Apre sabato 21 marzo, alle ore 18.30, presso la sede di ABC in centro a Bologna, la mostra Hestia. La dimora, cinque artiste e una divinità, una collettiva tutta al femminile curata da Maura Pozzati, e fortemente voluta da ABC, da sempre capace di spaziare nei generi più distanti con accuratezza e precisione.
Cinque artiste si sono date appuntamento in una dimora bolognese recentemente diventata spazio espositivo, per esplorare con linguaggi diversi l’universo della “casa”: la casa come spazio architettonico, ma anche come dimensione intima in cui si conservano oggetti e ricordi. La casa, la “dimora”, è uno spazio circoscritto ma così universale e centrale per lo sviluppo dell’essere fin dall’antichità, da avere una divinità a sua protezione: Hestia.
Come guidate dallo spirito della divinità, Paola Angelini, Valentina D’Accardi, Marina Gasparini, Sabrina Muzi e Anna Rossi, artiste che si sono distinte nel panorama dell’arte contemporanea attuale, porteranno in mostra ad ABC una suggestiva lettura di questo luogo.
Nella mitologia greca Hestia è la divinità votata alla protezione della dimora, della casa e del focolare; è una dea minore, tra le meno conosciute, che viene però tenuta in grande onore, e nei sacrifici consumati nell'ambiente domestico, viene invocata e riceve la prima offerta.
Gesti e attitudini che attingono a un universo storicamente femminile si intingono invece di una valenza universale e sociale poiché esplicitano come «Le piccole cose domestiche e i gesti quotidiani che compiamo in casa sono gli aspetti umani comuni a tutti e sono probabilmente anche assai importanti per sviluppare il ragionamento morale e formulare la nozione di bene comune».
Nel percorso espositivo, la casa non sarà rappresentata solo dal punto di vista architettonico, ma anche nella sua dimensione temporale che ben riesce a comunicare il trittico di nature morte di Paola Angelini. Uno Studio di Luce, realizzato dall’artista durante un soggiorno in Norvegia, paese in cui i fiori e gli oggetti sono i metronomi di una scansione temporale interiore: «gli stessi fiori appaiono ripiegarsi su se stessi e gli oggetti tremare e cadere. Per Paola Angelini il tempo diventa davvero “visivo”».
L’interpretazione di Valentina D’Accardi conduce all’identificazione del tema della dimora con la donna e con la stessa Hestia. Fotografie in bianco e nero ritraggono una donna bella, casta e pura, perché lontana dal mondo delle guerre e delle passioni, che sta a protezione della casa perché è fisicamente dentro di essa, alla finestra. «[…] la finestra è una soglia merlettata e bianca, una “grata” attraverso cui parlare sottovoce, una pellicola tra il dentro e il fuori […]».
Marina Gasparini interpreta la dimora con un’installazione in scala 1:1 che riproduce una cucina da cui poi si intravedono altre stanze e spazi. Walking words on four walls è ingombrante ma leggera e in essa la dimora è racchiusa nel filo rosso che “cuce” insieme i suoi lavori, fatti di oggetti domestici e di parole rubate ad attimi di poesia fatte con un filo rosso che cuciono spazi abitativi che si possono percorrere, guardare, toccare ed esplorare entrandoci: «Un incantesimo […] per entrare in una dimensione metafisica, dove l’orologio non esiste più e dove i gesti ripetutamente eseguiti ordinano la nostra vita».
Le opere di Sabrina Muzi cercano invece nell’armonia con la natura lo spirito di quel focolare che originariamente era fissato nel suolo, «l'ombelico attorno al quale la casa si radica nella terra, la terra intera, che diventa casa di tutti gi uomini». Nello spazio della dimora l’artista ha creato un campo energetico-rituale che ricorda i riti dello sciamanesimo siberiano, in una serie di immagini con cui si tenta di ristabilire il patto con la natura: sull’immagine in bianco e nero dell’artista germogliano semi e piante, radici e tuberi che diventano ornamenti e abbellimenti, come nelle maschere antiche: «metafisicamente ogni volto è per sempre, purché sia un volto vero ed esprima un daimon», titolo delle opere.
Anna Rossi presenta “gli umori della famiglia R.”, lavoro inedito concepito per questa mostra che trasforma la stanza in un ricordo comune, legato all’infanzia, alle parole e ai gesti quotidiani delle madri. Una stanza piena di fazzoletti di ogni colore e fattezza, una sorta di protezione di sé e di volontà di restituire a quella frase: “Hai preso il fazzoletto?” tutta la dolcezza del gesto materno, la cura verso il bene più grande, come se davvero il fazzoletto potesse allontanare ogni dolore.
Maura Pozzati nasce a Bologna dove nel 1993 si laurea in Storia dell’Arte Contemporanea, Facoltà di Lettere e Filosofia, con Pier Giovanni Castagnoli e Renato Barilli; è stata curatrice del Dipartimento Didattico della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, ha insegnato presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara e insegna Storia e metodologia della critica d'arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Tra le numerose mostre curate per spazi pubblici e gallerie le ultime sono state Bruno Pinto “Carte”, Palazzo Ducale, Pavullo sul Frignano (2012) Christian Jankowski “Magic Numbers”, Fondazione del Monte, Bologna (2013), Flavio Favelli, “La vetrina dell’ostensione VI”, Oratorio San Filippo Neri, Bologna (2014. Collabora dal 2001 con il Corriere di Bologna e da gennaio 2013 è membro del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, con delega alle attività culturali.
Paola Angelini nasce a San Benedetto Del Tronto nel 1983. Nel 2008 si diploma in Pittura presso l’Accademia di belle Arti di Firenze. Nel 2011 frequenta il laboratorio di Arti Visive presso l'università IUAV di Venezia, con Bjarne Melgaard, e lo stesso anno espone all’interno del padiglione Norvegese alla 54° Biennale di Venezia, nella mostra dal titolo “Baton Sinister” curata dallo stesso Bjarne Melgaard. Nel 2012 inaugura la sua prima mostra personale ad Oslo nella Galleria Rod Bianco. Ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui il Premio Level 0 - ArtVerona 2014, artista selezionato da Cristiana Collu, per Museo MART, Rovereto (Italy). Nel 2014 è stata in residenza per tre mesi presso Nordic Artists Centre Dale (NKD, Norvegia), da cui è nata la sua ultima mostra personale dal titolo “Regio” (Galleria Massimodeluca, Mestre). Da Febbraio 2014 per un anno è stata in residenza presso La Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia. Vive e lavora a Venezia.
Valentina D’Accardi nasce nel 1985, e vive e lavora a Bologna. Diplomata con un Triennio in Comunicazione e Didattica dell’Arte, si specializza in Pittura. Nel 2010 viene scelta da Roberto Daolio come rappresentante dell’A.B.A di Bologna per una mostra personale allestita all’interno del padiglione italiano di MULHOSE 010 (Mulhouse, Francia), evento correlato ad ArtBasel. Nel 2014, come collaboratrice di Giovanna Caimmi, Docente del corso di Metodologia Progettuale per la Comunicazione Visiva presso l'ABA di Bologna, viene chiamata come Visiting Professor presso l’Università di Lisbona per un workshop agli studenti di Disegno della Facoltà di Belle Arti, nell’ambito del Progetto Erasmus.
Marina Gasparini nasce a Gabicce Mare (Pesaro Urbino). Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, ha iniziato la sua attività artistica negli anni ’80 a Bologna. A partire da metà degli anni ’90 ha adottato l’uso della tecnologia nel suo percorso artistico e dal 2000, ha preso parte a progetti on –line e rassegne di net-art: Officina bit, workshop a cura di U. Cavenago e M.Turner c/O Viafarini, Milano 2000, Polilab 2000 made in Neapolis, a cura di Gabriele Perretta, Cafe 9, network europeo a cura di Pierluigi Capucci, Bologna 2001; 5 sensi a cura di Edoardo Di Mauro, Torino, 2000 ; Fresko Y2k a cura di P.Capucci Bologna. Dal 2001, l’uso di materiali tessili è un elemento costante in tutta la sua produzione e nella realizzazione di alcuni workhops: Atlante di classe, presso l’Archivio del Libro d’Artista per Bambini alla Biblioteca Comunale di Merano, 2008, Mappe cucite, a Festivaletteratura Mantova 2009, Mapping Salamanca all’Universidad de Salamanca (2010) Archiscapes Oulun Taidemuseo Oulu, (Finland) 20012, String potrait of Galesburg, presso Midwest Studios, Galesburg, Illinois, Alfabetlanti Universidade de Lisboa, 2015.Dal 1996 ha insegnato presso le Accademie di Belle Arti di Ravenna, Venezia e Bologna.
Anna Rossi nata a Gorgonzola (Mi) si è diplomata in pittura all’Accademia delle Belle Arti di Brera di Milano. Vive a Bologna dove affianca all’esperienza artistica quella dell’allestimento museale. Tra le mostre collettive recenti si segnala – 2013 Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell’arte italiana contemporanea, da un’idea di U. Zanetti, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna / Bebo, Casabianca, Zola Predosa (Bo) – 2014 Cuore di Pietra. Un progetto di Public Art a Pianoro, Pianoro (Bo) e la mostra personale Eden, Spazio9, Bologna.
Sabrina Muzi vive e lavora a Bologna. Nel 2007 è invitata al programma internazionale di residenza “IASK-Changdong Art Studio” del Museo d’Arte Contemporanea di Seoul, nel 2010 a trascorrere tre mesi al “943 Studio Residency Program” a Kunming in Cina, nel 2012 è una delle vincitrici del Premio Terna, nel 2013 ottiene la Fellowship Taipei Art Residency. Tra le sue recenti partecipazioni: “ArtSite”, Castello di Buronzo, Vercelli, “Ceremony” Cross Gallery, Treasure Hill Artist Village, Taipei; “personale/Mutaforma” Galleria Dislocata, Vignola; “Apulia Land Art Festival”, Specchia, Salento; “Video Play Celebration” L’Avana, Cuba; “Pratica Naturale, Fondazione Sensus, Firenze. Artista selezionata per far parte dell’archivio ItalianArea del DOCVA, presente in Lab Yit – Italian Contemporary Art Platform in China e nell’archivio CareOf di Milano. I suoi video sono distribuiti da VisualContainer, Milano.