L’Italia è un Paese ricco di organizzazioni di premi letterari. Se ne indicono di ogni genere e in ogni angolo, dalla montagna alle città anche meno note, fino al mare, con argomenti di ogni tipo. Si passa dall’esperienza di donne straniere che sono venute a vivere in Italia, oppure già di seconda e terza generazione, a donne italiane che raccontano di donne straniere; a premi giornalistici più o meno noti, fino ad argomenti specifici.
È il caso di premi letterari dedicati a sante, a donne in odore di beatificazione, oppure ad altri aspetti dello spirito come il premio dedicato ai distillati. L’ente organizzatore che si occupa di formare degustatori di grappe e distillati, nato a Brescia poco più di dieci anni fa, sostiene il “bere bene” anche grazie alla riscoperta della cultura che sta alla base del distillato nazionale per eccellenza, la grappa. Solo in Italia, infatti, si può produrre un distillato di vinacce chiamato grappa, con una piccola porzione di territorio del Canton Ticino e della Repubblica di San Marino ammessi. In questo modo, l’organizzazione che ha chiamato il proprio concorso Versi Distillati, dalla poesia di Virginia Woolf e assolutamente a tema data l’essenza del proprio mandato, è giunta all'ottava edizione del Premio con partecipanti da tutta Italia. L’edizione di quest’anno è ancora più originale del solito: non solo una sezione dedicata alla grappa specificamente, con altre sezioni dedicate al tema libero, come accadeva gli altri anni, ma sezioni di partecipazione 2014 soltanto per distillati. Rum, brandy, whisky, gin, tequila, cognac, vodka, i distillati di frutta e, ancor più interessante, i ricordi della Grande Guerra legati alla grappa, quando ad esempio per chi combatteva in quota, la grappa poteva diventare salvezza della vita.
Indubbiamente originale, il Premio ha il merito di voler sottolineare come bisogna guardare al senso profondo delle cose, non soltanto alle mode del momento. Come pensare, infatti, che dietro anni di lavoro e di approfondimento, di studio e di sensibilizzazione del naso e del palato per la migliore degustazione, ci sia soltanto la voglia di “sballo”? Per diventare un mastro distillatore ci vogliono anni di esperienza, non soltanto di studio e di vocazione, tenendo conto che oggi sul mercato troviamo prodotti di valore altissimo. Non siamo più alle grappe, ad esempio, che bruciavano soltanto la lingua e “ammazzavano” il caffè, nel senso stretto del termine, ma abbiamo nel bicchiere essenze di prodotto ricche di aromi, di sentori, di affinamenti ottenuti con tecniche antiche e studi recenti.
Insomma, anche grazie a un premio letterario possiamo imparare molto di quello che ci circonda, dato che ogni distillato è frutto del proprio territorio, portandosi dentro tradizioni, usanze, ricordi intramontabili e incontrovertibili. Quindi, Brescia non è soltanto patria di birra, come abbiamo letto nei mesi scorsi, ma celebra anche i propri prodotti di distillazione, non disconoscendo, infatti, di avere avuto distillerie di prim’ordine. Si parla di decine e decine di impianti, il comune di Gussago, alle porte della città, ne annoverava pare un centinaio, di cui ancora alcune aperte che distillano oltre il 70% delle vinacce nazionali. Zone dove il lavoro umile legato alla terra continua ad essere tale anche se e quando si ha la fortuna di tenere tra le mani le ultime bottiglie di case di distillazione ormai chiuse o che si limitano a produrre soltanto in quantità limitata, sostanzialmente artigianale.
La riscoperta letteraria di prodotti che meritano approfondimento è fondamentale per tornare alla storia dei territori, spesso trascurata per la normalità di averli accanto. Si parla di pievi e di antichi siti recuperati grazie al senso di appartenenza di imprenditori piccoli e grandi che credono nella continuità tra la propria attività lavorativa e il proprio habitat, la propria gente. Quindi stiamo vedendo la rinascita di distillerie, di impianti di altissimo livello capaci di produrre distillati che nulla hanno a invidiare a quelli più noti e blasonati d’Oltralpe. Il Premio Versi Distillati, però, apre anche a distillati di tutto il mondo proprio per spingere ad approfondire l’argomento e a documentarsi su quali devono essere le migliori qualità per ciascuno di essi, sia dal punto di vista organolettico che dal punto di vista letterario.
Brescia, poi, è anche patria di un altro premio letterario più in senso stretto, giunto alla sedicesima edizione. Si tratta di La Leonessa. Città di Brescia. Premio, è opportuno dirlo, a partecipazione libera come anche Versi Distillati, quindi con la reale volontà di spingere a produrre nuove liriche o nuovi pezzi di letteratura. Premio che vanta migliaia di partecipanti in tutti questi anni di vita, si pone sullo scenario nazionale come uno dei più ambiti, pur assegnando premi istituzionali. La kermesse, che ha la sua cornice conclusiva presso l’Auditorium San Barnaba di Brescia, gentilmente concesso dall’amministrazione comunale, costituisce un reale incontro tra poeti, favorendo la conoscenza reciproca e un palcoscenico interessante alla poesia, da troppo tempo considerata come la cenerentola della letteratura. I partecipanti a La Leonessa. Città di Brescia giungono da tutta Italia e dall’estero, con preferenza per Svizzera, Canada, Albania, Argentina, Stati Uniti, Germania, Grecia, tra gli altri. Spesso sono poeti italiani trasferitisi all’estero tanti anni fa e che desiderano mantenere il legame con la propria patria proprio grazie all’interessarsi di non perdere l’estro creativo, utilizzando un ottimo lessico italiano.
La fortuna dei premi letterari italiani non sta quindi soltanto nel detto che l’Italia sia patria di santi, navigatori e poeti appunto. Come se ognuno avesse la spocchia di scrivere capolavori all’altezza dei grandi letterati italiani della storia. In realtà, l’Italia è ricca di persone sensibili e attente a voler lasciare di sé qualcosa di unico e irripetibile, anche aiutato dalle varie organizzazioni che, ciascuna a modo suo, intendono sostenere questa genialità e canalizzarla verso stesure che acquisiscano un senso anche in rapporto agli altri, non soltanto valide per se stesse. Pertanto, grazie alle varie forme organizzative che si curano dei premi letterari, possiamo vantare una cultura comune che diventa testimonianza del proprio tempo e del sentire del momento per costituire, chissà, un valore aggiunto un domani, quando diventerà storia letteraria essa stessa.