Ché la capivi tu, la pienezza dei frutti.
Li posavi su piatti innanzi a te
e controbilanciavi con colori il loro peso.
E come frutti vedevi anche le donne
e così vedevi i bimbi, dall’interno
spinti nelle forme del loro esistere.
E vedevi te stessa infine come un frutto,
ti cavavi fuori dai tuoi vestiti, ti portavi
allo specchio, ti lasciavi andar dentro fino al tuo
sguardo escluso; e questo rimaneva grande innanzi
e non diceva no: «son io», ma: «questo è».
Rainer Maria Rilke, Requiem per un’amica
Dal 26 aprile al 19 luglio 2015, il Museo Comunale d’Arte moderna di Ascona dedica una monografica a Paula Modersohn-Becker (Dresda 1876 – Worpswede 1907), esponente di spicco dell’avanguardia nordica e anticipatrice dell’arte moderna. "Berlino, Parigi, Worpswede" è il titolo della mostra.
Nata a Dresda, formatasi tra Berlino, Worpswede e Parigi, Paula Modersohn-Becker ottenne il suo giusto riconoscimento solamente dopo la morte, avvenuta precocemente all’età di 31 anni, a causa di un’embolia post-parto, grazie alla pubblicazione nel 1917 del suo diario e delle sue lettere struggenti, e a Rainer Maria Rilke che, nel 1908, la ricorderà dedicandole la sua poesia “Requiem per un’amica”.
L’iniziativa inaugura un ciclo di attività del Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona rivolto alla valorizzazione degli artisti della collezione della ‘Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten’ che, dal 2014, sono ospitati in permanenza negli spazi del nuovo Museo del Castello San Materno, dove Paula Modersohn- Becker è rappresentata con tre sue lavori.
L’esposizione, curata da Mara Folini, direttrice del Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona e realizzata in collaborazione con la Paula-Modersohn-Becker-Stiftung e il Paula Modersohn-Becker Museum di Brema, propone 36 opere, tra dipinti e disegni, che marcano le tappe fondamentali del suo percorso artistico, tra Berlino, Worpswede e Parigi, cui si affianca una selezione di brani dal suo diario che testimoniano e analizzano i travagli interiori di una giovane donna, artista in una società al maschile, che cerca in tutti i modi di liberarsi da ogni fardello per esprimere se stessa.
Il percorso espositivo prende avvio proprio dal suo periodo trascorso a Berlino, dove frequenta i corsi alla Verein der Berliner Künstlerinnen und Kunstfreundinnen (1896); quindi, si trasferisce a Worpswede, nella Bassa Sassonia tedesca, dove si era costituita la comunità artistica che, già allo scadere dell’Ottocento, si era posta in opposizione alla vita alienante della città, incoraggiando un ritorno alla natura, a una vita agreste autentica, privilegiando i ritmi della natura stessa e la cultura contadina dei suoi abitanti, con i loro valori e le loro credenze.
Qui, nel 1897, Paula si confronta dapprima con l’arte realista intensamente religiosa del suo maestro Fritz Mackensen (1866-1953), con il quale realizza opere grafiche dal disegno conciso, sulla scia di quanto già sperimentato a Berlino. I suoi soggetti sono donne, fissate nell’intensità esistenziale di un corpo, di un atto, di un profilo (Busto di giovane donna di profilo, 1897/98; Busto femminile chinato in avanti verso destra, 1897/98, Donna anziana con cuffia di profilo verso sinistra, 1899).
Inoltre si dedica ai paesaggi, in particolare quelli di Worpswede con le tipiche betulle, che già tendono verso una composizione più geometrizzata e mentale piuttosto che atmosferica e sentimentale (Paesaggio autunnale sulla collina di Weyerberg, verso il 1899, Paesaggio con viale di betulle, verso il 1900, Ragazzo sulla via delle betulle, 1900).
Questo processo di affrancamento dalle forme realistiche, già iniziato a Worpswede, sarà approfondito dalla Becker a Parigi, in cui vivrà per periodi più o meno lunghi dal 1900 al 1907, e dove si rapporta con i nuovi linguaggi dell’arte moderna che le faranno raggiungere la maturità artistica, grazie soprattutto alla lezione francese di Gauguin e dei Nabis oltre che a quella di Cézanne, Van Gogh, Matisse e del primo Picasso. La pittrice tedesca semplifica sempre più la forma organica nelle sue forme essenziali d’archetipo, e le figure, soprattutto ritratti di donne, contadine, madri e bambini, assumono un atteggiamento quasi da idolo. È il caso di Contadina seduta con bimbo in grembo, 1903, di Bambini al sole, verso il 1903, di Due ragazze appoggiate a un tronco di betulla, verso il 1902, o di Ritratto a mezzo busto di Lee Hoetger con fiore, 1906).
Paula Modersohn-Becker, in fuga dalla civiltà e alla ricerca della sua identità pittorica, con le sue opere ha cercato di esprimere visceralmente la grandezza dell’essere nel suo semplice ambiente naturale e il rapporto di vitalità intrinseco al vivere inesauribile secondo natura (Ritratto a mezzo busto di ragazza che suona il flauto nel bosco di betulle, 1905, Bambino su un cuscino rosso a quadretti, verso 1904). Sono esemplari a tal proposito le opere della Collezione Alten, Bambini nel prato (1902 ca.), dove due bambini fanno tutt’uno nei colori terrosi della natura e Ragazza con oche presso uno stagno (1901 ca.) che comunicano il sottile legame sentimentale tra una bambina e le sue oche, in uno spazio fortemente semplificato, di intarsi di colore vibranti, grazie alla chiusura della linea sintetica ed espressiva nera.
Minna Hermine Paula Becker nasce l'8 febbraio 1876 a Dresda. Suo padre Carl Woldemar Becker lavora come ingegnere per le ferrovie prussiane a Brema, dove la famiglia si trasferisce nel 1888 e dove Paula inizia a formarsi seguendo lezioni di pittura e di disegno. Nell'aprile del 1895 vede la prima mostra dei pittori di Worpswede nella Kunsthalle di Brema e ne rimane particolarmente colpita. Nel 1896 è a Berlino, dove segue i corsi della Verein der Berliner Künstlerinnen und Kunstfreundinnen. Nel 1897 soggiorna per la prima volta a Worpswede ed entra così in contatto con la colonia di artisti che vi risiede. L’anno successivo vi abita stabilmente, diventa allieva di Fritz Mackensen e frequenta gli artisti della colonia, da Rainer Maria Rilke a Heinrich Vogeler. Nasce l'amicizia con la scultrice Clara Westhoff. Qui fa la conoscenza anche del pittore Otto Modersohn, che sposa nel 1901: un matrimonio che entra rapidamente in crisi a causa del desiderio di libertà, non solo artistica, di Paula, che interrompe spesso la convivenza a Worpswede per soggiornare a Parigi, dove studia disegno e anatomia, visita gallerie e musei e si confronta con alcuni tra gli artisti più innovativi del suo tempo. Nel 1907 rimane incinta e rientra a Worpswede, dove il 2 novembre nasce la figlia Mathilde; il 20 novembre Paula Modersohn-Becker muore a causa di un'embolia.