Vicenza capitale del teatro. È proprio il caso di dirlo. Con il 69°Ciclo di Spettacoli Classici dal titolo Conversazioni – Il Teatro e le arti, la città veneta presenta un vero e proprio teatro totale e monumentale, uno spazio scenico straordinario che si snoda tra la Basilica palladiana e il Teatro Olimpico, luoghi deputati agli spettacoli del Festival promosso dal Comune di Vicenza, e curato da Franco Laera.
Ad aprire la rassegna teatrale uno dei più grandi registi contemporanei, il texano Robert Wilson - tra i maggiori uomini di teatro e video artisti al mondo. Il suo lavoro sul palcoscenico integra in modo anticonvenzionale diverse forme artistiche: danza, movimento, luci, scultura, musica, recitazione - che nella splendida Basilica palladiana ha presentato Hamlet: a monologue, un video-film tratto da Shakespeare, e interpretato dallo stesso Wilson, con musiche di Hans-Peter Kuhn. La famosa opera di Shakespeare nell'adattamento di Wilson ha preso la forma di un lungo flash-back. Lo spettacolo inizia, infatti, giusto prima della morte dell’eroe shakespeariano e finisce con le sue ultime parole. In quel momento prima di morire si riflette l’intera opera e nella sua voce si ritrovano le parole di Ofelia e di Gertrude, che Wilson considera i due riferimenti fondamentali, e di tutti gli altri personaggi, come se tutta la tragedia si svolgesse nella mente di Amleto. Nello spettacolo movimenti espliciti ed espressivi vivono in sintonia diretta, in una di costruzione testuale che non manca di presentare elementi personali e autobiografici che danno vigore e impulso al lavoro del regista americano.
A seguire venerdì 16 al Teatro Olimpico è stata la volta del Balletto Civile con Before Break e Killing Desdemona. Il primo spettacolo è liberamente ispirato a La Tempesta di William Shakespeare - ideazione e coreografia di Michela Lucenti, e musica originale eseguita dal vivo da Julia Kent. Così se la commedia del Bardo è in apparenza una favola fuori dal tempo e dallo spazio nell'interpretazione di Michela Lucenti diventa un mondo denso di contraddizioni che attanagliano l'uomo e il suo rapporto complesso con la realtà. Il secondo è una partitura di danza, parole, gesti e musica scritta ed eseguita dal compositore Jochen Arbeit. E sempre in Basilica Palladiana ha fatto seguito la compagnia inglese Spymonkey | Tim Crouch con The complete deaths – una prima ed esclusiva italiana - in un spettacolo diretto, inequivocabile e decisamente shakespeariano, dove si assiste a un'opera che vive all'interno di un'opera e dove i quattro attori di Spymonkey recitano versioni libere di se stessi.
Ma altri ancora sono gli spettacoli che con ritmo calzante si sono susseguiti: dalla compagnia Anagoor con Socrate il sopravvissuto - Come le foglie di Simone Derai e Patrizia Vercesi - dal romanzo Il Sopravvissuto di Antonio Scurati -, allo scrittore, regista e attore Tim Crouch con I, Malvolio, dove il cattivo maggiordomo di Olivia, Malvolio, è oggetto degli intrighi e delle beffe del Duca Orsino. E grande Teatro No è stata L'Ambasceria dell'Era Tensho con la compagnia Sakurama-Kai in un progetto speciale per il Teatro Olimpico.
Ma uno degli eventi più attesi in programma dal 28 settembre al 2 ottobre (sempre al Teatro Olimpico) è Aleksandr Sokurov in Go.Go.Go, una prima assoluta liberamente tratta da Marmi e altre opere di Josif Brodskij. Così è nel cinema di Sokurov che l'onirico si intreccia in modo originale con la storia, la letteratura, le arti figurative e il teatro. In scena sono due prigionieri – il romano Publio e il barbaro Tullio - che fanno della tensione propria della loro diversità la ragione stessa della loro sopravvivenza in una assurda condizione umana. Ed è dal loro confronto che Sokurov fa scaturire una trama densa di attese e speranze in cui muove la vita e il destino degli uomini.
Mentre di un viaggio ispirato alle celebri coppie di amanti Romeo e Giuletta, Amleto e Ofelia, Otello e Desdemona di tratterà in Lovers anch'esso in programma dal 28 settembre al 2 ottobre in Basilica Palladiana. E la chiusura è di certo senza respiro con La tempesta (7-9 ottobre, Basilica Palladiana) della compagnia Naturalis Labor, in un racconto del naufragio che vive prima di tutto nella mente del protagonista, attraverso la rievocazione dei diversi personaggi - da Amleto a Re Lear – dell'opera shakesperiana; a Delfi cantata con Moni Ovadia e Studio Azzurro, dove il vecchio custode-cicerone delle rovine di Delfi parla e urla a un interlocutore muto. Racconta la sua amarezza per l'insensibilità dei turisti che visitano le bellezze del sito, in maniera assente e passiva lontana da gusti e valori. Infine il 7 e 8 ottobre è Macbeth?, una prima assoluta con Patrizia Zanco e Vitaliano Trevisan, che indagano una delle figure più paradigmatiche della letteratura shakesperiana, a coronamento di una rassegna dai mille e profondi risvolti e dai grandi entusiasmi.