico, anche se rappresentano più luoghi mentali che naturali, prendono origine dal bisogno di uscire dal limite fisico e dal perimetro che caratterizza gli ambienti dipinti, protagonisti della serie pittorica precedente.
Come sottolinea Marco Bazzini: “Più che ritrarre un singolo soggetto, Papetti è oggi interessato a creare delle atmosfere, a gettare lo sguardo verso quel vuoto che soltanto la pittura può colmare perché non sempre quello che è dipinto rappresenta una delle gabbie mentali con cui ci relazioniamo con il mondo. Anzi, con i suoi paesaggi Papetti vuole indagare proprio la possibilità di produrre un pensiero che assomigli al mondo. È per questo che la rappresentazione umana, caratteristica nel tempo di diversi cicli nel cammino artistico di Papetti – si pensi ai primi ritratti segnalati da Testori – non appare mai in queste tele. Nessun specchio per chi guarda, nessun dramma in cui immedesimarsi”.
La mostra segna anche l’esordio di Papetti nel campo dell’arte plastica. Al MARCA, infatti, sarà esposta per la prima volta una scultura: un nudo femminile in bronzo, posto in dialogo con una tela di uguale soggetto.
Alessandro Papetti è nato a Milano nel 1958, dove vive e lavora. Ha esposto i suoi lavori in importanti fiere dell’arte internazionali e collaborato con numerose gallerie in Italia e all’estero.
Dal 1955 al 2000 ha avuto uno studio a Parigi. Tra le sue mostre in spazi pubblici e musei ricordiamo sul tema dell’archeologia industriale la mostra presso i Musei Civici di Villa Manzoni di Lecco nel 1996. Nello stesso anno, La forza dell’immagine, La pittura del realismo in Europa, tenutasi al Martin-Gropius Bau di Berlino così come la mostra Sui Generis al PAC di Milano, curata da Alessandro Riva. Tra il 2003 e il 2004 viene invitato a partecipare a numerose rassegne museali come la mostra dedicata a Testori a Palazzo Reale di Milano e la mostra La ricerca dell’identità curata da Vittorio Sgarbi ed esposta in diversi spazi pubblici in Italia. Nel 2005 la fondazione Mudima gli dedica una prima retrospettiva dal titolo Il disagio della pittura. Nel 2007 nel Musée des Années 30 di Parigi, in una mostra dal titolo île Seguin espone una serie di dipinti dedicati agli ex stabilimenti della Renault. Sempre nel 2007 Sgarbi lo invita a partecipare alla mostra di Palazzo Reale di Milano Arte Italiana, 1968-2007 Pittura. A settembre 2009, Palazzo Reale di Milano ospita la sua personale Il ciclo del tempo curata da Achille Bonito Oliva. Nel 2010, l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo ospita la prima personale dell’artista in Giappone, dal titolo Spazi Dinamici. Nello stesso anno, Villa Manin di Codroipo realizza la personale Occhi e lune a cura di Marco Goldin, in concomitanza con la retrospettiva dedicata a Edvard Munch. Nel 2011 espone al Padiglione Italia della Biennale d’Arte di Venezia L’arte non è cosa nostra a cura di Vittorio Sgarbi e al Padiglione della Repubblica di Cuba. Del 2012 è la sua personale al Museo dell’Architettura di Mosca Le fabbriche dell’utopia. Nel 2014 Luca Beatrice cura la mostra a Palazzo Penna di Perugia La pelle attraverso. A novembre del 2015 presenta il risultato di una nuova ricerca pittorica a Roma presso l’Istituto Centrale per la Grafica di Palazzo Poli. In catalogo i testi di Massimo Recalcati, Pia Capelli e Fabio Fiorani.