Il Marca, Museo delle Arti di Catanzaro celebra Armando Marrocco (Galatina, LE, 1939) uno degli sperimentatori più importanti e riconosciuti della scena artistica italiana contemporanea.
Dal 26 novembre 2016 al 29 gennaio 2017, un’antologica ne ripercorre il lungo iter creativo, attraverso 60 opere, provenienti da collezioni private, che coprono un arco temporale che dagli anni sessanta giunge fino ai giorni nostri.
Personalità poliedrica, Armando Marrocco è stato capace di passare indifferentemente dalla creazione di quadri “quasi tradizionali” alle performance più estreme, dall’arte pubblica alla fotografia indagata nelle sue qualità strumentali più impensate.
La rassegna, curata da Marco Meneguzzo, organizzata dalla Fondazione Rocco Guglielmo in collaborazione con la Provincia di Catanzaro, la Galleria d’arte Il Castello di Milano, la Galleria Antonio Battaglia di Milano e l’Associazione Culturale Spirale d'Idee, è un nuovo capitolo dell’attività del museo calabrese che si prefigge di indagare, riscoprire e valorizzare personalità artistiche del secondo Novecento che hanno dato un apporto importante se non fondamentale alla cultura italiana, pur non essendo sempre sotto le luci della ribalta.
Il percorso espositivo presenta alcuni dei suoi lavori più riconoscibili, come gli Intrecci, opere bidimensionali, che l’artista realizzava in pieno clima di Arte Programmata e Cinetica e che considerava alla stregua di sculture, formate dall’intreccio di materiali piuttosto semplici, come tele, legno, cartone bianco o ondulato. Gli Intrecci sono caratterizzati da un rigido monocromatismo: giallo, rosso, azzurro, oro. Marrocco stesso rinominava i colori utilizzati - Rm, Rosso Marrocco o Gm, Giallo Marrocco, per appropriarsene scientificamente, conferendo alle sue creazioni una matericità pittorica e un assoluto rigore spaziale.
Al Marca si trova inoltre una serie di fotografie, alcune delle quali sono testimonianza delle sue performance, che si accompagna a una ricca documentazione video delle sue azioni.
Particolarmente suggestiva è la riproposizione dell’installazione Giardino ludens, ovvero un “prato” costituito da 25 molle in acciaio armonico, dove il visitatore può entrare e interagire con l'opera, già allestita nel Parco Sempione di Milano per l’edizione di Eurodomus 3 del 1970 e mai più riproposta al pubblico da allora.
Accompagna la mostra un importante volume (Silvana Editoriale), curato da Marco Meneguzzo che costituisce un “punto fermo” di riferimento nella conoscenza dell’opera dell’artista.
Armando Marrocco Dopo gli iniziali interessi informali, nel 1959 incontra Lucio Fontana e, su suo incoraggiamento, nel 1962 si trasferisce a Milano. Le sue prime ricerche si sviluppano nell’ambito dell’Arte Programmata e Cinetica. La prima personale è a Lecce nello Spazio Andretta mentre la prima a Milano è nel 1966 alla Galleria Montenapoleone. Nel 1967 partecipa al IX Premio Silvestro Lega di Modigliana (secondo premio ex-aequo con Mario Nigro).
Nel 1969 aderisce al gruppo Art Terminal con il quale partecipa ad alcuni importanti eventi come Area Condizionata alla Galleria Toselli di Milano e Campo Urbano a Como, a cura di Luciano Caramel. Nel 1970 Pierre Restany lo invita a partecipare alle manifestazioni che si svolgono a Milano per il X anniversario della nascita del Nouveau Réalisme.
Nei primi anni ’70 i suoi interessi comprendono il comportamento, la natura e l’antropologia, fatto questo che lo porterà in seguito ad aderire al movimento Arte Genetica. A conferma di ciò si ricorda la mostra Habitat per formiche - 2000 formiche vive, tenutasi nel 1971 a Milano alla Galleria Apollinaire di Guido Le Noci. Queste esperienze saranno raccolte nella pubblicazione Calendario, con testi di Pierre Restany e Toti Carpentieri.
Dopo una serie di mostre internazionali organizzate dallo stesso Restany sul tema della comunicazione e nell’ambito della Nuova Scrittura, negli anni ’80 il primitivo interesse per il recupero dei materiali si fa sempre più vivo, come anche quello rivolto allo spazio e alle installazioni ambientali.
Nel 1988 su invito di Pierre Restany una sua scultura, La città palafitta, è installata nel Parco Olimpico di Seoul. Nel 2002 viene nominato Accademico ad honorem della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti dei Virtuosi al Pantheon.
Nel 2007 riceve l’omaggio per i cinquant’anni d’arte, Armando Marrocco Artecontemporanea, di Raffaele Gemma, Palazzo della Permanente di Milano e nel 2008 al Palazzo della Loggia di Brescia. Nel 2010 è presente con Pietra e Messaggio alla Biennale di Venezia-Architettura, a cura di Fortunato D'Amico. Nel 2012 l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia gli dedica un’importante mostra, Armando Marrocco - Io sono sempre Io, a cura di Toti Carpentieri.
Nel marzo 2013 inaugura alla Galleria Antonio Battaglia di Milano Intrecci con catalogo a cura di Alberto Fiz. Nel febbraio 2014 la Galleria d’arte Il Castello, Milano, presenta la mostra Mediterranei - Intrecci – Dimore. Nel 2015 la Galleria d’arte Il Castello e la Galleria Antonio Battaglia presentano una personale di Marrocco in occasione di Arte Fiera Bologna insieme ai Teatrini di Lucio Fontana. Sempre nel 2015 la Galleria d’arte Il Castello allestisce la mostra Intrecci nodali di Marrocco - Eielson, catalogo a cura di Angela Madesani.