Nell’ambito del 150esimo anniversario di Firenze Capitale d’Italia, Polimoda - istituto internazionale di alta formazione per il settore moda - si prepara ad accogliere in città una platea internazionale di professionisti del mondo della moda, accademici e ricercatori, creativi e appassionati d’arte, moda, architettura, scrittura, filosofia e design, per un momento di confronto culturale e artistico che coinvolgerà luoghi simbolo della città quali Palazzo Vecchio, l’Opera di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale Centrale, Palazzo Strozzi e Villa Favard, sede dell’istituto.
Dal 12 al 16 maggio, Firenze ospita la conferenza IFFTI2015 - International Foundation of Fashion Technology Institutes, fondazione che riunisce 46 istituti di moda nel mondo – per la prima volta in Italia organizzata da Polimoda, che per l’occasione ha ideato e curato Momenting the Memento, progetto internazionale di ricerca e networking per discutere del valore culturale della moda e del futuro della formazione, attraverso un dialogo interdisciplinare con i linguaggi dell’arte contemporanea e della cultura.
Momenting the Memento, curato da Linda Loppa, direttrice di Polimoda, coinvolgerà la città culla del Rinascimento con un intenso programma, articolato in conversazioni e dibattiti con ospiti di rilievo internazionale, installazioni, performance e video project nei principali luoghi d’arte e d’ispirazione del capoluogo toscano.
Moda, arte, architettura, scrittura e scienze umane, nelle loro molteplici chiavi interpretative, saranno i protagonisti del dibattito e della sperimentazione che vede coinvolti 46 istituti provenienti da tutto il mondo, 37 nazioni, 100 delegati internazionali e oltre 500 partecipanti tra giovani talenti, ricercatori, creativi, artisti e professionisti della moda a confronto.
Momenting the Memento avrà la forma di un walk&talk nella città, coinvolgendo visionari e opinion leaders dell’arte, della moda e della cultura nei luoghi simbolo di Firenze, attraverso sei aree, ovvero ambiti di sperimentazione, che si declineranno trasversalmente in conversazioni, installazioni, performance e video.
Accanto ai relatori del ciclo di incontri “In Conversation with” al Odeon CineHall e di workshop al Refettorio di Santa Croce, quali Tim Blanks (Editor-at-large di Style.com), Sissel Tolaas (ricercatrice olfattiva e professional in-betweener) , Stefan Siegel (Fondatore di Not Just A Label), Clemens Thornquist (autore, ricercatore e fashion designer), Diane Pernet (giornalista e fashion blogger, fondatrice di ASVOFF Film Festival) e Jane Rapley (OBE, Professore Emerito Central Saint Martins University of the Arts London), a far da padrini all’evento tre visionari di fama internazionale quali Ou Ning - attivista e direttore artistico di Bishan Project che porterà per la prima volta in Italia Bishan Commune presso la Biblioteca Nazionale, Michel Maffesoli, sociologo presso l’Université Paris-Sorbonne e direttore di Les Cahiers Européens De L’Imaginaire, qui con la lectio magistralis “Dans le creuset des apparences” e Jan Debbaut, Professore di Studi Curatoriali e Direttore Museale.
Protagoniste le 6 aree di indagine, temi centrali dell’evento, rappresentati e messi in relazione tra loro attraverso 26 installazioni e performance, frutto di una selezione delle migliori idee e progetti pervenuti a Polimoda da tutto il mondo attraverso il network di IFFTI. Progetti che si prestano a molteplici letture, frutto dell’impostazione multidisciplinare data da Polimoda, che invita a collegare e connettere aree diverse, ma anche in relazione al dialogo con lo spazio che li andrà ad ospitare e per il quale saranno adattate.
Body: inteso come corpo fisico, semiotica del corpo e linguaggio espressivo; tela tridimensionale sulla quale esprimere emozioni, pensieri e stati d’animo. Corpo quale protagonista e soggetto naturale dei mondi della moda e dell’arte. Body come body language, attraverso il cui studio trovare punti di contatto tra culture diverse.
La fisicità del corpo (BODY) che attraverso l’accessorio (DRESS) diventa prepotente elemento del nostro immaginario (IMAGERY) è l’oggetto della performance di Gary Needham e Yvonne Trew (Nottingham Trent University, Inghilterra) – The Fetish Moment: un’installazione/performance sul tema del feticismo e sul valore simbolico della maschera - elemento di disturbo del nostro sistema di sicurezze, ma anche intrigante invito a scoprire l’identità celata - nella cultura contemporanea e nella fashion culture. Corpo (BODY) e abito (DRESS), inteso in questo caso come sua assenza, sono centrali anche nell’opera di Aki Choklat e Ruggero Lupo Mengoni (Polimoda, Finlandia e Italia) – Humazine, alla Biblioteca Nazionale: una grande rivista a dimensione umana sul tema Dress/Undress, dove la fisicità dell’uomo, in scala reale, è protagonista, e che mette in scena nuovi metodi di stampa e rilegatura.
Calligraphy: è qui intesa come bellezza della scrittura, mezzo per esprimere un’idea, un concetto o un metodo, linguaggio poetico e forma d’arte o modo per raccontare un’emozione e condividere un punto di vista. Scrittura che deve qualificarsi, come nell’arte calligrafica, prima ancora di tradursi in parole, attraverso un background culturale e un percorso di ricerca, studio e riflessione.
CALLIGRAPHY, in relazione alla moda (DRESS), è il tema dell’installazione di Anna Kruyswijk (ArtEZ Institutes of the Art, Olanda), Fashion Friction: un manifesto sull’aspetto editoriale e curatoriale della moda, visto al di fuori del suo circuito più tradizionale, messaggio provocatorio attraverso il quale l’autrice vuole indurre una tensione costruttiva con la generazione contemporanea di scrittori e curatori di moda per portare nuovi stimoli.
Craft: è la manualità, l’artigianato, la lavorazione attiva e concreta dei materiali, espressione originaria di una creatività, risultato tangibile di un’idea che prende forma. È la nobile arte di creare un oggetto, ma anche quell’insieme di raffinate tecniche di realizzazione che, in particolare nella moda, attribuiscono un valore all’oggetto e al capo e fanno la differenza tra qualcosa di comune e banale e qualcosa di prezioso.
Nell’intersezione tra CRAFT e BODY si colloca l’installazione The New Body di Saumya Pande (Pearl Academy, India) lungo il muro esterno della Basilica di Santa Croce - una scultura di filato di carta e lana che attraverso una lavorazione artigianale evoca il dinamismo del corpo in movimento, in contrasto e dialogo con la monumentale e marmorea staticità del sacro complesso di Santa Croce, anch’esso frutto di un’antica manualità, quella dei mastri costruttori che secoli fa diedero vita alla grande opera della Basilica.
Dress: l’abito – protagonista indiscusso del mondo della moda, ma anche importante elemento di ogni sistema culturale e società. Abito che, con la sua forma e i suoi colori, ha un significato intrinseco e personale per chi lo possiede o per chi lo realizza, e che si fa stimolo, emozione o “momento” sensoriale. Quando vestiamo il nostro corpo per rinascere in un nuovo concetto estetico, abbiamo la sensazione che la nostra storia possa essere pronta a una nuova esperienza.
L’abito (DRESS), attraverso la percezione e interpretazione dello spettatore (IMAGERY), è protagonista della performance del London College of Fashion (Inghilterra) - Art of Dress. Una performance a Santa Croce che vuole coinvolgere il pubblico in un’interazione fisica con i capi esposti, che proprio grazie all’interpretazione e manipolazione dei visitatori, invitati ad esprimere la propria personale visione di ciò che l’abito è o dovrebbe essere - perdono lo status di oggetti da contemplare e subiscono una trasformazione che potrebbe portare fino alla loro estrema distruzione. Anche la performance di Adele Varcoe (RMIT University, Australia) Adjust è una ricerca della relazione tra l’abito (DRESS), il corpo che lo indossa (BODY) e il contesto che lo circonda (SPACE): attraverso l’interazione tra performer e spettatori, l’autrice vuole dimostrare come anche un piccolissimo cambiamento nel modo di portare un capo possa influenzare l’atteggiamento e la percezione di sè della persona che lo sta indossando.
Imagery: immaginario, punto d’incontro tra visibile e invisibile, reale e virtuale, tangibile e intangibile. Scenario d’infiniti o finiti universi possibili dentro i quali si trova tutto ciò che esiste come spazio, tempo, materia ed energia. Luogo dove pensiero e visione creativa si incontrano.
Nella cripta di Santa Croce, immagine e immaginario (IMAGERY) dialogano con l’abito (DRESS) e lo spazio (SPACE) attraverso Bridging Flat and Stereoscopic Space: Japan’s two-and-a-half dimensional representation in textiles and imagery di Yuriko Satoh (Bunka Gakuen University, Giappone), dove un kimono, espressione per eccellenza della costruzione bidimensionale nell’abbigliamento orientale, attraverso un gioco di trasparenze, proiezioni di immagini e sovrapposizioni, evoca la tridimensionalità caratteristica della modellistica degli abiti di taglio occidentale. Sempre a Santa Croce, The Choreographed Garment di Ulrik Martin Larsen (Swedish School of Textiles, Danimarca/Svezia) mette in scena sette short video sull’adattamento coreografico dell’abito (DRESS) per esplorarne la capacità interattiva sul corpo (BODY) grazie al movimento della danza contemporanea.
Space: inteso come spazio tridimensionale, che accoglie e circonda il corpo, spazio urbano e architettonico, ma anche spazio scenografico, per creare emozioni condivise, come in una sfilata o in una mostra. Spazio di percezione, di relazione e di conoscenza di sé e degli altri, luogo di eterno dialogo tra “contenitore” e “contenuto”.
L’installazione site-specific di Tom Hall e Tony Bednall (Manchester Metropolitan University, Inghilterra e USA) Stories Without Stories – una gigantesca giacca in cartone di quasi 20 metri quadrati, come casualmente abbandonata sui gradini di Villa Favard – è un monumento al quotidiano che mette in discussione l’aspetto puramente decorativo del capo (DRESS), ponendolo piuttosto in relazione al suo utilizzo e al contesto (SPACE), nonché alla sua personale interpretazione (IMAGERY). Nella performance Moment Cuts – Spherical Space di Rickard Lindquist e Karin Peterson (Swedish School of Textiles, Svezia) lo spazio è quello in cui sembra fluttuare l’artista, inglobato in un grande capo dalla forma sferica come un moderno Uomo Vitruviano, suggerendo una teoria alternativa di costruzione del cartamodello in relazione al corpo umano (BODY) e alle sue proporzioni nello spazio stesso.
In calendario inoltre tre speciali serate il 13, 14 e 15 maggio, rispettivamente presso Palazzo Strozzi, Villa Favard e il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, suggestive location aperte in veste straordinaria per gli ospiti della manifestazione. Il programma completo degli appuntamenti è consultabile sul sito www.iffti2015.polimodaconference.com, dove è possibile effettuare la registrazione per l’accesso alla parte convegnistica, inclusa la visita a installazioni e performance, fino ad esaurimento posti.
In contemporanea con Expo Milano 2015 e la 56esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, che porranno l’Italia al centro dell’attenzione globale, IFFTI 2015 e Momenting the Memento rappresentano una nuova occasione per valorizzare quel connubio tra moda, cultura e arte che da sempre è simbolo del nostro made in Italy nel mondo.