La Estorick Collection of Modern Art di Londra festeggia nel 2013 il suo quindicesimo anniversario. Per celebrare questa speciale ricorrenza il museo inaugura una mostra dedicata a Giorgio Morandi, maestro della “poetica della misura”. La mostra comprende circa ottanta opere su carta intime e meditative, e ripercorre con acqueforti e acquarelli l’intera carriera dell’artista bolognese.
Morandi, uno degli artisti più amati nella Collezione Estorick, è spesso presentato come una figura solitaria, le cui opere incarnano i valori artistici “dell’eterno” e dell’“atemporalità”. Tali lavori trascendono il mutevole linguaggio del modernismo attraverso il loro magistrale equilibrio compositivo, la gamma dei sottotoni e la raffinata luminosità. Dobbiamo comunque considerare che Morandi passò tra le file del movimento Futurista di Marinetti, oltre ad aver esibito sue opere a fianco di artisti del gruppo Novecento, tra cui Mario Sironi; inoltre l’artista aderì per un periodo alla Scuola metafisica di Giorgio de Chirico. Questi elementi rivelano che Morandi è senz’altro una figura molto più complessa e sfaccettata di quella che si potrebbe supporre a una prima e superficiale lettura delle sue “essenziali” nature morte e dei suoi paesaggi. Come notò de Chirico, Morandi è stato un maestro nel mettere a nudo “la dimensione metafisica dei più comuni oggetti” e cioè, nel percepire la poesia in “quelle cose che l’abitudine ci ha reso così familiari che noi […] spesso guardiamo con l’occhio dell’uomo che guarda e non sa”.
Organizzata in collaborazione con la Galleria d’Arte Maggiore di Bologna, con opere provenienti da collezioni private e dalla Collezione Estorick, Lines of Poetry si concentra sui lavori su carta con una vasta sezione dedicata alle sue acqueforti. Incisore autodidatta, Morandi iniziò a produrre acqueforti dal 1912 padroneggiando velocemente questa tecnica che divenne presto veicolo importante per la sua espressione artistica. Nel 1930 ottenne la cattedra di Incisione all'Accademia di Belle Arti di Bologna dove insegnò per oltre 20 anni. Sebbene limitati in termini di soggetto pittorico, i lavori dell’artista rivelano una grande versatilità stilistica e sete di sperimentazione ravvisabile nei differenti rapporti di scala degli oggetti e nell’incorporazione di un'ampia varietà di combinazioni dei tratti del disegno. Per esempio, l’esposizione include un'interessante incisione appartenente all’effimera fase di Morandi futurista, dove le sue famose bottiglie e caraffe appaiono spintonarsi per guadagnare spazio su una bassa scrivania, ravvivate da dinamici e vigorosi contorni e dalle molteplici direzioni dei tratti d’ombra. Altre immagini esplorano gli effetti che sembrano alludere alle teorie gestaltiche sull’instabilità della percezione, focalizzando l’attenzione sullo spazio tra gli oggetti così quanto sugli oggetti stessi. Le acqueforti di Morandi sfruttano frequentemente la natura creativa della percezione, riducendo all’essenziale i dettagli visivi necessari all’osservatore per la costruzione dell’immagine e per la comprensione delle relazioni tra gli oggetti raffigurati. Altre sono invece raffinate rese naturalistiche, immagini costruite per la maggior parte con l’uso, elegante e fino, del tratteggio a reticolato.
All'interno della mostra sono anche inclusi una serie di acquerelli, raramente esposti nel Regno Unito, che fanno di questa esposizione un’occasione davvero imperdibile per ogni estimatore di Giorgio Morandi. Forse, molto più di tanti altri, questi fogli esemplificano la particolare abilità dell’artista nel distillare l’essenza di una complessa scena o composizione in una disposizione di forme quasi astratte. Queste immagini, ammalianti nella loro misura e nella straordinaria economia di mezzi, sono tuttavia intensamente evocative di tempo e luoghi. La vasta selezione di opere è accompagnata dai disegni di Morandi appartenenti alla Collezione Estorick, rendendo questa esposizione una delle più complete retrospettive sulla sua arte grafica che siano mai state organizzate nel Regno Unito. La mostra sarà inoltre affiancata da una serie di immagini Polaroid rielaborate con delicatezza e di stampe digitali dello stimato fotografo Nino Migliori (1926). Create durante la metà degli anni Ottanta, le fotografie fanno parte della serie intitolata Paesaggi immaginati: I Luoghi di Morandi ed esplorano il paesaggio di Grizzana, amato dall’artista e immortalato in tante sue opere, paese che, quale riconoscimento all’affetto dell’artista verso il suo territorio, è stato rinominato “Grizzana Morandi” nel 1985. Meglio conosciuto per le sue immagini in bianco e nero legate al Neorealismo, che immortalano scorci della vita in Italia degli anni Cinquanta, Migliori rivela con questi lavori un lato differente della sua ricerca, nella quale la fotografia è solamente il punto d’inizio di un’immagine che non aspira semplicemente a documentare un momento in un tempo e luogo specifico, ma esprime qualcosa del suo eco emotivo.
Giorgio Morandi (1890-1964)
Morandi ha studiato all’Accademia di Belle Arti a Bologna, diplomandosi nel 1913. Amava i dipinti fiorentini di Paolo Uccello, Giotto e Masaccio e ha collezionato riproduzioni in bianco e nero di opere che non poté studiare dal vivo, particolarmente quelle di Cézanne, Derain e Henri Rosseau. Nel 1912 apprese da autodidatta, studiando su vecchi manuali, la tecnica dell’acquaforte, mezzo espressivo che sarà per lui importante durante il corso di tutta la sua carriera artistica. Morandi espose coi Futuristi nel 1914, anche se non fu mai completamente influenzato dalla loro estetica e dai loro interessi culturali. I lavori metafisici di de Chirico e Carrà lo coinvolsero nella creazione di un esiguo numero di nature morte caratterizzate da raggruppamenti di oggetti enigmatici. A partire dal 1919 Morandi abbandonò questo tipo di composizioni per perseguire una maggiore qualità formale nelle nature morte. L’artista ha partecipato alle mostre del gruppo Novecento del 1926 e del 1929, anche se il suo lavoro trova più affinità col movimento Strapaese, corrente sostenitrice della cultura tradizionale regionale. Morandi visitò Parigi solo nel 1956, sebbene sia stato sempre bene informato sui dibattiti culturali della sua contemporaneità. Dal 1930 sino al 1956 è stato titolare della cattedra di Incisione all’Accademia di Belle Arti a Bologna continuando a dipingere sino alla morte.
Nino Migliori (1926)
Come Morandi, Nino Migliori è nato a Bologna dove attualmente vive e lavora. Ha iniziato la sua carriera nel 1948 esplorando l’estetica neorealista. Rapidamente ha cominciato a lavorare con la macchina Polaroid, incorporando nelle sue immagini fotografiche una serie di tecniche non convenzionali e completamente originali come le “Ossidazioni” e i “Pirogrammi”. Questi lavori si rivelarono per il loro approccio sperimentale estremamente innovativi e all’avanguardia nell’immediato periodo post-bellico, e possono essere visti come precursori di alcuni aspetti dell’arte informale. Alla fine degli anni Sessanta il suo lavoro ha preso una marcata dimensione concettuale che è diventata in breve tempo componente caratteristica delle sue immagini. I suoi lavori sono presenti presso importanti collezioni internazionali, tra cui il MoMA di New York e la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
La collezione permanente include importanti opere del Futurismo e 120 fra dipinti, disegni, acquerelli, stampe e sculture dei più prestigiosi artisti italiani del Modernismo. Sono presenti sei gallerie, due delle quali utilizzate per esibizioni temporanee, su tre piani. La biblioteca possiede oltre 2500 volumi, principalmente sui temi del Novecento italiano, che rappresentano un'insostituibile risorsa per gli studiosi dei movimenti modernisti. Fin dall'apertura nel 1998, la collezione si è distinta come importante luogo di diffusione dell'arte italiana nel Regno Unito, ottenendo notevoli consensi sia del pubblico che della critica, per i suoi programmi artistici e didattici.