La prima mezz'ora di salita è la più dura. Poi il corpo ti segue e si comincia a salire. Un ritmo musicale ti porta. E anche la testa se ne va dietro a questa musica. Passo dopo passo e il peso si fa più leggero. E' una forma di conoscenza quella della montagna, dove il conoscere e il fare si uniscono. Lo scalatore crea la montagna, ne prende possesso palmo per palmo, tasta la roccia, riconosce le spaccature, gli anfratti.
Mountain Passion segue quel filo di pensiero e l'artista diventa scalatore. La mostra, presso Noire Gallery, è una fantastica lettura del territorio delle Alpi attraverso la fotografia storica e contemporanea.
Vittorio Sella (1859-1943) ne è uno degli esempi più straordinari. Eccellente alpinista e fotografo, aprì diverse vie e compì spedizioni in aree allora sconosciute e mai cartografate. Con pesantissime lastre 30x40 cm e l’attrezzatura per emulsionare, riprendere e fissare, Sella saliva sulle Alpi, Caucaso, Asia, Alaska e Africa. Grande fotografo, certamente, ma anche sperimentatore e artista. Così scrive nel suo diario del viaggio del 1889 in Caucaso centrale: ”...nella nostra mente non rimane un’esatta nozione delle vedute ammirate. Sentiamo di avere provato lassù forti emozioni; ma ricordiamo soltanto in modo confuso la fisionomia dello spettacolo che esercitò quel fascino sui nostri sensi. La fotografia aiuta a scegliere, precisare ed anche a idealizzare gli elementi che possono comportare una scena alpina...
La mostra propone una selezione di circa trenta immagini (albumine, panorami ...) scelte grazie alla preziosa collaborazione di Angelica Sella e della Fondazione Sella Onlus.
Alps-Geographies and People di Olivo Barbieri è la percezione della montagna vista dagli scalatori: cime, precipizi, crepacci, miraggi e allucinazioni nelle geografie. In queste immagini è tutto vero. Le proporzioni e le forme sono reali. Anche le persone e la posizione in cui si trovano sono reali. Gli scalatori attraversano rocce, precipizi, vette nel tentativo di rintracciare nascoste verità interiori nelle -cartine mute- della geografia. Mont Blanc. Just things di Francesco Jodice , sono cinque fiabe sul Monte Bianco.I paesaggi descritti sono dei paradigmi di condizioni culturali speciali; per l’artista non è un luogo in sé a esprimere un valore, ma piuttosto la condizione atmosferica del suo paesaggio sociale.
“Perché... come ci racconta Jodice... la montagna fa così, una forza primordiale che colpisce gli incauti prendendo loro la vita ma poi, nel tempo, restituisce parti di corpi, brandelli di abiti, effetti personali, lettere, scimmie, danzatrici del ventre e qualche tesoro. Ma soprattutto la montagna, nell’arco di tempo che intercorre tra la tragedia e la restituzione, digerisce e i resti subiscono un fenomeno di transustanziazione, le cose che a monte erano solo se stesse tornano a valle in un altro tempo e sotto altri significati, diventando delle strane storie.”
Una panoramica del tutto inedita di luoghi conosciuti e abituali la offre Stefano Cerio con la serie fotografica Night Ski. Di notte...le piste da sci, gli impianti di risalita, i sentieri delle montagne, diventano luoghi in cui la nostra percezione consueta si perde. L’artista svuota gli spazi turistici dalla presenza umana, per rivelare una realtà surreale e straniante. Uno sguardo profondo sull’assenza e sull’essenza del paesaggio contemporaneo. Mountain Passion ....un viaggio che non finisce mai.....