L'Art Center Hugo Voeten presenta la prima mostra personale presso un’istituzione belga dello scultore altoatesino Aron Demetz che proporrà una serie di sculture a grandezza naturale, misteriose e di forte impatto espressivo. Le figure, curate nei dettagli e grezze al tempo stesso, ci appaiono intimidatorie e parimenti toccanti. Il corpo umano e la sua vulnerabilità sono il tema centrale nel lavoro di Demetz. Materiali differenti come legno, bronzo e silicone conferiscono alle sculture una fisicità plastica. La mostra Memoridermata presso l’Art Center Hugo Voeten esplora, attraverso le oltre 20 opere esposte, l’incredibile cosmo scultoreo di Aron Demetz che già alla Biennale di Venezia del 2009 aveva riscosso un ottimo consenso.
Le sculture sono il frutto di una reinterpretazione della scultura tradizionale nel legno, materiale di cui Demetz sembra celebrare, plasmandolo attraverso una grande varietà di tecniche, la struttura e le possibilità di trasformazione. Le sculture ritraggono perlopiù la figura umana ridotta alla sua essenza. L’eliminazione quasi totale di caratteristiche maschili e femminili dà vita a figure neutre, quasi androgine che, ricavate da un unico blocco di legno, possono subire tre tipi di “ferite”. La superficie viene resa ruvida, o bruciata, oppure ricoperta di resina: le bruciature rendono il legno estremamente fragile, la superficie lacerata - ottenuta attraverso un particolare procedimento computerizzato di fresatura nel legno bagnato - ricorda un’ulcera che causa la progressiva decomposizione dell’epidermide, mentre la resina conferisce al legno una materialità che ricorda la pelle umana. La resina, raccolta nei boschi, ha colori diversi a seconda del tipo di albero e viene applicata così com’è, senza l’aggiunta di pigmenti. Le figure vengono così umanizzate, anche grazie allo sguardo profondo che le contraddistingue. Soltanto il disfacimento della loro integrità le rende umane.
Alla base di questi processi alteranti si cela l’interesse di Demetz per l’anima umana che egli vede nascosta tra le venature del legno, in attesa di essere liberata. Ferite, malattie, guarigione e metamorfosi sono i temi che l’artista gardenese esplora intrecciando soggetti, tecniche e processi sorprendenti.
Aron Demetz è nato nel 1972, vive e lavora in Val Gardena in Alto Adige. Ha frequentato la Scuola d’Arte a Selva Gardena (1986-1993) e ha studiato successivamente Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Norimberga con il Prof. Christian Höpner (1997-1998). Dal 2010 al 2013 è stato professore di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Demetz ha raggiunto fama internazionale in seguito alla partecipazione alla 53esima edizione della Biennale di Venezia (Padiglione Italia) e alla mostra presso il MACRO Museo di Arte Contemporanea di Roma. Altre mostre personali importanti sono state presso il PAC a Milano e nell’Arp Museum a Remagen in Germania. Le opere di Demetz sono presenti in numerose collezioni importanti, tra cui: Daetz- Centrum nel Liechtenstein, Beelden am Zee a Den Haag in Olanda, Arp Museum a Remagen in Germania, Museo Trautmannsdorf a Merano, Museo Omero ad Ancona e Museum Ladin Ciastel de Tor in provincia di Bolzano.