A cinquant’anni dalla sua scomparsa, si è costituita a Gualtieri (RE) la Fondazione Museo Antonio Ligabue. La comunità della città della bassa reggiana ha sentito come una necessità morale preservare e diffondere la memoria di Antonio Ligabue (Zurigo, 1899 - Gualtieri, 1965), uno dei più geniali e originali artisti del Novecento italiano, che qui vi ha soggiornato per oltre quarant’anni, dal 1919 al 1965.
La figura di Ligabue sarà inoltre il fulcro attorno cui ruoterà lo sviluppo culturale di Gualtieri che ha saputo nel tempo riconoscere nel Toni uno dei motivi di identità della propria storia.
La sede della fondazione è in Palazzo Bentivoglio, edificio cinquecentesco progettato dall’ingegnere ferrarese Giovan Battista Aleotti, recentemente ristrutturato dal Comune di Gualtieri, ponendo in sicurezza anche quelle strutture lesionate dal terremoto del maggio 2012. I lavori hanno interessato anche lo spettacolare Salone dei Fasti, altresì detto dei Giganti, che ospiterà la collezione permanente e tutte le iniziative espositive temporanee di cui il Museo si farà promotore.
La rassegna antologica su Ligabue, che si apre proprio nei giorni in cui cade il cinquantesimo anniversario della morte di Ligabue, proporrà 180 opere, alcune mai presentate prima, tra cui 80 dipinti, 15 disegni, 10 incisioni e altrettante sculture in bronzo e terracotta.
I dipinti esposti, molti ritenuti massimi capolavori dell’artista, saranno suddivisi nei tre periodi nei quali si è soliti ripartire l’opera di Ligabue (1928-1939; 1939-1952; 1952-1962) e copriranno tutti i motivi della sua pittura: animali domestici e feroci, paesaggi svizzeri e padani, interni, ritratti, autoritratti.
Quest’importante appuntamento costituirà un punto fermo da cui partire per una corretta valutazione critica e storica del lavoro di Ligabue, in grado di sottolineare il grande valore di Ligabue nell'àmbito dell'arte italiana ed europea, al di là della fuorviante definizione di "naïf" che l'ha troppo a lungo accompagnato e ne ha mortificato la comprensione.
Oltre a questa prima rassegna, la Fondazione sta studiando un programma di esposizioni che, in Italia e soprattutto all’estero, diffondano un’immagine “altra” e alta di Antonio Ligabue, come prosecutore di quell’espressionismo che caratterizzò alcune esperienze della prima parte del Novecento e, per certi aspetti, di quel primitivismo che ebbe in Henri Rousseau il suo alfiere.
La mostra costituisce inoltre un’ottima occasione per immergersi nella realtà di un paese, Gualtieri, che ha molti motivi di interesse da offrire al visitatore: la splendida piazza centrale, una delle più belle d’Italia, che esplicitamente si rifà ai grandi modelli francesi dell’epoca; il Palazzo della famiglia Bentivoglio, con i cicli pittorici della Sala dei Giganti e quelli delle altre tre sale, con gli affreschi della Storia di Roma e dell’Eneide; la donazione Umberto Tirelli (Gualtieri, 1928 – Roma, 1990), allestita nello stesso Palazzo Bentivoglio, con opere, tra gli altri, di Giorgio de Chirico, Felice Casorati, Giacomo Manzù, Corrado Cagli, Renato Guttuso, Giosetta Fioroni, Mino Maccari, Marino Mazzacurati, Léonor Fini, Balthus, Fabrizio Clerici; la Chiesa dell’Annunciazione nella frazione di Pieve Saliceto, originaria della metà del Seicento; il Palazzo Greppi a Santa Vittoria, il paese dei cento violini; l’archeologia industriale (edifici e impianti realizzati nel Novecento) legata alle opere di bonifica (iniziate nel Cinquecento) e di sollevamento delle acque; il fascino delle golene lungo il corso del Po, nelle quali Ligabue stesso trovò rifugio in alcuni periodi della propria esistenza, e dove avvenne, nell’inverno del 1928-29, l’incontro con Marino Renato Mazzacurati, che tanta importanza avrebbe avuto nell’attività pittorica dell’artista.
Di Ligabue, nato il 18 dicembre 1899 a Zurigo, è ormai nota la triste odissea esistenziale che segnò profondamente il suo lavoro. Espulso dalla Svizzera per la sua vita turbolenta, Antonio Ligabue arriva nell'agosto 1919 a Gualtieri, paese d'origine dell'uomo, Bonfiglio Laccabue, che la madre, Elisabetta Costa, aveva sposato nel 1901. L'impatto con il nuovo ambiente si rivela da subito triste e doloroso. I primi dipinti di Ligabue – nei quali traspare il suo grande interesse per i musei di scienze naturali e per gli animali in genere - risalgono alla fine degli anni Venti; sono gli anni in cui Ligabue incontra a Gualtieri Marino Mazzacurati.
La difficile e tormentata vita di Ligabue, segnata da ostilità e incomprensioni, e da ricoveri all'Istituto Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia e al Ricovero di mendicità di Gualtieri, è tutta dedicata, fino alla morte, alla pittura e alla scultura, nonostante le diffuse derisioni e i mancati riconoscimenti.
Dopo la personale d'esordio di Ligabue - che ebbe luogo nel 1955 a Gonzaga (Mantova), organizzata da Cesare Parmiggiani - varie esposizioni, a partire da quella di Gualtieri nel decennale della morte, hanno presentato, con crescente interesse del pubblico, l'opera dell'artista. Tra le antologiche più recenti, si ricorda quella tenuta nel 2005 a Palazzo Magnani di Reggio Emilia e a Palazzo Bentivoglio di Gualtieri, in occasione del quarantesimo anniversario della sua scomparsa.